Alimentazione e tumore
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FrancescaF,
21/09/10 10:36
Ciao,
al padre di un mio collega (61 anni) è stato diagnosticato un tumore in fase terminale (si parla di qualche mese di vita nelle ipotesi positive), partito dall'esofago tempo fa (ma non si sa quanto) e metastatizzato al fegato.
Questo pover'uomo non sa cos'ha (anche se credo possa immaginarlo) ed è molto depresso. I medici non stanno facendo nulla al riguardo, come se un uomo fosse composto solo di carne ed ossa. Chissenefrega dello spirito. Bah (abbasso la medicina allopatica!).
Ho chiesto se stanno curando l'alimentazione e mi hanno risposto "non so, penso di no".
Assurdo. Io mi sono già attivata per cercare medici, etc. etc.
La mia domanda è: conoscete testimonianze di guarigione di persone che hanno cambiato alimentazione?
Ricordo tanto tempo fa su FB la storia di una signora inglese a cui è stato diagnosticato il tumore al seno e che lo ha visto regredire nel momento in cui ha interrotto i latticini.
Se avete link o altro, grazie per postarli.
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Marina,
21/09/10 11:00
Penso dipenda molto dallo stadio in cui si trova il tumore. Di certo l'alimentazione vegan previene, e in alcuni casi anche cura, ma se e' troppo tardi purtroppo non c'e' nulla da fare nemmeno con l'alimentazione.
Ma di certo male non fa provarci, se non funziona almeno puo' vivere un po' meglio gli ultimi mesi di vita.
Come testimonianza, c'e' Howard Lyman, ex allevatore USA diventanto vegan, quello che intervistano in Meat the Truth, il "cowboy pazzo". Lui era stato operato di cancro e poi e' diventato vegan ed e' guarito del tutto, pero' magari la situazione era diversa.
Ciao...
Marina
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saetta54,
21/09/10 11:53
Putroppo non ritengo che il passaggio ad una alimentazione vegan possa giovare molto a questo pover'uomo...Il tumore all'esofago e' molto aggressivo, tra l'altro ha gia' metastatizzato al fegato..Un cambio di alimentazione puo' forse giovargli nell'alleviare alcune sofferenze digestive legate al progressivo declino della funzione del fegato. Un regime alimentare vegano ha un ruolo altamente e ultrasicuramente preventivo...Certamente e' un toccasana x evitare la recidiva di tutti i tumori "guariti" chirurgicamente (in particolare, seno, prostata e colon). Cmq, all'Istituto Tumori di Milano c'e' proprio un gruppo di medici e di nutrizionisti che si occupa di alimentazione del paziente oncologico, applicando regimi alimentari non proprio vegan ma quasi. Importante anche farlo afferire ad un buon Centro x la terapia del dolore.
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FrancescaF,
21/09/10 12:25
saetta54 ha scritto:
Putroppo non ritengo che il passaggio ad una alimentazione vegan possa giovare molto a questo pover'uomo...
A me spiace.
Io qui in ufficio lo dico in tutti i modi.
Ma oltre che Sushi e McDonalds non sanno ordinare.
Forse cominceranno a capire che quello che dico ha un fondo di verità.
Il tumore
all'esofago e' molto aggressivo, tra l'altro ha gia' metastatizzato al fegato..
Già, proprio così.
Un cambio di alimentazione puo'
forse giovargli nell'alleviare alcune sofferenze digestive legate al progressivo declino della funzione del fegato.
Anche questo sarebbe importante ma i medici rimangono impalati!
Un
regime alimentare vegano ha un ruolo altamente e ultrasicuramente preventivo...Certamente e' un toccasana x evitare la recidiva di tutti i tumori "guariti" chirurgicamente (in particolare, seno, prostata e colon).
Ho trovato attraverso un fruttariano questa clinica ungherese:
www.gerson.huAi tempi di Gerson La percentuale delle guarigioni, tra i pazienti del Dottor Gerson, quasi esclusivamente ammalati di cancri terminali, e, comunque, tutti con metastasi, era superiore al 40%.
Naturalmente non si tratta di una cura miracolosa dato che può fallire ma ha avuto successo dove la medicina allopatica ha fallito.
Qui solo frutta e verdura cruda biologica - no farinacei no animali e derivati.
Cmq, all'Istituto Tumori di Milano c'e' proprio un gruppo di medici e di nutrizionisti che si occupa di alimentazione del paziente oncologico,
Lo so, Cascina Rosa, dott. Franco Berrino.
Grazie!
applicando regimi alimentari non
proprio vegan ma quasi.
