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1 Tom, 20/08/15 14:50
2 Andrea, 20/08/15 15:32
Ad esempio: è risaputo che la produzione di olio di palma causa lo sterminio degli orango, animali estremamente intelligenti e in via di estinzione; dall'altra parte, la produzione dell'olio di girasole, spesso citata come possibile sostituto dell'olio di palma, causerà sicuramente l'uccisione di molti altri animali, ad esempio tramite l'aratura. Ora, potendo scegliere come orientare i nostri consumi, è chiaro che lo specista "classico" eviterà l'olio di palma a vantaggio del girasole, perché considera l'orango di gran lunga più importante della talpa (è solo un esempio ovviamente). Ma si tratta di un ragionamento che un vegano potrebbe approvare?
Riassumendo: dal punto di vista pratico, ogni essere animale conta come uno? Un orango può davvero considerarsi "uguale" ad una formica?
3 Tom, 21/08/15 14:25
Andrea ha scritto:
Per me no, ma credo che questo sia l'unico sito in cui ho visto dire una cosa simile. Infatti non ho mai capito il boicottaggio all'olio di palma, a meno che qualcuno non abbia dati secondo i quali uccide più animali delle altre monocolture.
Andrea ha scritto:
Premesso che nella vita reale non capita praticamente mai un simile dilemma, se non sbaglio in questi casi Singer usa come metro di paragone 1) la "consapevolezza di sè", 2) il desiderio di vivere privi di sofferenza e e) la qualità di vita che si ha davanti.
Quindi in sostanza non c'è differenza tra un uomo, un gorilla, un gatto, una talpa, o un piccione. Per gli insetti invece sembra che queste cose (1-2-3)siano inferiori.
Per questo se devi scegliere tra salvare un cane o una zecca che ha nella carne (credo sia uno dei pochi casi in cui veramente si deve scegliere tra una vita e l'altra) uccidi la zecca e salvi il cane.
Andrea ha scritto:
Questo avviene anche tra esseri umani: se una persona con una vita normale e una con un gravissimo danno cerebrale che la rende capace di poche azioni necessitano di un trapianto e c'è un solo organo viene privilegiata la prima.
Andrea ha scritto:
Attenzione: questo non significa come dicono certi che per Singer il cane vale meno dell'uomo e più del piccione o che è meglio salvare una persona di successo con una vita felice piuttosto che una persona che vive sola e fa una vita insoddisfacente.
4 Andrea, 21/08/15 14:46
Tom ha scritto:
Personalmente boicotto l'olio di palma per motivi squisitamente ambientali, non animalisti. Ma non intendo affrontare in questa sede il dibattito, immagino vi siano appositi thread dedicati a tale argomento.
il vegano, per dirsi tale, deve necessariamente rifiutare lo specismo?
5 Marina, 21/08/15 14:47
6 lucio, 22/08/15 01:19
Se ho ben capito, infatti, la filosofia vegan invita ad evitare o limitare il più possibile la produzione di sofferenza nei confronti di tutti gli animali, ma vorrei capire se tale aspetto si limita al piano della sofferenza fisio -psico-emotiva, o si estende anche a quello della "violenza morale" che potrebbe discendere da una classificazione (più o meno arbitraria) delle varie specie viventi.
Mi spiego meglio: chi si definisce "vegan" potrebbe al tempo stesso ritenere accettabile la stesura di una scala gerarchicamente orientata dei vari esseri viventi?
Dal punto di vista teoretico ciò significherebbe considerare (ad es.) l'essere umano più importante del gorilla, il gorilla più importante del cane, il cane più importante della formica, ecc. (ovviamente mi rendo perfettamente conto dell'arbitrarietà insita a qualunque possibile classificazione, ma qui non mi interessa capire se vi siano classificazioni migliori di altre, ma semplicemente se la stessa idea di operare classificazioni possa considerarsi accettabile dal punto di vista vegan).
