Procreazione si, procreazione no; pagina 8

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106 Myeu, 25/04/17 01:40

Emili@ ha scritto:
Adottare non è una scelta possibile per tutti e non tanto perchè è macchinoso e costoso, o per le restrizioni legali, ma dal punto di vista emotivo e psicologico. E' un percorso molto lungo e difficile anche per la coppia, che deve accogliere un bambino estraneo come proprio figlio. Non ci sono gli ormoni che sostengono l'attaccamento, non c'è l'esperienza fisica della gravidanza, del parto e dell'allattamento che aiuta a creare il legame mamma-bambino.

Ecco, io personalmente ritengo che chi pensa di non essere in grado di percepire un figlio, che non ha direttamente concepito, come "non suo", forse non è totalmente all'altezza di diventare genitore. A mio parere le capacità educative e affettive che si devono avere per crescere un figlio dovrebbero essere le stesse sia per un bambino procreato che adottato.

Per quanto riguarda invece le problematiche di apprendimento, potrebbero capitare in egual misura in un figlio biologico. Tutti gli alunni con DSA e ADHD che ho seguito erano figli naturali, ma mi rendo conto che la mia esperienza è limitata.

107 Emili@, 25/04/17 19:33

Myeu ha scritto:
Ecco, io personalmente ritengo che chi pensa di non essere in grado di percepire un figlio, che non ha direttamente concepito, come "non suo", forse non è totalmente all'altezza di diventare genitore. A mio parere le capacità educative e affettive che si devono avere per crescere un figlio dovrebbero essere le stesse sia per un bambino procreato che adottato.

Fa un po' male leggere queste cose, anche se è solo la tua opinione personale.
Secondo me è molto meglio dire "non so se ce la farei" piuttosto che dare per scontato di essere capaci di accogliere un estraneo nella propria famiglia...alcune motivazioni le ho già dette e non voglio ripetermi. Io penso che le capacità richieste a un genitore adottivo siano enormemente maggiori, per questo rispetto moltissimo chi riesce a fare questa scelta in modo consapevole. Ma non me la sentirei proprio di dire che chi non se la sente non sia necessariamente all'altezza di diventare genitore.

Myeu ha scritto:
Per quanto riguarda invece le problematiche di apprendimento, potrebbero capitare in egual misura in un figlio biologico. Tutti gli alunni con DSA e ADHD che ho seguito erano figli naturali, ma mi rendo conto che la mia esperienza è limitata.

L'ho detto anch'io che può capitare con qualsiasi figlio, ma non sono d'accordo che tutti i problemi possano capitare in egual misura, dato che le condizioni di privazione in cui molti di questi bambini vivono i primi anni della loro vita incidono inevitabilmente sul loro sviluppo. Purtroppo si pensa sempre di adottare dei neonati, ma spesso parliamo di bambini già grandicelli che ne hanno passate di tutti i colori. Anche per questo penso che per essere genitori adottivi serva "una marcia in più".
A me comunque è capitato di conoscere ragazzi adottati che avevano addirittura la 104 e nelle scuole ho visto molti casi di adottati con problemi vari. Probabilmente la maggior parte sono ragazzi con difficoltà che non arrivano a essere considerate handicap anche se con conseguenze importanti sulla loro vita e sulla loro famiglia, come Q.I. borderline o problemi vari di comportamento o di tipo psichiatrico. Non mi riferivo assolutamente ai disturbi specifici di apprendimento, che non c'entrano nulla con questo discorso.

108 Andrea, 25/04/17 23:47

Non credo siano confrontabili l'adozione di un bambino con gravi trascorsi (maltrattamenti ecc.) o problemi di salute al limite dell'handicap con la procreazione, che nella maggioranza dei casi non comporta questi problemi. Sono d'accordo sul fatto che quelle non siano situazioni che tutti possono gestire e chi adotta un bambino con quei problemi sta veramente facendo un enorme gesto di altruismo.

Ma io penso alle coppie che conosco che hanno adottato: famiglie standard, situazione economica nella media, che hanno adottato figli piccoli e senza alcun problema a parte ovviamente il non avere genitori.

Per correttezza dico che nella metà dei casi l'adozione non è stata una scelta, ad esempio un mio ex professore non poteva avere figli quindi l'adozione era l'unica strada.

