Diciamo di sì. Per "definire", cioè per ridurre la quantità di grasso corporeo, quello che è rilevante è quasi esclusivamente il deficit calorico che si riesce a raggiungere, a prescindere dalla percentuale dei macronutrienti. Infatti si vedono persone perdere massa grassa sia adottando diete chetogeniche sia high-carb, o anche digiuni, siano essi intermittenti o prolungati, per quanto le diete vegane high-carb siano molto più facili da seguire, perché molto più sazianti (come spiegato in questo video di un nutrizionista vegano:
https://www.youtube.com/watch?v=0CdwWliv7Hg)
Piuttosto, leggendo i libri e le pubblicazioni del Dr. McDougall, del Dr. Garth Davis, di Neal Barnard come di altri, così come spulciando le varie referenze scientifiche presenti su Pubmed, ho appreso che, anche in caso di surplus calorici molto consistenti, se le calorie in eccesso provengono dai carboidrati e non dai grassi, per via del meccanismo della de-novo lipogenesi, il corpo umano molto difficilmente riesce a trasformare le calorie in eccesso derivanti dai carboidrati in adipe. Puoi vedere, ad esempio, questo studio:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11722954In altri termini, se si tengono le calorie derivanti dai grassi sotto il 10% di quelle assunte, anche se si ingeriscono calorie in surplus, solo una parte assolutamente trascurabile verrà trasformata in grasso. Le calorie in eccesso saranno piuttosto bruciate dal corpo secondo altre modalità, quali ad esempio l'aumento della temperatura corporea, etc. In pratica, tenere i grassi sotto il 10% significa, principalmente, oltre ad escludere qualsiasi cibo di provenienza animale, eliminare tutti gli olii, così come limitare quanto più possibile cibi vegetali non raffinati o trasformati ma comunque grassi, come la frutta secca, gli avocado, e i prodotti derivanti dalla soia (circa il 40% delle calorie del fagiolo di soia sono lipidi). Con attenzione, comunque, ad assumere gli acidi grassi essenziali omega-3 (leggo sempre che due cucchiaini di semi di lino macinati al giorno, o una manciata di gherigli di noci, sono sufficienti, e quelli io assumo).
Non sono un nutrizionista, e non voglio dare consigli a nessuno; tuttavia, dalle sperimentazioni su me stesso posso dire che, prima di adottare una strategia low-fat (quando cioè ancora usavo l'olio, e mangiavo frutta secca in abbondanza) durante la fase di massa l'accumulo di adipe era consistente (mi misuro col plicometro). Tenendomi, invece, sotto il 10% di grassi, anche nelle fasi con grandi surplus calorici, l'accumulo di adipe è assolutamente trascurabile, se non inesistente, in linea alla minima percentuale che hanno riscontrato gli studi pubblicati in letteratura.
Non ti consiglio di seguire i loro esempi, ma su youtube puoi trovare vari sportivi vegani, spesso un po' fuori dalle righe, come Durianrider, Freele, High Carb Hannah, che ingeriscono quantità spropositate di cibo low fat come frutta, riso, pasta, e sono definiti e muscolosi. Io lo confermo; all'opposto di quello che si sente sempre dire, e cioè che pane, pasta, patate e riso fanno ingrassare, io non ho più paura di ingerire carboidrati. Quando sono a cena fuori, ad esempio, destando enorme stupore di tutti, mangio il doppio dei miei amici o colleghi, che sono quasi tutti sovrappeso o obesi. Loro, però, in pizzeria ordinano patatine fritte e pizza con cadaveri e formaggio; io, invece, mangio due (o, mi vergogno a dirlo, anche tre) pizze marinare senza olio oppure, se dal cinese, mentre loro ordinano riso alla cantonese e pollo fritto, io mi faccio servire insalata e quattro - cinque porzioni di riso al vapore, che poi condisco con la salsa di soia o agrodolce (che è praticamente ketchup, cioè zucchero, acqua e marmellata).
Ci tengo a ribadire che non voglio instradare nessuno su questa "cattiva" strada, e soprattutto non voglio istigare nessuno ad iperalimentarsi. Tuttavia - se mastichi l'inglese potrai cercarlo da te - mi sembra ormai provato che, anche in non atleti, le diete vegane low-fat "ad libitum", cioè mangiando fino a una ragionevole sazietà, senza cioè violentare il proprio stomaco, e senza alcun conteggio delle calorie, portano alla riduzione del sovrappeso, Puoi vedere, ad esempio, questo studio, in cui più di mille soggetti hanno assunto cibi low fat che prendevano da un buffet (cioè riempiendosi da soli i piatti, e mangiando a sazietà, senza conteggio delle calorie) e la stragrande maggioranza ha riportato notevoli riduzioni del peso corporeo, miglioramenti del colesterolo e della glicemia:
https://nutritionj.biomedcentral.com/articles/10.1186/1475-2891-13-99In fondo, anche osservando le popolazioni, il fatto è evidente: guarda ad esempio gli asiatici, che assumono la maggior parte delle loro calorie dal riso, e che hanno tassi di obesità minimali. Oppure gli immigrati africani, che vedi definiti e muscolosi affollare i barconi dei viaggi della speranza, che sembrano usciti da un fitness center piuttosto che dalla miseria più estrema e che, nei fatti, sono stati cresciuti a fufu (polenta di mais o manioca), riso, legumi (la più alta percentuale pro capite di calorie consumate dai legumi si riscontra nei paesi africani
https://www.helgilibrary.com/indicators/bean-consumption-per-capita/) essendo da quelle parti la carne e i latticini di costo oltremodo proibitivo e di consumo assai sporadico. Tutto il contrario, per dire, degli afroamericani degli Stati Uniti, che hanno tassi di obesità paurosi. E, sia africani che asiatici, non stanno di certo a misurare le calorie ad ogni pasto, pensando piuttosto, specie quelli dei paesi più poveri, a sfamarsi fino alla sazietà.