Ingredienti nascosti / Vino vegan; pagina 5

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61 Andrea, 24/11/12 18:27

seitanterzo ha scritto:
a ecco, rileggendo la tua frase devo aggiungere che se gli allergeni vengono utilizzati nella lavorazione ma non ne rimane traccia nel prodotto finito non c'è l'obbligo di segnalarli in etichetta, come dicevi tu, diversamente sì.

Ecco, è questo il problema. A quanto so non resta traccia dell'albume d'uovo nel vino, quindi l'obbligo continuerà a non esserci.

62 Carlovegan, 24/11/12 18:58

Andrea ha scritto:
No, è proprio questo il problema, non è obbligatorio perché sono usati nella lavorazione ma non ne rimane traccia nel prodotto finito.

In un brutto sito, quello del Gambero Rosso, leggevo ieri che:
"Utilizzate proteine del latte (caseina) o albumina nei processi industriali di chiarificazione dei vostri vini? Non preoccupatevi: la pratica enologica è più che legittima, solo che ora dovete dirlo ai consumatori. Scrivendolo in etichetta."
"Il Comitato tecnico di gestione vini dell'Ue ha dato il via libera, nei giorni scorsi, alle nuove norme sugli allergeni, albumina e caseina: norme che dovevano entrare in vigore fin dal 2009, ma che sono state rinviate fino ad oggi. E, in ogni caso, per evitare problemi con la commercializzazione dei vini già etichettati, la loro applicazione scatta solo a partire dalla vendemmia 2012 e per i vini etichettati dopo il 30 giugno 2012. Le etichette dovranno contenere la dicitura “contiene uova e derivati” e “contiene latte e derivati” e potranno essere accompagnate da specifici pittogrammi che però saranno facoltativi."

Vi risulta che questa cosa sia vera?

Il link, che non faccio che sia cliccabile, è:
www [punto] gamberorosso [punto] it/index.php?option=com_k2&view=item&id=318096:latte-e-uova-nel-vino?-ora-vanno-indicati-in-etichette&lang=it&Itemid=5

63 zelia, 24/11/12 21:01

Noi abbiamo un amico laureato agronomo che lavora nel vino (viticoltura si dice?), sperando di non dimenticarmi provo a chiedere. Se qualche altro utente ha conoscenti nel settore può informarsi in merito alla nuova normativa.

64 Marina, 24/11/12 21:37

zelia ha scritto:
Noi abbiamo un amico laureato agronomo che lavora nel vino (viticoltura si dice?), sperando di non dimenticarmi provo a chiedere.

Ottimo, chiedi, soprattutto chiedi qual è la pratica più diffusa, se l'uso di sostanze minerali, come sembra, o animali.

65 Lia78, 25/11/12 00:13

Per quanto riguarda il vino, dipende anche dalle abitudini. Se comprassi vino per uso casalingo, magari anche in quantità, allora è chiaro che informarsi è abbastanza facile.
Io personalmente compro raramente il vino per casa, lo bevo al ristorante, o quando magari invito gente a cena e lo portano, e in quel caso non ho proprio modo di verificare con il produttore: in quel senso dicevo che sarebbe utile avere una lista come per le birre, ma i produttori di vino sono infinitamente di più....

Comunque, io non penso che in sé sia un male informarsi, anzi sicuramente sensibilizza i produttori. Però onestamente non direi a qualcuno che non è vegan perché si beve un bicchiere di vino, lo vedo come un problema secondario e per me equiparabile alla colla dei libri. E penso anch'io come Marina che insistere troppo su questi aspetti possa fare sembrare la scelta vegan più difficile di quanto non sia. Se già fosse scritto in etichetta, sarebbe più semplice. Poi sicuramente mi posso sbagliare e sottovalutare il problema.

Credo comunque che chiarificazione e filtrazione del vino siano necessari sempre, non solo per migliorarne l'aspetto, ma anche e soprattutto per stabilizzarli,fermando l'azione dei fermenti. Questo mi spiegava il mio capo che ha portato in ufficio ad assaggiare il vino che fanno in famiglia, e che non è filtrato.. il problema è che non filtrandolo basta poco, ad esempio anche il trasporto, per far ripartire l'azione dei fermenti, facendo cambiare di gusto al vino.. non so che relazione ci sia tra filtrazione e chiarificazione, ma una qualche forma di filtraggio a quello che ho capito è proprio fondamentale per commercializzare il vino.

Ciao,

Lia

66 Carlovegan, 25/11/12 14:18

Lia78 ha scritto:
Però onestamente
non direi a qualcuno che non è vegan perché si beve un bicchiere di vino, lo vedo come un problema secondario e per me equiparabile alla colla dei libri.

Infatti Lia neanche io mi sognerei di dire ad una persona che sta diventando vegan, che non può bere un bicchiere di vino. Ma comunque non preparerei legni e chiodi, per la crocifissione, neanche nel caso in cui qualcuno mi dicesse che beve un bicchiere di vino saltuariamente una volta alla settimana. Personalmente, da questa primavera, ho deciso di non bere più vino e neanche bicchieri di vino saltuari (poichè pensavo da ignorante che i vini fossero tutti chiarificati con derivati animali, non sapendo invece che esistono alternative vegetali). Però adesso che so che ci sono le alternative, mi sto informando con semplici telefonate e letture delle varie dichiarazioni che ci sono in certi siti web dei produttori di vino.
La cosa diversa (parlando di me stesso) è se avessi continuato a bere vino (nel caso specifico non so se il vino che bevevo io era chiarificato con albume o con bentonite o con che cos'altro) e facessi spallucce dicendo "che vuoi che sia per 3 uova all'anno".
Se si è consapevoli che il nostro bere quotidiano di vino comporta il consumo di x uova all'anno, quel vino non va bevuto, punto. Essendoci le alternative è giusto informarsi.