109 Andrea, 25/04/17 23:48

Andrea ha scritto:
ad esempio un mio ex professore non poteva avere figli

Ovviamente intendevo: la moglie del mio ex professore non poteva avere figli.

110 Puzzola, 26/04/17 10:44

Bunny89 ha scritto:
Usiamo tante parole eppure non comunichiamo.

ah ecco, almeno ne sei consapevole.

111 Emili@, 26/04/17 13:26

Andrea ha scritto:
Non credo siano confrontabili l'adozione di un bambino con gravi trascorsi (maltrattamenti ecc.) o problemi di salute al limite dell'handicap con la procreazione, che nella maggioranza dei casi non comporta questi problemi. Sono d'accordo sul fatto che quelle non siano situazioni che tutti possono gestire e chi adotta un bambino con quei problemi sta veramente facendo un enorme gesto di altruismo.

Per correttezza dico che nella metà dei casi l'adozione non è stata una scelta, ad esempio un mio ex professore non poteva avere figli quindi l'adozione era l'unica strada.

Andrea, io vorrei chiudere la discussione e non fare polemiche inutili... però qui mi si attribuiscono cose che io non ho detto.
Io sull'adozione ci ho riflettuto seriamente e mi sono informata di persona e su siti e forum, sia per le ragioni etiche (che condivido, pur non arrivando a pensare che procreare sia di per sè "non etico"), sia per problemi di salute. Sono arrivata alla conclusione che io (e anche il mio compagno, si intende) per il momento non me la sento. Magari in futuro cambierò idea. Ma non è bello leggere, in maniera non troppo velata, che c'è chi pensa che chi rifiuta l'adozione non sia degno di avere figli tout court.

Per quanto riguarda quello che scrivi, ribadisco (e poi chiudo, perchè ho ripetuto più volte il mio pensiero) che NON mi riferisco a casi estremi ma alla maggior parte dei casi che conosco, o perchè conosco i genitori o perchè li ho incontrati nelle scuole in cui ho lavorato. Poi so benissimo anch'io che ci sono figli adottivi che vengono adottati molto piccoli e crescono perfettamente normali ed equilibrati, ma in base alla mia esperienza sono la minoranza.
Quello che dicevo è che la trafila di esperienze che porta un bambino ad essere adottabile è di solito più che sufficiente perchè abbia qualche problema. C'è una bella differenza tra crescere (nel migliore dei casi) in un istituto ed essere accuditi fin da subito da una figura materna, perchè la mancanza di stimoli, affettivi e cognitivi, nei primi mesi e anni comporta danni che solo in parte sono compensabili, anche con tutto l'amore e la pazienza che un genitore adottivo ci può mettere.
Non mi riferisco quindi a gravi problemi "di salute" o handicap che possono avere tutti, a prescindere dalle condizioni dei primi anni di vita.
Quando a una coppia arriva la proposta di abbinamento con un minore adottabile (dopo anni di attesa), chiaramente viene informata se ci sono evidenti problematiche di salute o disabilità e penso che la coppia possa rifiutare l'adozione, oppure fare un gesto veramente altruistico e adottare comunque. Ma qui mi sembra che stia l'equivoco: le problematiche a cui mi riferisco non sono certo quelle, ma io parlo delle situazioni che (secondo la mia esperienza) è normale aspettarsi quando si adotta e che non sono diagnosticabili/osservabili subito, ma solo con la crescita e la scolarizzazione.

Detto ciò, io non ho nulla contro l'adozione, anzi! Ma spero che chi decide di intraprendere questa strada lo faccia informandosi molto bene, senza fermarsi al ragionamento "voglio un figlio ma non posso/non voglio procreare>>>allora lo adotto" (che era quello che volevo criticare, non critico l'adozione in sè nè tantomeno discuto la problematicità del mettere al mondo qualcuno), ma riflettendo bene sui problemi, grandi e piccoli, che potrebbe trovarsi ad affrontare e soprattutto mettendo al centro il bisogno del bambino (di QUEL bambino con le sue eventuali difficoltà) di avere una famiglia, non il proprio bisogno di avere un figlio...