Una simile impostazione potrebbe risultare perfettamente compatibile con l'imperativo morale del non produrre sofferenze, almeno fintantoché ciò non richieda di porre in essere comportamenti pratici in contrasto con esso:
Riassumendo: dal punto di vista pratico, ogni essere animale conta come uno? Un orango può davvero considerarsi "uguale" ad una formica? Di fronte alla necessità di orientare i nostri consumi nel miglior modo possibile, possiamo limitarci a considerare il dato numerico di "quanti animali vengono uccisi per la creazione di un certo prodotto", oppure è "giusto" introdurre anche un elemento qualitativo, attribuendo una diversa importanza all'orango rispetto alla formica?
7 Andrea, 22/08/15 08:38
lucio ha scritto:
Diventare vegan semmai è una buona cura per rinsavire dall'antispecismo che inevitabilmente afflige molti di noi prima di diventarlo.
8 Tom, 22/08/15 16:12
Andrea ha scritto:
Sì, ma come ti abbiamo già spiegato il sito è per 1) chi è vegan o 2) per chi ha deciso di diventare vegan e ha bisogno di qualche dritta dal punto di vista pratico. NON per discutere tra chi è vegan e chi non lo è.
Andrea ha scritto:
Il vegano deve smettere di uccidere animali: come non vai a uccidere altre persone o cani o gatti, non uccidi mucche, polli e via dicendo. Poi, come non ci sono "regole" su cosa sia più giusto fare se si deve scegliere tra salvare una persona o l'altra così non ci sono per gli animali.
Questo per inciso non ha niente a che vedere con lo specismo: se decido se salvare una mucca che ha un'aspettativa di vita di 35 anni invece di un insetto con ciclo vitale di 24 ore è per un motivo oggettivo. Altrimenti il fatto di privilegiare per i trapianti un giova rispetto a un 90 enne sarebbe discriminazione sull'età?
Marina ha scritto:
Faccio solo un'osservazione: deve essere chiaro che questa discussione può avere un senso solo per parlare in linea teorica, per "filosofeggiare", appunto, ma ha ben poche applicazioni nella pratica.
Marina ha scritto:
La cosa importante è quella di smettere di consumare prodotti animali di ogni tipo, sia per l'alimentazione che in altri settori. Questo è un atto molto pratico che permette di non incrementare, e alla lunga far diminuire, la domanda di prodotti animali, e quindi le uccisioni di animali, nonché le vere e proprie torture che sono costretti a subire.
E' ovvio che non potremo mai essere a impatto zero. Per il solo fatto che viviamo, mangiamo, ecc., un impatto sull'ambiente, e quindi sugli animali selvatici, ce l'abbiamo e sempre ce l'avremo.
Ma intanto vediamo di azzerare quello infinitamente più grande dovuto al consumo di prodotti animali (cosa che ovviamente diminuisce anche di molto quello dovuto alla produzione di vegetali, perché per dar da mangiare agli animali si consumano vegetali coltivati).
Tutto il resto, in confronto, è una piccolezza, e si potrà, casomai, pensarci in seguito, per migliorare.
Ma intanto occorre fare il passo principale, senza il quale tutti gli altri ragionamenti non hanno alcun senso.
Questo lo dico perché dal tuo profilo, Tom, vedo che non sei ancora vegan.
Per questo ti invito a fare questo passo, il resto è, al confronto, abbastanza irrilevante, e se ne può casomai parlare dopo.
Ciao,
Marina
lucio ha scritto:
Il problema non è la classificazione gerarchica in sé; il criterio di classificazione è fondamentale; il problema non riguarda i vegan, ma tutti gli umani.
