Cosa ci insegnano a veterinaria; pagina 2

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16 Deby, 27/09/12 22:09

Six ha scritto:
No no, non è assolutamente così! Ci sono le eccezioni (io per esempio ;-)) ma ti assicuro che la cosa è ben diversa! I veterinari che curano gli animali degli allevamenti li curano solo in relazione alla qualità della carne o del latte o altri derivati e, sebbene ci siamo regole sul benessere animale, non sempre queste vengono rispettate, soprattutto se sono un pò contro il guadagno..

Ovviamente ho generalizzato molto, ma davvero la maggior parte dei veterinari non è amico degli animali.. anche se nell'immaginario collettivo è così!

Io faccio parte della schiera degli ingenui che credevano al veterinario amante degli animali, ma sto frequentando un Master con persone che hanno diverse Lauree e ci sono due veterinari: uno fa il musicista nella vita ( e non gli ho ancora chiesto quale sia la sua posizione verso gli animali), l'altro si occupa di allevamento di maiali e di "conferimento" delle carni delle povere bestiole. Inutile dire che fatico non poco a mantenere un comportamento civile verso di lui ed ogni tanto faccio qualche battutaccia.

17 Cloud, 27/09/12 22:33

Dopo il liceo volevo fare la veterinaria paladina degli animali. Mi dissuase un "capo dei capi", che discutendo del test di ammissione mi disse che a suo avviso la domanda in base a cui selezionare gli studenti doveva essere: ami gli animali?
1) li adoro
2) vorrei salvarli tutti
3) sì, fatti al forno con le patate...
(l'ultima era quella giusta per lui...)

E conosco tanti veterinari che coprono gli allevatori pur di favorirli economicamente, e a cui interessa la produzione e mai, in nessun caso, il benessere degli animali. Conosco veterinari ottimi per cani e gatti che però si fanno grandi grigliate e vanno a pesca.

Insomma, un esercito di dissociati, forse un po' più gravi della gente comune, perché loro sì che hanno visto coi loro occhi cosa vuol dire lo sfruttamento, l'uccisione, la tortura.

18 verdetartarugo, 28/09/12 09:26

Guest ha scritto:
Domanda (semplice curiosità!): I biologi ovviamente non possono eseguire interventi chirurgici e non possono fare diagnosi se non sbaglio, perché queste cose le possono fare solo i medici (veterinari). Ma mi chiedo.. se i biologi conoscono gli animali selvatici ecc.. ma non li possono curare..e i veterinari che possono curare non conoscono gli animali selvatici (come gli uccelli ad esempio).. quale è la figura laureata che si può occupare e può curare gli animali selvatici? Uno deve per forza prendere una laurea in biologia e poi in veterinaria?

Io conosco un luminare nel campo dei selvatici ed è laureato in veterinaria come tutti gli altri, non ha lauree aggiuntive (almeno non sono esposte in studio), credo che si sia aggiornato per conto suo.

19 Myeu, 30/09/12 12:29

Andrea ha scritto:
Eh no.. temo che la facoltà di veterinaria sforni > prevalentemente figure professionali che aumentano la > produttività dello sfruttamento degli animali. Non > dimentichiamo che il 99% degli animali che vengono al mondo > vengono mangiati.
Credo che veterinaria sia la facoltà più ostile in assoluto > dal punto di vista animalista.

Concordo al 100% Io ci sono dentro, vedo tutti i giorni come vanno le cose. Sono al 4° anno e ancora non ho fatto una materia dove mi si spieghi bene le patologie o come curare un cane o un gatto (e per niente uccelli o rettili) mentre so benissimo quali sono le patologie comuni che possono diminuire la resa al macello di bovini, suini, etc, so benissimo come sono fatte le stalle, gli allevamenti, quanto latte produce una mucca, come si fa l'inseminazione artificiale e così via..
La maggior parte degli studenti (almeno il 70% e non è poco!) vuole lavorare, come si dice, sui "grossi animali", perchè loro sono quelli che portano lavoro e guadagno. E poi, dicono, è bello, perchè chi lo fa dice di amare il contatto con gli animali e la vita all'aria aperta (nel caso di ippodromi o di allevamenti bovini, meno nei suini...per niente per i polli). La restante parte vuole lavorare su cani e gatti, ma non per questo sono persone amanti degli animali: amano solo cani e gatti! E spesso li vedo con le giacche con il collo di pelo... quindi diciamo che amano solo "certi" cani e "certi" gatti.

