Essere vegan al di là della moralità: l'impatto impersonale

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1 PinkElf, 11/10/15 11:03

Ciao a tutti, vorrei chiedervi un consiglio, o più che altro un punto di vista, su come affrontate determinate situazioni: ieri sera assieme ad alcuni amici (tutti carnivori) sono stata al festival Street Food a Roma, mentre i miei amici si ingozzavano di arrosticini, hamburger, pollo e approfittavano di ogni specie vivente su questo pianeta io cercavo invano qualcosa da mangiare, era già abbastanza tardi, le 22h ca., e pioveva a dirotto, tanti stand erano chiusi (tra cui quelli di Solo Crudo e di Green Kitchen, due stand veg/ crudisti su cui avevo riposto le mie "speranze alimentari"), altri 2-3 offrivano anche panini "vegan", ma in realtà in un caso il panino non era vegan (cioè il contenuto era seitan, ma il panino vero e proprio era quello classico da burger) e son passata oltre; uno stand offriva anche lui panini vegan, ma pubblicizzava a gran voce il maiale arrosto e ne aveva uno sul bancone, ho rinunciato ad avvicinarmi, mi sembrava ipocrita; un altro stand aveva finito le alternative veg; insomma alla fine sono rimasta a digiuno, ma il problema non era questo, onestamente in queste situazioni non esco mai di casa a stomaco del tutto vuoto perchè non so cosa mi attenderà, quindi alla fine non ho cenato, ma la cosa non mi ha comportato grossi disagi a livello fisico.
A livello mentale però il disagio c'era... in momenti come questi mi sento molto sconfortata, ovviamente non rinuncio alla mia scelta di vita, ma trovandomi in mezzo a carneficine come quella mi chiedo quanto davvero la mia decisione conti a livello non personale.
In più il mio compagno, che è onnivoro, ogni volta che parliamo di veganismo, sostenibilità ecc. ecc. alla fine mi dice sempre di comprendere le ragioni di chi non vuole comportare la sofferenza e morte altrui per cibarsi/ vestirsi ecc., ma di non credere che una scelta del genere possa davvero avere senso a livello comune e che l'industria alimentare se ne frega della scelta di una fetta così esigua della popolazione e che cmq gli animali vengono "prodotti" e uccisi lo stesso; non sempre riesco a controbattere a queste affermazioni perchè non avrebbe senso, secondo me, dire che questo mi fa sentire meglio con me stessa e con la mia integrità morale, il che ovviamente è vero, ma non è inerente in questi casi...
Ora, so che rispetto a qualche anno fa, si sono fatti grandi passi avanti, ora anche al supermercato ci sono tante opzioni specificatamente dedicate a vegani e a vegetariani e in generale la conoscenza di questo mondo è più ampia da parte del grande pubblico ( spesso la cosa ci si ritorce contro, perchè le info sono errate ecc, ma credo che spesso sia anche un elemento che permette a tanti di avvicinarsi a questa scelta), ma non sarà tutto marketing e moda? E sopratutto è davvero abbastanza? A livello di allevamenti intensivi ad es. ci sono risultati concreti? E a livello di mentalità le persone si rendono conto di uccidere esseri viventi con emozioni e sentimenti per puro vizio? E voi come reagite a determinate situazioni? Ne uscite fuori "indenni"? O vi fate le mie stesse domande? E che risposta vi date? Grazie a tutti!

2 Andrea, 11/10/15 11:49

Non è affatto vero che il mercato non ne risenta, ne risente eccome. La patetica contro-informazione delle associazioni di categoria di macellai, lattai ecc. lo dimostra.


1. L'impatto del singolo influisce direttamente sui consumi: ovviamente il pollo che si compra è già morto e nessuno lo salverà, ma man mano che lo scaffale si svuota viene fatto un altro ordine. Il grossista a sua volta fa un altro ordine e così via.

Non è tanto diverso da quando leggi che un disco ha venduto TOT copie. Ogni copia venduta alla fine viene conteggiata e ha un impatto.