Partiamo dall'universo umano. Se classifico gerarchicamente le persone in base alla disponibilità economica in un determinato momento (criterio reale e misurabile), faccio una cosa del tutto neutra che descrive la realtà per come io la percepisco: dirò ad esempio che qui ed ora ci sono quelli "più ricchi" e quelli "meno ricchi", che ci sono fascie sociali diverse, che c'è un sopra e un sotto. Se dopo stabilisco che i più ricchi "sono più importanti" dei meno ricchi, faccio una seconda classificazione basata su un diverso criterio: l'attribuzione di un "valore" alla persona (essere o essenza della). Solo apparentemente sto usando i soldi come criterio, ma in realtà uso il "valore", che non è misurabile e secondo molti neanche esiste al di fuori delle menti di alcuni umani. Questo è quello che fa appunto lo specismo, o in generale il razzismo. E che l'antispecismo, o antirazzismo, combatte. Il classificare gerarchicamente in sé non crea problemi, a nessuno. L'attribuire valore all'essenza crea problemi, a tutti (a meno che non si voglia sostenere che il razzismo non sia un problema, anche per gli stessi razzisti).
Passando all'universo animale. Possiamo classificare gerarchicamente gli animali secondo diversi criteri, senza danno per nessuno, come avviene nelle scienze biologiche. Se cominciamo ad attribuire valori, facciamo lo specismo tra loro e tra noi e loro, con danno di tutti (a meno che non si voglia sostenere che lo sconquasso ecologico che stiamo provocando con la nostra cultura specista non sia un problema, anche per gli stessi specisti).
lucio ha scritto:
Intanto la questione delle scelte pratiche contraddittorie non è una peculiarità dei vegan, ma vale per chiunque. Poi non credo proprio che una impostazione specista possa essere compatibile con la scelta vegan. Qui mostri di ignorare l'empatia che un vegan matura proprio per la sua scelta verso gli animali. Diventare vegan semmai è una buona cura per rinsavire dall'antispecismo che inevitabilmente afflige molti di noi prima di diventarlo. Non dico che si rinsavisca al 100%, ma la percentuale è alta. Se smetti di usarli il più che ti è possibile, finisci per pensarli in modo diverso. Te lo garantisco per esperienza personale.
lucio ha scritto:
Il punto non è se umano, orango e formica siano uguali, ovvio che no, basta guardarli. Ma se abbiano lo stesso valore. Ovvio che sì, per chi non opera attribuzione di valore. E per chi non crede nell'esistenza dell'essere e del valore, il problema neanche si pone. L'eguaglianza è un concetto vecchio nell'universo umano, ma ancora non digerito. Nel rapporto con le altre specie le cose stanno molto peggio.
Riguardo le scelte pratiche, penso che esistano già linee guida formidabili: quelle vegan. Smettere di mangiare, indossare e torturare animali per le necessità quotidiane sono criteri potenti. Per i casi limite si possano stabilire altri criteri, possibilmente quanto più oggettivi e misurabili. Ma saranno sempre discutibili e spesso contingenti. Anche le scelte conseguenti saranno discutibili. Ma non è così per tutte le questioni umane difficili? Comunque non saranno criteri specisti, se non si cadrà nella trappola delle attribuzioni di "valore", quello sì immaginario, soggettivo e non misurabile.
9 Marina, 22/08/15 16:52
Tom ha scritto:
Ok, credo di dover fare una piccola premessa. Scopo di questo mio thread non è quello di criticare, contestare o altrimenti porre in dubbio la scelta vegan. Do per scontato che essa sia una buona scelta etica. Capisco bene la tua posizione, per cui l'unica cosa che nella pratica conta davvero è smettere di consumare prodotti animali, ma in questa sede volevo affrontare, per l'appunto, un argomento più teorico, al fine di comprendere meglio i rapporti intercorrenti tra due "filosofie" (veganismo e antispecismo) i cui confini non mi sono del tutto chiari. E' vero, sono ancora vegetariano, ma sono qui in cerca di informazioni, che, nonostante in tale occasione possano sembrare di scarsa utilità pratica, dal mio punto di vista sono comunque importanti. Se tuttavia non mi è concesso rivolgere questo genere di domande, pur a malincuore interromperò immediatamente la discussione.
10 lucio, 23/08/15 00:21
Andrea ha scritto:
Immagino fosse: "per rinsavire dallo specismo", non "per rinsavire dall'antispecismo"!