Quanto è vero...io sono solo al primo anno e sono già disgustata dal clima che si respira all'interno della facoltà (puzza un po' di ipocrisia e morte inutile).
Non sopporto di dover sprecare il mio tempo a studiare materie come "Economia rurale ed elementi di agraria", e di dover entrare a forza in macelli per fare l'ultimo controllo alle povere mucche (anche se guai a dire mucche! sono vacche, o tutt'al più bovine) destinate alla morte...
Il problema di queste facoltà è la mentalità arretrata che c'è in Italia, che vede ancora il veterinario come un "dottore degli animali" generico, definizione che non tiene conto nè di colui che vuole specializzarsi in clinica dei piccoli animali (per intenderci, quelli che amano solo "certi" cani e "certi" gatti), nè di una figura che magari non ha il guadagno economico ma il benessere REALE, e non il "benessere" fittizio di cui si parla negli allevamenti, volto ad aumentare la resa al macello e le quantità di latte, come priorità, categoria entro la quale penso di poter inserire Six e me.
Quello che si percepisce dagli "insegnamenti" è che la salute animale deve essere mantenuta solo per non immettere sul mercato carne infetta che potrebbe danneggiare a sua volta la salute dell'uomo...disgustoso.

Six, posso chiederti in che città frequenti Veterinaria?

20 Six, 30/09/12 20:15

flokim ha scritto:
Forza Six, resisti in mezzo a tutta sta gentaglia perchè c'è veramente tanto bisogno di veterinari come te che abbiano a cuore il benessere degli animali e che non pensino solo allo stipendio.

Infatti è solo la mia forza di volontà e lo scopo per cui lo faccio che mi permette di andare avanti.. ho un sogno che voglio realizzare, ho la fortuna di avere due genitori che mi supportano in questo e non ci rinuncerò mai. Tra un paio di settimane ci porteranno al macello: potrei anche non andarci, ma ci andrò lo stesso. Starò male, malissimo.. ma ci andrò lo stesso, per vedere, per sentire... e se ci riesco, per documentare (devo trovare il modo di camuffare la macchina fotografica.. vorrei fare un video).

verdetartarugo ha scritto:
Io conosco un luminare nel campo dei selvatici ed è laureato in veterinaria come tutti gli altri, non ha lauree aggiuntive (almeno non sono esposte in studio), credo che si sia aggiornato per conto suo.

Posso chiederti chi è? Magari lo conosco o se no.. mi interesso che mi interessa! Scrivimi anche via mp se ti va, grazie!

Cloud ha scritto:
Dopo il liceo volevo fare la veterinaria paladina degli animali. Mi dissuase un "capo dei capi", che discutendo del test di ammissione mi disse che a suo avviso la domanda in base a cui selezionare gli studenti doveva essere: ami gli animali?
1) li adoro
2) vorrei salvarli tutti
3) sì, fatti al forno con le patate...
(l'ultima era quella giusta per lui...)

Io avrei finto di essere d'accordo per poi fare quello che volevo io ;-)

E conosco tanti veterinari che coprono gli allevatori pur di favorirli economicamente, e a cui interessa la produzione e mai, in nessun caso, il benessere degli animali. Conosco veterinari ottimi per cani e gatti che però si fanno grandi grigliate e vanno a pesca.

Idem...
Insomma, un esercito di dissociati, forse un po' più gravi della gente comune, perché loro sì che hanno visto coi loro occhi cosa vuol dire lo sfruttamento, l'uccisione, la tortura.

Si, pensa che una ragazza vegana che conosco è andata al macello con i suoi compagni, ha detto che tanti erano scossi e alcune ragazze si sono messe a piangere. All'uscita il proprietario del macello ha offerto panini al prosciutto e se li sono mangiati tutti!!! Cose da non credere!!!