112 Andrea, 26/04/17 14:25

Emili@ ha scritto:
Per quanto riguarda quello che scrivi, ribadisco (e poi chiudo, perchè ho ripetuto più volte il mio pensiero) che NON mi riferisco a casi estremi ma alla maggior parte dei casi che conosco, o perchè conosco i genitori o perchè li ho incontrati nelle scuole in cui ho lavorato. Poi so benissimo anch'io che ci sono figli adottivi che vengono adottati molto piccoli e crescono perfettamente normali ed equilibrati, ma in base alla mia esperienza sono la minoranza.

Evidentemente abbiamo conoscenti con esperienze opposte.. Però anche loro si erano informati perché ovviamente non si fa una scelta del genere senza prendere più informazioni possibile e mi fido delle loro valutazioni visto che sulla base di esse si giocavano tutto il loro futuro.

La situazione che hanno trovato era infinitamente più rosea di quella che dipingi tu, tanto che hanno provato, con successo, la strada dell'adozione. Di certo se fosse risultato che i figli adottivi equilibrati sono addirittura una minoranza avrebbero rinunciato in partenza.

Poi certo, adottare un bambino di 10 anni cresciuto in un istituto è diverso da adottare un bambino di 6 mesi.

Con questo non voglio negare le esperienze dei tuoi conoscenti ovviamente.

113 Marina, 26/04/17 15:08

Io credo che sia innegabile che fare un figlio proprio sia più semplice, da tanti punti di vista, rispetto a seguire la strada dell'adozione.
Però non è nemmeno il caso di dipingere la strada dell'adozione come così tanto complicata e fonte di così tanti problemi: se così fosse, non ci sarebbero persone che adottano, invece ci sono e anche loro prima di prendere la decisione si sono certamente informate e non han fatto le cose a caso.
Non mi pare che qui si vogliano sminuire le difficoltà e sostenere che adottare è una decisione da prendere alla leggera e senza informarsi.
E credo che nessuna delle persone che decidono per l'adozione lo facciano senza prendere le dovute informazioni. Questa scelta va incentiva, non certo disincentivata, perché rimane comunque, da ogni punto di vista, quella che fa più del bene.

114 Andrea, 3/05/17 12:58

D'ora in poi cancelliamo tutti i messaggi (indipendentemente dalla posizione pro o contro) di chi interviene senza aver letto la discussione e attribuisce agli altri cose mai dette.

Chi è interessato alla discussione non avrà problemi a dedicare 10 minuti a leggerla prima di esprimere la propria opinione. Se non è disposto a farlo a maggior ragione non siamo disposti noi a ripetere cose già scritte più e più volte.

115 Guest, 22/05/17 18:28

Emili@ ha scritto:
[...]
Quello che dicevo è che la trafila di esperienze che porta un bambino ad essere adottabile è di solito più che sufficiente perchè abbia qualche problema. C'è una bella differenza tra crescere (nel migliore dei casi) in un istituto ed essere accuditi fin da subito da una figura materna, perchè la mancanza di stimoli, affettivi e cognitivi, nei primi mesi e anni comporta danni che solo in parte sono compensabili, anche con tutto l'amore e la pazienza che un genitore adottivo ci può mettere.
Non mi riferisco quindi a gravi problemi "di salute" o handicap che possono avere tutti, a prescindere dalle condizioni dei primi anni di vita.
Quando a una coppia arriva la proposta di abbinamento con un minore adottabile (dopo anni di attesa), chiaramente viene informata se ci sono evidenti problematiche di salute o disabilità e penso che la coppia possa rifiutare l'adozione, oppure fare un gesto veramente altruistico e adottare comunque. Ma qui mi sembra che stia l'equivoco: le problematiche a cui mi riferisco non sono certo quelle, ma io parlo delle situazioni che (secondo la mia esperienza) è normale aspettarsi quando si adotta e che non sono diagnosticabili/osservabili subito, ma solo con la crescita e la scolarizzazione.