67 seitanterzo, 25/11/12 19:22

zelia ha scritto:
Se qualche altro utente ha conoscenti nel settore
può informarsi in merito alla nuova normativa.

Qui dovrebbe esserci tutto! http://www.gestcooper.it/pdf/Copa%20Cogeca%20%20notizie%20per%20allergeni%20in%20etichettaVI(11)9704IT1.pdf

68 zelia, 29/11/12 10:55

Per semplicità vi pubblico la risposta alla mail tanto non credo che voglia denunciarmi per averla pubblicata!

allora posso garantirti che l' albumina e altre sostanze di origine animale sono sovente utilizzate per la chiarificazione e stabilizzazione dei vini. Non tutte le aziende usano albumina, caseine e colla di pesce, ma tante si, in quanto sono chiarificanti tra i più comuni ed economici. Poi l' impiego di queste sostanze è fondamentalmente legato al tipo di tecnologia che si utilizza in azienda, in parole povere dal tipo di filtri usati.
Per quanto riguarda questa normativa, se non ricorda male, dovrebbe essere attiva da gennaio 2013 e impone la dichiarazione in etichetta di tutte le sostanze allergeniche impiegate come ingredienti e coadiuvanti di processo. Quindi sicuramente rientrerà anche l' albumina.
Questi sono i chiarificanti più usati nelle cantine e quest'azienda rifornisce la maggior parte delle cantine del nord. http://www.enartis.com/ita/index.cfm?mode=prodotti&id=26
Se non l'hai già fatto ti consiglio di scaricare il libro "l' etichetta" disponibile gratuitamente sul sito "il fatto alimentare". Lì trovi le novità legislative riguardanti l' etichettatura dei prodotti alimentari.

69 Carmen, 29/11/12 11:07

Grazie Zelia! Nella tristezza del fatto che, a quanto pare, l'uso di queste sostanze è più frequente di quanto pensassimo, almeno la buona notizia che da gennaio sarà più facile evitarne l'acquisto.

70 Carlovegan, 29/11/12 15:16

Grazie Zelia!
Sono contento di sapere che ogni sostanza allergenica impiegata come ingrediente e coadiuvante di processo dovrà essere riportata in etichetta! L'obbligo è per l'uva vinificata dal giugno 2012 in poi, quindi la vendemmia 2012 ci casca a pennello!

71 flokim, 29/11/12 15:30

Molto interessante, grazie Zelia e anche al tuo amico.

72 method02, 3/12/12 15:59

Da appassionato di vino posso dirvi che c'è un grande fermento attorno al vino naturale e vegano, tra queste aziende più rispettose dell'ambiente c'è Querciabella.
Ho trovato il seguente link che potrebbe interessare: http://divini.corriere.it/2012/11/17/vini-vegani-e-affari-un-ecoguerriero-nel-chianti/
Fortunatamente, come molti di voi hanno già detto, tra poco questi "enologi" irrispettosi sia del pianeta che della salute di chi il vino lo beve, saranno costretti a elencare in etichetta buona parte degli additivi innaturali che usano in cantina.

73 giuliaveggie, 3/12/12 16:18

ciao,
sei una "giovane vegan" come dici tu :)
abi pazienza, in un giorno vedrai che la tua scelta vale tanto di piu di tutta quella soma che ti da fastidio
adesso.
sono tanti negozi e tanti siti dove puoi fare la spessa con di meno, e per le scarpe puoi venire da me :) a bucarest :) un paio di scarpe costa da 10 euro, il biglieto aereo se lo compri prima costa 40-60 euro, il resto di 80 ti basta per allogio e cibo..:) tanto per scherzare, ma anche sul serio, se ti passa questo sulla testa, io sono qui e ti aiuto :). simpaticamente,
giulia

74 cecibi_, 6/12/12 17:11

Tornando a bomba al dicorso delle scarpe vegane, ho letto chi diceva che si può spendere poco acquistando quelle made in China.
Dubbio che mi tormenta da mesi: se boicotto marchi cosmetici che vendono in Cina in cui testano anche l'ira di Dio, non è incoerente comprare scarpe cinesi vegane?
Ad esempio qualche mese fa ho comprare due paia di scarpe low cost, cinesi, in tessuto e plastica, poi arrivata a casa penso " Ma avranno usato dei coloranti per il tessuto, che saranno chimici e che saranno testati"
Allora, io che sono nuova nel settore, sono ignorante e mi mancano dei tasselli per darmi la risposta, appartengo a quella categoria che si fa troppe pippe mentali o è un argomento di cui avete già discusso?

75 Andrea, 6/12/12 17:44

cecibi_ ha scritto:
poi arrivata a casa
penso " Ma avranno usato dei coloranti per il tessuto, che saranno chimici e che saranno testati"

Questo vale per ogni cosa, per i cosmetici c'è tutta una serie di test aggiuntivi specifici e uno standard grazie al quale è possibile evitarli.

Non credo ci sia differenza dal punto di vista della vivisezione tra scarpe prodotte in Cina o in Italia (magari usando coloranti cinesi tra l'altro).

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Cos'hanno in comune queste persone? Ciascuno di loro sta salvando migliaia di animali.

Siamo tutti diversi, trova il modo adatto a TE per aiutare gli animali!