Guest ha scritto:
Già.. magari ci fosse un corso di laurea in veterinaria per animali selvatici.. forse c'è qualche corso di specializzazione?! (ma ne dubito fortemente che ve ne sia uno in Italia).

No non ci sono corsi di specializzazione.. al massimo su cosiddetti "esotici e non convenzionali" (conigli, cavie, pappagalli, tartarughine) ma niente sui selvatici. Negli USA invece si, ci sono facoltà specializzate in selvatici o su zoo e acquari (discutibile ovviamente, ma almeno è sempre legato ai selvatici).

Domanda (semplice curiosità!): I biologi ovviamente non possono eseguire interventi chirurgici e non possono fare diagnosi se non sbaglio, perché queste cose le possono fare solo i medici (veterinari). Ma mi chiedo.. se i biologi conoscono gli animali selvatici ecc.. ma non li possono curare..e i veterinari che possono curare non conoscono gli animali selvatici (come gli uccelli ad esempio).. quale è la figura laureata che si può occupare e può curare gli animali selvatici? Uno deve per forza prendere una laurea in biologia e poi in veterinaria?

Diciamo che un biologo può occuparsi dell'aspetto etologico (comportamentale), di come reinsere un animale in natura, etc.. mentre il veterinario è quello che prescrive le medicine, opera etc. Purtroppo anche studiando da se un biologo non potrà mai avere le conoscenze di 5 anni di studi, seppur non sui selvatici. Però sappiamo che più o meno un maiale è come un cinghiale, una mucca è come un capriolo, un cervo, un daino, un cavallo è come una zebra e così via.. e se un veterinario si informa e studia può cavarsela. Io ho preso la laurea in biologia perchè non me la sentivo di fare veterinaria e non ne ero sicura. Poi ho frequentato molti centri di recupero di animali selvatici e ho visto che come biologo non potevo fare niente per aiutarli e salvarli (se non sei veterinario non vieni molto considerato in questi posti).. e ho capito che più che studiarli gli animali, vorrei salvarli, per quello che posso.. e allora ho deciso di intraprendere anche questa strada! La cosa bella è che avendo fatto biologia ho un approccio completamente diverso, cosa che nessuno in corso con me ha.. e ho un interesse diverso, insomma è difficile da spiegare ma secondo me riesco a vedere gli animali sotto vari aspetti e non solo come un pezzo di carne da aggiustare.. e secondo me dovrebbero inventare una nuova facoltà che integrasse le due cose. Ma non lo faranno mai, perchè non porterebbe nessun guadagno!! Anche se sarebbe un sogno!!!
Quindi insomma.. se interessa, conviene fare veterinaria e studiare da soli tanta biologia (che è più semplice come "fai da te" e frequentare centri di recupero dove si possa fare esperienza diretta, cosa che a veterinaria non ti fanno fare!!!)

Deby ha scritto:
Inutile
dire che fatico non poco a mantenere un comportamento civile verso di lui ed ogni tanto faccio qualche battutaccia.

Concordo! :-)

Myeu ha scritto:
Six, posso chiederti in che città frequenti Veterinaria?

Certo, a Pisa! Tu? Se hai bisogno di qualsiasi cosa, consigli o altro sarò ben felice di aiutarti, dobbiamo essere in tanti!!! :-)

21 Myeu, 30/09/12 21:35

Six ha scritto:
Certo, a Pisa! Tu? Se hai bisogno di qualsiasi cosa, consigli o altro sarò ben felice di aiutarti, dobbiamo essere in tanti!!! :-)

Io a Parma! Inizio le lezioni domani +_+
Grazie mille, almeno so che c'è qualcuno che la pensa come me su questa facoltà ;-)

22 Six, 30/09/12 22:21

Ohh io le ho iniziate già da due settimane :-((( uffa!