2. Se anche non contasse l'impatto del singolo ma solo quello di molti avrebbe lo stesso senso fare questa scelta: Se 60 milioni di italiani mangiano carne vengono uccisi, sparo una cifra, 60 milioni di animali, se lo fanno "solo" 59 milioni, sono 59 milioni di animali uccisi. Se qualcuno ti dice che non è così chiedigli come mai solo per i prodotti animali ogni legge di mercato viene violata e c'è una produzione fissa di carne e derivati indipendente dalla domanda. Sarei curioso di saperlo.

E non è che un'azione "di gruppo" abbia meno senso di una individuale: se c'è un incendio in un asilo pieno di bambini magari io da solo non posso fare molto, ma se in 100 ci mettiamo con gli estintori magari alcuni li salviamo. Se anche non salvassimo animali individualmente ma solo collettivamente non avrebbe meno importanza, sarebbe solo più semplice voltare le spalle al problema cercano scuse del tipo "lo stanno già facendo altri, il mio contributo sarebbe trascurabile".


Comunque questo punto due è un ragionamento per assurdo, la verità è che già il singolo ha effetti concreti sulla vita o morte di animali (il punto 1 per intenderci)

3 Marina, 11/10/15 14:09

Come dice Andrea, sarebbe davvero inverosimile che le leggi della domanda e dell'offerta non valessero per i prodotti animali... quindi, certo che fa la differenza quello che scegliamo di comprare!
Ovvio che se ragioni su 1 persona su 1 milione non fa la differenza, ma non è vero che la persona sia una. Tu sei una, un'altra è una, un'altra ancora è una, ma la somma non fa certo uno... e quindi un impatto ce l'ha e più siamo più ne ha.
La tua preoccupazione sull'essere troppo pochi dovrebbe trovare sbocco nell'impegno come attivista: se dedichi del tempo a diffondere questa scelta, aumenti il numero di persone vegan e quindi fai diminuire il numero di animali che vengono fatti nascere, torturati e ammazzati, e contribuisci a creare un impatto maggiore sulle leggi della domanda e dell'offerta.

Gli allevatori l'han capito meglio di noi vegan, infatti mentre prima si limitavano a vendere la loro "merce", adesso cercano di difendersi per mantenere la loro posizione e non far dimunuire troppo le vendite.
Fanno campagne pubblicitarie per sostenere che la carne è indispensabile e fa bene (e vengono poi bloccate dal garante della pubblicità in quanto ingannevoli), cercano di controbattere con argomentazione illogiche e stupide nel settore dell'impatto ambientale, ecc. Certo, coi loro mezzi e con la stupidità media della gente possono riuscire a convincerne parecchia, ma di fatto convincono solo chi già non vuole rinunciare alla carne, secondo me.

Leggi per esemoio questo articolo:
Gli allevatori degli Stati Uniti sono preccupati dalla prevista diminuzione dei consumi di carne.
https://www.agireora.org/news/notizia_1238.html

Ma anche senza questo, si vede benissimo dall'atteggiamento di difesa che hanno assunto le associazione di macellai e "lattai".

E' chiaro che i carnivori che ti circondano cerchino di convincerti che il tuo non uccidere animali sia inutile: così si mettono ancora più a posto la coscienza, se ne hanno una cui importi qualcosa della sofferenza degli animali. Ma perché dovresti credere ai loro ragionamenti illogici?
Piuttosto, il mio invito è di impegnarti in qualche campagna, anche con solo 3-4 ore al mese: è un tempo che chiunque può dedicare. Si rinuncia a qualche ora di svago e si fa qualcosa di utile, che fa la differenza.

