Ingredienti nascosti / Vino vegan; pagina 4

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46 gio_c, 24/11/12 10:03

Andrea ha scritto:
Ma nemmeno per mettere un po' di uovo nelle cotolette vegetali. Allora perché quelle no e il vino sì?

perché nelle cotolette l'albume c'è ed è un ingrediente
nel vino no, fa parte del processo di lavorazione e se l'industria alimentare non chiedesse le uova per le cotolette penso che effetto domino non verrebbero usate più neanche x il vino

Gli animali vengono uccisi per carne, latte, uova, pelle, ecc. Questi danno un profitto. Gli scarti vengono raccolti e buttati. Qualcosa viene recuperato e può finire nella colla, credo a volte nell'asfalto ecc. Se in quel periodo ci sono sostanze non animali con le stesse caratteristiche più facili da reperire vengono usate quelle. La definizione di materiale di scarto è questa. "Poche uova" non è scarto.

ok, il mio discorso iniziale cmq era riferito ai prodotti di scarto, magari il vino non è l'esempio più calzante ma l'editoria, l'asfalto e le scarpe sì
quello che sto dicendo dall'inizio è che mi sembra assurdo sprecare energie a fare tutte queste cose vegan che secondo me ci fanno sembrare sempre più distanti da chi non lo è oltre a creare anche un certo business, scarpe care fatte da produttori neanche vegan ad esempio..
mi stupisco che nessuno abbia ancora pensato di produrre libri vegan
poi se per queste idee vedo me e carmen definite da carlo speciste nel senso che consideriamo le uova meno importanti dei bambini non vedo davvero cosa centra nel discorso..

47 Carlovegan, 24/11/12 10:40

gio_c ha scritto:
poi se per queste idee vedo me e carmen definite da carlo speciste nel senso che consideriamo le uova meno importanti dei bambini non vedo davvero cosa centra nel discorso..

Io non avevo intenzione di innescare un flame e mi sembra di essere stato garbato e di non avervi attaccato. Inoltre non vi ho dato delle speciste quindi non mettermi per cortesia in bocca parole che non ho detto.

Lo dimostra questo post https://www.veganhome.it/forum/vivere-vegan/vegan-poco-attenta/pag3/#m227277 dove alle vostre "piccate" risposte ho scritto:

Carlovegan ha scritto:
Pensavo sapeste che per ogni gallina sfruttata vengono uccisi dei pulcini maschi, con triturazione o con la gassazione, per questo ho fatto il paragone fra pulcini e bambini.
Consumando uova si mette in motto la riproduzione di pulcini:
- i pulcini maschi di gallina ovaiola vengono sterminati
- i pulcini femmine di gallina ovaiola diventano galline, vengono sfruttate e poi uccise

Per questo non vanno acquistati prodotti che implicano la produzione di uova

Non attacco le persone, in questo caso voi, se non sanno ancora le cose atroci che si nascondono dietro un uovo (lo dimostra il fatto che paragoni ancora le uova ai bambini, invece il paragone va fatto fra pulcini e bambini: "definite da carlo speciste nel senso che consideriamo le uova meno importanti dei bambini"), piuttosto dico loro cosa comporta il consumo di uova. Invece mi incazzo se un vegetariano dicesse "io mangio le uova" pur sapendo cosa capita ai pulcini e alla vita di sofferenza che fanno le galline.

Ecco mettiamo le cose in chiaro per cortesia.

48 Guest, 24/11/12 12:44

gio_c ha scritto:
ok, il mio discorso iniziale cmq era riferito ai prodotti di scarto, magari il vino non è l'esempio più calzante ma l'editoria, l'asfalto e le scarpe sì
quello che sto dicendo dall'inizio è che mi sembra assurdo sprecare energie a fare tutte queste cose vegan

Ma prima di tutto non è uno spreco di energie; è solo la voglia di comprare, cioè spendere soldi per aziende che se li meritano.
Uno può comprare scarpe (con rombo e tessuto come facciamo tutti), ma sappiamo che le compriamo da marche tipo puma, nike, champions (o come si scrive) che usa comunque pelle per altri tipi di scarpe..). Non vedo cosa ci sia di male se una persona si informa su aziende che producono solo cose vegan.

Mi pare che tu non abbia letto quello che è stato scritto. Ancora ripeti che è uno spreco di energie! Quanti joule pensi di consumare per cercare qualche cosa su internet o fare una telefonata?

Il problema non è questo a cui ti stai attaccando.. il problema è che i tuoi conoscenti non fanno attivismo, tutto qui.

che secondo
me ci fanno sembrare sempre più distanti da chi non lo è

Anche qui hai deciso di ignorare quello che è stato
scritto!

E' ovvio che a chi non è vegan non andiamo mai a dire che è bene premiare certe ditte piuttosto che altre e quant'altro (magari potremmo parlare male subito di veganok, ma anche per questo aspettiamo che la persona prima di tutto diventi vegan.. non è che cominciamo a fargli l'elenco delle cose giuste e sbagliate o neutre).

E vedi che nessuno ti ha attaccato, ci comportiamo tutti alla stessa maniera, ma non vedo perché parlare male di persone che stanno attenti a cosa comprare e a chi dare i propri soldi! Se tu non lo fai non significa che sono loro a sbagliare. Sbagliano solo quando dici che non fanno attivismo e basta (e ovviamente è male).

oltre a creare anche un certo business, scarpe care fatte da produttori neanche vegan ad esempio..

In che senso? Chi ti vende scarpe vegan deve essere vegan oltre a produrre solo scarpe vegan? Magari! Anche se non è così non significa però che le persone debbano dare per forza soldi alla puma, champions, diadora e quant'altro se possono non farlo.