23 keen, 6/10/12 17:07

Che bello scoprire che tra gli studenti e i laureati in veterinaria ci sono molti più “animalisti” di quanto si creda! Il solo fatto che questo termine venga usato da molti docenti e studenti con accezione negativa mi ha sempre sconfortato (non so quante volte avrò sentito dire che “chi è animalista non dovrebbe iscriversi a veterinaria”). C'è una cosa che però ho notato in questi anni: tutti gli studenti di veterinaria vegan vogliono occuparsi dei piccoli animali. Io, invece, da quando mi sono iscritta a questa facoltà, ho il sogno di riuscire a fare qualcosa per migliorare la qualità di vita dei grandi. Sia chiaro, da vegan so che la cosa migliore sarebbe che il numero di allevamenti e animali esistenti diminuisse fino a scomparire, ma so anche che pensare che questo avvenga da un giorno all'altro sia solo utopia. E al momento sembrano non esistere intermediari tra chi si occupa di salvare con atti pratici la vita di questi animali e di sensibilizzare il pensiero comune (come la maggior parte dei frequentatori di questo forum) e chi dovrebbe occuparsi di “benessere animale” ma in realtà fa sempre gli interessi degli allevatori. Voi cosa ne pensate? È davvero così impossibile cercare di migliorare lo stato delle cose senza cadere nell'incoerenza?

24 Marina, 6/10/12 18:24

keen ha scritto:
Voi cosa ne pensate? È davvero così impossibile
cercare di migliorare lo stato delle cose senza cadere nell'incoerenza?

Secondo me, sì, se intendi lavorare negli allevamenti, perché prendi soldi da chi ammazza gli animali e perché migliorare di una briciola il come sono trattati non cambia la sostanza delle cose.

Però le competenze negli animali "da fattoria" invece secondo me sarebbero molto utili per aiutare gli animali salvati dai macelli e ospitati nei rifugi.
Al momento non sono molti, ma io credo diventeranno sempre di più, e un veterinario che li possa davvero curare, con competenza, e che non sia al soldo degli allevatori penso sarebbe molto utile.

Poi sono competenze utili anche per fare conferenze, tenere lezioni, ecc.

Quindi penso sia utile studiare gli animali da fattoria, ma non per andare a lavorare negli allevamenti, ma per fare ben altro.

Ciao,
Marina

25 keen, 6/10/12 18:50

Non intendevo certo lavorare per conto di allevamenti! Anche perchè lì certo non potresti mai andare contro i loro interessi :). Io mi riferivo ai lavori come il ricercatore, il veterinario della asl o chi si occupa di legislatura, ovvero è responsabile della regolamentazione degli allevamenti (che ad es stabilisce la grandezza minima degli spazi disponibili, i sistemi per migliorare le condizioni igeniche o le norme volte in generale al benessere animale). Anche se non sono affatto sicura ci siano spazi di manovra sufficientemente “etici” da non dover scendere a compromessi. Ma fino a che non intraprenderò un'altra carriera voglio essere ottimista! Comunque anche l'idea di occuparsi dei rifugi non è affatto male, ma attualmente è purtroppo ancora una realtà troppo piccola, come ad es quella dei centri di riabilitazione degli animali da laboratorio.. Non sono certo strade facili.

26 Andrea, 6/10/12 19:21

keen ha scritto:
Anche se non sono affatto sicura ci siano spazi di manovra sufficientemente “etici” da non dover scendere a compromessi.

Non capisco la domanda.. è impossibile non scendere a compromessi visto che si parla di decidere come vengono imprigionati e uccisi gli animali. E' per definizione un lavoro volto al compromesso.

Per come la vedo io se ora negli allevamenti il benessere animale è 0, con tutto l'impegno di tutti gli animalisti che decidessero di lavorare in questo ambito arriverebbe a 0.001 quindi non ne vedo lo scopo.

Insomma, è come se degli ebrei avessero lavorato a decidere come progettare la camere a gas con l'idea di renderle "meno peggio".

27 keen, 6/10/12 19:53

A tutto questo ciò pensato anch'io. Con l'unica differenza che le mie percentuali sono più ottimiste dello 0,001. O meglio: anche se la morte e la sofferenza sono una conseguenza inevitabile di qualsiasi tipo di allevamento, per esperienza posso dire che si vede in modo chiaro come una miglior condizione di detenzione di questi animali incida sulle loro esistenze. Estremizzando, si possono considerare le differenza tra un allevamento intensivo e uno al pascolo: è chiaro che entrambi secondo il nostro punto di vista sono deplorevoli, non voglio certo lasciar passare questo messaggio, ma non si può negare che se questi animali dovessero scegliere di che morte morire non avrebbero dubbi.