11 Andrea, 23/08/15 15:59
Tom ha scritto:
D'accordo, lo capisco, ma credevo che l'esistenza di una apposita sezione denominata "filosofia vegan" consentisse di evadere almeno un po' dalle questioni più squisitamente "pratiche".
12 Tom, 24/08/15 14:58
Marina ha scritto:
Ma perché tali ragionamenti purante teorici senza nessun legame con la vita reale dovrebbero essere importanti, se invece non è importante il continuare a essere causa di sofferenza e morte palese e incontestabile di vitelli, mucche, pulcini e galline? Non servono tante informazioni per scegliere di smettere di ammazzarli, penso che tu le abbia già trovate tutte.
Che importanza può mai avere tutto il resto? Importanza vera, dico, non per il piacere di filosofeggiare.
Si può disquisire su tutto, così tanto per fare, ma non serve a evitare sofferenza agli animali. Magari serve invece a crearsi degli alibi artefatti nella propria testa...
E permetti che non sia una bella cosa sentir fare questi ragionamenti sul sesso degli angeli da chi poi nella pratica continua a consumare prodotti che sono costati la vita in modo diretto a palese ad animali che invece si potrebbero salvare molto facilmente, senza bisogno di porsi dilemmi etici astrusi e con pochi legami con la realtà. Se tu dici che la scelta vegan è giusta, ma poi non la fai, vuol dire che non ti importa, quindi se non ti importa non vedo perché ti dovrebbero importare altri ragionamenti teorici sugli animali e sui danni che noi umani facciamo loro.
Che poi, oltretutto, parlare di anti-specismo ha senso soprattutto in riferimento alla discriminazione tra umani e non umani, non tra una specie animale e un'altra. Si tratta piuttosto di fare la differenza tra specie e individuo: gli ambientalisti che si preoccupano delle specie più rare non si preoccupano del singolo individuo di quella specie, ma della specie in quanto tale. Quindi il problema casomai non è dare più o meno importanza a una specie, ma dare importanza alla sofferenza e alla morte del singolo individuo, cosa che invece chi non rispetta gli animali non fa mai. Ma questo è ancora un altro discorso.
Andrea ha scritto:
Certo, ma il punto non è:
discussione pratica / discussione filosofica
ma piuttosto:
utente vegan (o che è qui per diventarlo) / utente che non lo è
Gli utenti non vegan ovviamente sono più che benvenuti se sono qui perché hanno deciso di diventarlo, anzi, questo è lo scopo principale del sito. Non è invece un sito per chi ha già tutte le informazioni ma decide di uccidere quotidianamente animali, ritiene legittimo farlo e vuole discutere "filosoficamente" su casi limite che nella pratica non si verificheranno mai.
Uccidere animali e ritenersi nel giusto e poi chiedere a chi non lo fa cose del genere è francamente sconvolgente.
Sarebbe come scrivere su un forum contro la violenza sulle donne: - "Ciao, penso che l'uomo sia superiore alla donna e possa farle quello che vuole, io per primo lo faccio. Però sono qui per discutere un po' con voi di alcuni casi limite di questa <<filosofia dei diritti delle donne>>".
E non vedo come si possa capire cosa significa essere antispecisti quando nonostante tutte le informazioni si decide comunque a mente fredda di uccidere gli appartenenti a specie diverse.
13 Marina, 24/08/15 15:12
14 Andrea, 24/08/15 15:31
Tom ha scritto:
io per primo, da vegetariano, mi ritengo fortemente ideologico in questa mia scelta).
Tom ha scritto:
Permettimi poi un piccolo appunto: sei proprio sicuro che una simile gestione della policy risulti alla lunga positiva per la causa vegan?
Thread chiuso
Questa discussione è stata chiusa da uno degli amministratori con la seguente motivazione: "VeganHome è un sito per chi è già vegan o (soprattutto) per chi ancora non lo è ma ha deciso di diventarlo e vuole qualche aiuto. Non è un luogo di discussione per chi non lo è e non ha intenzione di diventarlo."
"Papà, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.