Ci sono i pesci.
Importante anche farlo afferire ad
un buon Centro x la terapia del dolore.
Di questo non se n'è parlato.
Ma io, oltre che farlo visitare dall'Ospedale di Varese, lo porterei, avendo cura di non stressarlo troppo, come minimo all'Istituto dei Tumori di Milano.
Boh, forse che io depongo le armi solo quando è finita davvero e non conosco la rassegnazione.
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pluto_1973,
21/09/10 12:37
FrancescaF ha scritto:
Ma io, oltre che farlo visitare dall'Ospedale di Varese, lo porterei, avendo cura di non stressarlo troppo, come minimo all'Istituto dei Tumori di Milano.
ma nn ci lavora anche la Dott. De Petris?
ciao
Dan
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ariel444,
21/09/10 13:23
guardati pure questo Francesca:
http://arielveganfashion.blogspot.com/search?q=gersonio sono reduce proprio in questo momento dalla visita periodica dall'oncologo del policlinico di Roma dove andiamo io e un gruppetto di amiche ogni sei-sette mesi per un controllo di prevenzione
da quando sono vegan il nodulo (benigno) che si era andato sempre ingrandendo negli anni precedenti da vegetariana è regredito di sei mesi in sei mesi e sono già due visite che non è più neanche palpabile, non si sente più
hanno preso nota sulla mia scheda del cambio di alimentazione (!)
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seitanterzo,
22/09/10 00:31
Comunque, proprio da studi dello stesso istituto, la frutta, seppur contenente importanti sostanze fitochimiche, protettive nei confronti del tumore, risulterebbe rischiosa in casi di metastasi regresse a causa dell'alto tenore in poliammine, che promuoverebbero la prolificazione cellulare.
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AleVimukti,
22/09/10 11:46
Mio padre aveva il tumore alla laringe. Negli ultimi mesi era diventato uno scheletro (ultimi 7 mesi: alto 1,75cm - 18 kg) e questa malattia gli consumò quasi tutto il palato, quindi tendeva a salire verso il cervello e non verso il basso.
Il problema è che questo tipo di malattia non permette di masticare e ingerire anche il più piccolo chicco di riso e addirittura diventa insopportabile anche bere un goccio di acqua.
Io ho assistito mio padre soprattutto nell'ultimi due anni e ho potuto notare i cambiamenti. Si ammalò per motivi di fumo e anche per l'alimentazione, purtroppo cinque anni prima era partito per roma e durante questo periodo non ebbe molta cura per se stesso (io ero ancora in puglia).
Tre anni fa il dottore mi diede la conferma e la diagnosi ben precisa e cercai di cucinare cibi morbidi e minestrine adatte a mio padre e lui capì di dover eliminare cibi piccanti, insaccati, cibi secchi e soprattutto i dolci e grassi.
La situazione peggiorava di anno in anno e due anni fa iniziarono i numerosi ricoveri in diversi ospedali di Roma e mi dissero che avrebbe vissuto al massimo per altri 2 anni. Nel frattempo io andavo tutti i giorni in ospedale per curarlo con il succo 100% di succo di Noni (ottimo ricostituente per cellule e sistema immunitario) durante e dopo la radioterapìa e chemio, e lui stesso diceva che con questo rimedio non sentiva più la debolezza e la tristezza.
In ospedale molte volte affrontavo a voce alta i dottori ignoranti perchè durante l'ora del pasto servivano spesso cibi con sugo e pezzi di carne, formaggio a fette, dolci con marmellata...Roba da pazzi.
Tutti i giorni portavo a mio padre il cibo cotto da casa mia e una volta il medico mi disse che era molto pericoloso portagli del cibo perchè poteva contenere batteri presenti nell'aria....
Io non ascoltavo nessuno e ogni giorno portavo in reparto creme di verdure fresche, semolino, crema di riso, frutta frullata per mio padre.
Gli ultimi sete mesi, invece, arrivò lo stato avanzato della malattia e poteva solo bere o ingoiare cibo liquido. Ma anche questo era inutile, perchè quando ingoiava la bevanda fuoriusciva dal naso.
Con questo si capisce la gravità della situazione, e lui rifiutò il ricovero in ospedale. Fu il periodo più difficile e doloroso perchè avrei preferito che fosse morto e che ci avesse lasciato molto prima per liberarsi dal dolore terreno. Non poteva più parlare, questo brutto male gli impedì anche di parlare.