Allora il problema è il sistema (individuazione dei problemi familiari, azione e numero degli assistenti sociali, permanenza negli istituti, velocità di adozione). Solo perché il sistema funziona male non bisogna arrendersi.
Bisognerebbe fare qualcosa, ma chi lo fa?
Chi è disposto a combattere per dare una vita dignitosa a un bambino estraneo (ai suoi geni) è una persona che mette in gioco sé stessa e mette in risalto quello che le persone chiamano il lato "umano".
Il fatto è che di adozione si parla troppo poco e a pochi importa veramente di sistemare le cose; i problemi cognitivi dei bambini adottati e maltrattati sono solo il risultato, il vertice, di una piramide di situazioni sociali improponibili sulle le quali bisognerebbe agire (educazione e istruzione, gap di genere, lavoro, educazione sessuale, povertà,............).
Adottare un bambino grandicello significa sapere più o meno quali problemi ha, significa voler prendersi cura, aiutare ed educare una persona nel migliore dei modi a prescindere dalle condizioni da cui viene e a prescindere da fatto che è stato visto o meno quando era un bel fagottino tanto tenerino.
Voler fare un figlio significa voler creare una persona (che non rimarrà un bambino per tutta la vita), significa volerlo anche a costo di trovarselo con qualche malattia rara non diagnosticata prima del parto, o a costo di scoprire che è uno psicopatico più tardi.
Tutto è difficile. L'importante è sapere dove si vuole andare e perché si fa quel che si fa (fortunatamente siamo anche ragione e non solo istinto) senza scuse e senza fronzoli.

116 RossanaP, 23/05/17 16:01

Tutti hanno impatto sul pianeta, il pianeta cambia. Siamo natura esattamente quanto i caprioli. Al massimo si deve parlare di ridurre la quantità. Ma non pensiamo che un mondo senza esseri umani sia un mondo bello positivo, senza sofferenza e morte.

117 Marina, 23/05/17 16:09

RossanaP ha scritto:
Tutti hanno impatto sul pianeta, il pianeta cambia. Siamo natura esattamente quanto i caprioli.

Magari...
Noi esseri umani abbiamo un impatto negativo sul pianeta molto maggiore di qualsiasi altra specie e siamo anche gli unici che usiamo la violenza estrema a scopo ricreativo.
Nessun animale, nemmeno quelli carnivori veri, uccide per sfizio, e in così vasta scala, ma solo per sfamarsi.

RossanaP ha scritto:
Al massimo si deve parlare di ridurre la quantità. Ma non pensiamo che un mondo senza esseri umani sia un mondo bello positivo, senza sofferenza e morte.

A un mondo senza esseri umani non si arriverà, non ti preoccupare, almeno, non per volontà degli umani.
La sofferenza e la morte ci sono certamente anche senza umani, perché la natura non è certo etica, ma questo non giustifica la nostra specie per tutte le nefandezze che compie, anzi: abbiamo la possibilità di capire che facciamo del male, e se continuiamo a farlo la nostra colpa è di molto superiore a quella di qualsiasi altro animale che per la sua sopravvivenza fa del danno ad altri.

Quindi no, io non direi che siamo sullo stesso piano delle altre specie, siamo molto più deleteri, sia come quantità di danno che facciamo che come "qualità".

118 Andrea, 23/05/17 16:25

RossanaP ha scritto:
Al massimo si deve parlare di ridurre la quantità.

Ma infatti si parlava di questo. Anzi, neppure.. si parlava di non aumentare la quantità, neppure di ridurla.

Io ad esempio adoro gli animali, ma non farei mai riprodurre dei cani e gatti perché i rifugi sono pieni di animali in cerca di adozione. Per gli esseri umani è infinitamente peggio visto l'impatto che ciascuno di noi ha quindi delle persone (vegan o non vegan, è un argomento trasversale questo) decidono, per il bene di tutti, di non aumentare ulteriormente il nostro numero.

119 Myeu, 23/05/17 18:42

Ma non si era detto che i nuovi interventi avrebbero dovuto non ripetere le stesse cose già dette finora?

120 Andrea, 23/05/17 18:53

Myeu ha scritto:
Ma non si era detto che i nuovi interventi avrebbero dovuto non ripetere le stesse cose già dette finora?

In effetti hai ragione..

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Cos'hanno in comune queste persone? Ciascuno di loro sta salvando migliaia di animali.

Siamo tutti diversi, trova il modo adatto a TE per aiutare gli animali!