28 Andrea, 6/10/12 19:59

keen ha scritto:
per esperienza posso dire che si vede in modo chiaro come una miglior condizione di detenzione di questi animali incida sulle loro esistenze.

Puoi fare qualche esempio?

Estremizzando, si possono
considerare le differenza tra un allevamento intensivo e uno al pascolo: è chiaro che entrambi secondo il nostro punto di vista sono deplorevoli, non voglio certo lasciar passare questo messaggio, ma non si può negare che se questi animali dovessero scegliere di che morte morire non avrebbero dubbi.

Ma le professioni di cui parli tu possono al limite cambiare leggermente le cose all'interno degli allevamenti intensivi, o quelli semi-casalinghi che spesso non sono affatto meglio. Non certo trasformarli in pascoli.

29 Marina, 6/10/12 20:05

No, guarda, l'animal welfare è proprio insostenibile e inaccettabile.

Serve solo a mettere a posto le coscienze alla gente, far credere che si sta facendo il possibile, ma non salva nemmeno un animale. Parlando di percentuali, gli animali salvati sono lo 0%.
Parlare di "miglioramento delle condizioni di vita" è assurdo per animali imprigionati. Può aver senso solo per far spendere pià soldi agli allevatori, ma tanto non lo farebbero, troverebbero qualche scappatoia, quindi, tanto vale.

No, col tempo e le energie che impiegheresti per dare una giustificazione alle coscienze umane selza salvare nessun animale, ne potresti invece salvare molti, dedicandoti non all'animal welfare, ma a informare per evitare l'imprigionamento degli animali.

Animal welfare vade retro! ;-(

Ciao,
Marina

30 Six, 7/10/12 10:21

keen ha scritto:
Non intendevo certo lavorare per conto di allevamenti! Anche perchè lì certo non potresti mai andare contro i loro interessi :). Io mi riferivo ai lavori come il ricercatore, il veterinario della asl o chi si occupa di legislatura, ovvero è responsabile della regolamentazione degli allevamenti (che ad es stabilisce la grandezza minima degli spazi disponibili, i sistemi per migliorare le condizioni igeniche o le norme volte in generale al benessere animale).

Io credo che lavorare per gli allevamenti o per la parte di legislatura più o meno sia la stessa cosa e non cambia niente...
Negli allevamenti puoi anche proporre cose per migliorare il benessere, ma gli allevatori e altri interessati accettano le proposte solo se migliorano anche il loro benessere economico.. e comunque la fine ultima di quegli animali sarà sempre il macello! Vivere in 2 mq o in 5 mq (faccio un esempio) non è una grossa differenza...
E nella legislatura lo stesso.. puoi stare attento che vengano rispettate le regole e puoi essere più rigido nel farle applicare, ma gli interessi economici sono così grandi e i giri politici pure che ci mettono poco a "farti fuori" quando non fai i loro interessi e rompi le scatole per salvaguardare gli animali.

Io credo che la cosa migliore sia che sempre meno veterinari siano disposti a fare questo tipo di lavoro! Se (utopia!!) nessun veterinario fosse disposto a lavorare in allevamenti, macelli e altre attività collegate allora forse qualche cosa cambierebbe! Di sicuro ci sarebbero dei problemi di tipo sanitario da fronteggiare che difficilmete chi non è del settore riesce a risolvere..e inevitabilmente tanti allevamenti dovrebbero chiudere! Per gli animali presenti ora in allevamento non possiamo fare nulla, possiamo solo rifiutarci di aiutare gli allevatori ad allevarli!

Però ovviamente ora che sto studiando sto cercando di imparare tutto anche su mucche, maiali, galline etc, proprio per sapere cosa fare se mi capitasse mai l'occasione di doverne salvare uno davvero.
Io ho una predilezione per gli animali selvatici..grossi o piccoli che siano e anche per loro mi serve comuque sapere come si "curano" gli animali da fattoria, perchè alla fine sono tutti uguali! :-)

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Siamo tutti diversi, trova il modo adatto a TE per aiutare gli animali!