In quel periodo l'unico aiuto che potevo dargli era la mia tranquillità nell'animo e il sorriso, ed è soprattutto grazie a lui se son riuscita a resistere. Ricordo che continuava a prendere in giro i medici e le suore dell'ospedale e a farci ridere, e addirittura appese sulla parete della sua stanza privata un grande biglietto con scritto:" Perdete ogni speranza Voi che entrate!"...Quante risate, e guardavo gli sguardi sconvolti di chi entrava :D
Ora voglio dare preziosi consigli, con la speranza di poter aiutare con tutto il cuore la persona che ha la stessa malattia:
1) Eliminare vino,fumo, caffè, birra e altri alcolici, dolci, gelato al cioccolato(una volta mio padre ne assaggiò un poco e stava per soffocare), carne, pesce, formaggi, pomodoro e salse troppo condite, aceto..;
2)Prendere 2 cucchiai al giorno di Succo di Noni 100% durante e dopo la malattia;
3)Assicurarsi che il cibo sia sempre morbido e abbondare con frutta e verdura fresca;
4)Bere 2-3 tazze al giorno di tè verde;
5)Ascoltare l'ammalato e avere molta pazienza e compassione nei suoi confronti.
6)Non ascoltare le assurdità che spesso dicono i dottori e seguire solo ciò che può essere salutare e benefico.
7)Quando si ha la conferma e la percezione che la malattia è peggiorata, e non ci sono possibilità di sopravivenza, allora bisogna rispettare la volontà della persona che soffre. Se proprio deve fare un piccolo periodo di ricovero, anche solo per controllo, è meglio scegiere una clinica privata per malattie oncologiche(possibilmente convenzionato, bisogna chiedere ai dottori). Queste strutture sono importanti perchè offrono il ricovero in stanza singola e quindi migliorano la riservatezza la tranquillità della persona, e spesso c'è posto e sostegno anche per il familiare che lo segue.
Purtroppo non tutti i medici sono sensibili e non sempre si preoccupano anche dello stato psicologico del paziente, quindi manca proprio la base. Credo fermamente il primo passo importante è la cura dell'anima e del cuore, perchè se questo è forte allora il dolore diventa più sopportabile.
So che questo messaggio è lungo ma è un dicorso molto delicato da affrontare per me, ma con questa esperienza spero di poter essere di aiuto a chi ne ha bisogno. Ciao.
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saetta54,
22/09/10 11:55
E' un messaggio splendido.
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AleVimukti,
22/09/10 11:59
saetta54 ha scritto:
E' un messaggio splendido.
Grazie.
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Lia78,
22/09/10 15:52
AleVimukti ha scritto:
5)Ascoltare l'ammalato e avere molta pazienza e compassione nei suoi confronti.
Grazie per aver condiviso la tua esperienza con noi.
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ariel444,
22/09/10 19:45
sì, Ale, un abbraccio...
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AleVimukti,
22/09/10 19:55
ariel444 ha scritto:
sì, Ale, un abbraccio...
Grazie tante, purtroppo di questa cosa non riuscivo a parlarne perchè era troppo forte da sopportare ed è una malattia bruttissima. Ma oggi sentivo il dovere di farlo, anche se con il nodo in gola.
Attenzione negli ospedali!
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seitanterzo,
22/09/10 21:57
Hai scritto una cosa stupenda Alessia, sembrerebbe banale dirlo ma non posso che ringraziarti anch'io.
Un abbraccio forte.
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FrancescaF,
23/09/10 10:05
Alessia,
ti ringrazio infinitamente per il coraggio che hai mostrato nel condividere un evento così doloroso.
E ti ringrazio per avere anche condiviso questo cammino d'amore.
Sono d'accordo con te su molti punti.
Sto facendo un percorso spirituale molto importante e mai come ora penso che la cura dell'anima sia di fondamentale importanza.
Purtroppo la maggior parte delle persone è addormentata (e non vuole svegliarsi).
Sono completamente rassegnati, completamente nelle mani dei medici, colmi di energia negativa e mortifera, ipnotizzati dalle procedure ospedaliere.
Come accompagnare in questi termini una persona che - anche se non è detta l'ultima parola - sta andandosene?
Ascoltare me farebbe fuoriuscire i più reconditi sensi di colpa che giù stanno bussando alle porte del loro cuore. Ascoltare me significherebbe ammettere che hanno sbagliato una vita intera con cene a base di carne, grigliate estive e bistecche a go go.
E alle persone non piace dire "ho sbagliato".
Il mio contributo l'ho dato e la mia mano è costantemente tesa.
Ma sta a loro vederla e afferrarla. Di più non posso - e non desidero - fare.
Sta a loro decidere. Io non posso - e non desidero - più interferire.