L'iniziativa più importante è Adotta un'università, qui vedi come partecipare:
https://www.agireora.org/progetti/adotta.html

Ma ci sono anche molte altre campagne:
https://www.agireora.org/attivismo/campagne.html

e consigli:
https://www.agireora.org/attivismo/cosa_fare.html

4 fasguvh, 11/10/15 19:42

le cose stanno cambiando eccome
sempre piu' "produttori" sono in difficolta'... finalmente

ma comunque di certo la soluzione migliore non e' mai allora tanto vale non fare niente

5 Andrea, 11/10/15 20:19

Fai leggere loro queste:

https://www.facebook.com/vegansidekick/photos/pb.450350651726063.-2207520000.1414925227./708781812549611/

https://www.facebook.com/vegansidekick/photos/pb.450350651726063.-2207520000.1414925227./578861065541687/

6 Marina, 11/10/15 20:34

Andrea ha scritto:
Fai leggere loro queste:

Forte la prima :-)

7 PomodoroSmarrito, 11/10/15 21:17

Marina ha scritto:
Forte la prima :-)

Già, tanto forte quanto vera! :-) Lo notiamo nella vita di tutti i giorni ed è, vederlo sintetizzato in vignette, l'unico modo per farci un sorrisino sopra. Altrimenti l'amarezza regna sovrana sulle nostre empatiche papille, vivere ogni volta tutto ciò; non che se ne muoia, però… Come la stessa contraddizione in termini quando vediamo delle manifestazioni di "Animalisti", che nel frattempo preparano un Barbecue. Mah…

8 gerbillo, 19/10/15 22:54

PinkElf ha scritto:
altri 2-3 offrivano anche panini "vegan", ma in realtà in un caso il panino non era vegan (cioè il contenuto era seitan, ma il panino vero e proprio era quello classico da burger) e son passata oltre; ...quindi alla fine non ho cenato

Il classico pane da hamburger (quello coi semi di sesamo sopra) è vegan quindi il panino lo potevi mangiare. E in ogni caso esistono le patate fritte (all'ultimo festival che non volevo perdere ho cenato con pane e patate fritte). Mai stato a digiuno, nemmeno mangiando street food in paesi ben più carnivori del nostro...basta adattarsi e ingegnarsi...

9 lou_bee, 20/10/15 00:14

gerbillo ha scritto:
Il classico pane da hamburger (quello coi semi di sesamo sopra) è vegan quindi il panino lo potevi mangiare. E in ogni caso esistono le patate fritte (all'ultimo festival che non volevo perdere ho cenato con pane e patate fritte). Mai stato a digiuno, nemmeno mangiando street food in paesi ben più carnivori del nostro...basta adattarsi e ingegnarsi...

Anche io (e con questo post mi presento, quasi!) mai rimasta digiuna, e di festival/fiere ne frequento parecchie! Anche se mi assicuro sempre che le patate non vengano fritte nello stesso olio di carne/pastelle varie con uova. Bisogna tenere gli occhi aperti anche lì.

Io invece andando in giro non mi demoralizzo, e, anzi, quasi mi viene da impegnarmi ancora di più in questa scelta di vita. Perché è una battaglia aperta, insomma, e se ci demoralizziamo ora che evidentemente stiamo apportando una differenza - già il fatto che ci siano delle opzioni vegan sempre più frequenti anche in queste situazioni, ci dà un'idea - allora tanto varrebbe rinunciare dal principio.

10 Myeu, 20/10/15 08:25

lou_bee ha scritto:
Anche se mi assicuro sempre che le patate non vengano fritte nello stesso olio di carne/pastelle varie con uova. Bisogna tenere gli occhi aperti anche lì.

Per quello non c'è problema, non vengono uccisi animali se la friggitoria usa lo stesso olio per patatine e pastella con uova ;-)

11 Marina, 20/10/15 10:17

Myeu ha scritto:
Per quello non c'è problema, non vengono uccisi animali se la friggitoria usa lo stesso olio per patatine e pastella con uova ;-)

Sì, infatti, lì è solo una questione di sapore (sempre che si senta), ma non si può dire che le patatine fritte nell'olio dove è stato fritto qualcosa di animale non siano vegan, dato che questo non ha implicato la morte di animali.

Cos'hanno in comune queste persone? Ciascuno di loro sta salvando migliaia di animali.

Siamo tutti diversi, trova il modo adatto a TE per aiutare gli animali!