Cioè.. perché vedere il problema dove non c'è!

Il problema non sta nel cercare di comprare da aziende cruelty free o da aziende "normali".. non toglie energia sia che si compri dall'una sia che si compri dall'altra azienda, sia che ci si informi... il problema è che bisogna fare attivismo. Hai deliberatamente paragonato l'attivismo per dire che spendere soldi per un'azienda piuttosto che per un'altra è meno importante. Grazie al cavolo, tutti siamo bravi a dire una cosa dl genere; il fatto è che non c'è nulla di male nel vedere se il proprio spazzolino ha setole animali, così come non ci si mette nulla a comprare una sottomarca per non comprare quelle che finanziano la vivisezione.

mi stupisco che nessuno abbia ancora pensato di produrre libri vegan

Senti, non esagerare! Non so neppure se ci sono case produttrici che ancora usano pelle per i propri libri... di fatto la colla per i libri è l'ultimo problema giacché per i libri servono alberi che sono la casa di centinaia di animali.

Certo.. se uno si mette a vedere tutto non comprerebbe più niente; è per questo che quando una scelta alternativa si può fare la si fa perché non è vero che si perdono le energie.

E valgono i due punti detti da Andrea nei post precedenti quando una persona deve fare un acquisto. Non significa che però..chi sta più attento sia uno snob che non fa attivismo, perché le due cosa non sono correlate.

Ti invito di nuovo a invitare i tuoi amici nelle tue attività animaliste.

Ciao,
Didi.

49 Andrea, 24/11/12 13:09

gio_c ha scritto:
perché nelle cotolette l'albume c'è ed è un ingrediente nel vino no, fa parte del processo di lavorazione

Ma questo invece mi pare proprio quel concetto di "etichetta" o di ricerca dalla "purezza" che stiamo proprio criticando. Se vengono acquistate N uova, cosa cambia se poi restano nel prodotto o se a un certo punto della lavorazione vengono eliminate? Sempre N uova sono state acquistate.

e se
l'industria alimentare non chiedesse le uova per le cotolette penso che effetto domino non verrebbero usate più neanche x il vino

Per me è identico, anche nelle cotolette non è che qualche grammo d'uovo ne cambi il sapore, diciamo che se la gente non chiedesse le uova per quei piatti in cui sono un ingrediente significativo non verrebbero usate né per le cotolette né per chiarificare il vino. Però non andiamo a comprare quei prodotti che contengono "pochi" prodotti animali

ok, il mio discorso iniziale cmq era riferito ai prodotti di scarto, magari il vino non è l'esempio più calzante ma l'editoria, l'asfalto e le scarpe sì
quello che sto dicendo dall'inizio è che mi sembra assurdo sprecare energie a fare tutte queste cose vegan che secondo me ci fanno sembrare sempre più distanti da chi non lo è

Sì certo, su questo siamo d'accordo.

oltre a creare anche un certo business, scarpe care fatte da produttori neanche vegan ad esempio..

Ma c'è di peggio.. ad esempio appena un produttore di vino ha comprato il marchio VeganOK gli amici di PromiseLand hanno inziato a scrivere articoli pazzeschi sugli ingredienti animali che potrebbero esserci nel vino. Solo che leggendo sembra che in pratica o compri il loro vino o ci trovi ingredienti animali, il che è assolutamente falso. Oggi ad esempio ho chiesto all'enoteca vicino casa che probabilità ci sono che il vino sia chiarificato con prodotti animali e hanno detto che per quanto ne sanno ormai la maggior parte non ne usa.

Quindi c'è gente che alimenta queste paure per far credere che per diventare vegan ci sia bisogno di loro.

Aggiungiamo la mania di protagonismo del fessbookiano medio che non vede l'ora di attirare un po' di attenzione dicendo che il prodotto X non è vegan ed ecco il disastro.

mi stupisco che nessuno abbia ancora pensato di produrre libri vegan

Non stupirti perché sempre gli amici di PromiseLand oltre all'unico vino vegan hanno l'unico libro di ricette vegan veramente vegan, perché è "certificato" (in realtà è un marchio pubblicitario) che la colla usata non ha ingredienti animali e che tutte le ricette sono vegan (notoriamente quando si compra un libro di ricette vegan senrve la certificazione che le ricette siano vegan..)

Poi però non non si sono fatti scurpolo di pubblicizzare carne, salumi, atroci esperimenti di vivisezione, cosmetici che incrementano la vivisezione, ditte di derattizzazione ecc. ecc. sui loro siti "vegan". Ma il libro è "certificato" vegan.

poi se per queste idee vedo me e carmen definite da carlo speciste nel senso che consideriamo le uova meno importanti dei bambini non vedo davvero cosa centra nel discorso..

SE uno considera i pulcini e le galline uccisi per produrre le uova meno importanti dei bambini è specista. Se invece semplicemente non ci si intende su cosa è scarto e cosa no allora diciamo che c'è un'incomprensione.

Il fatto è che se io che bevo vino ai pasti comprassi quello chiarificato con l'uovo consumerei più uova che se mangiassi due cotolette Valsoia con l'uovo al mese. Quindi perché nel primo caso andrebbe bene e nel secondo no? Perché in un caso le uova spariscono dal prodotto finito e nell'altro no? Ma questo per le galline e i pulcini è ininfluente.

50 Marina, 24/11/12 13:44

Per favore, non mi pare il caso di litigare e trattarci male tra noi (non dite che non sta succedendo, perché è chiaro che è così).

Sono del tutto d'accordo su quanto dice Andrea:

Mi pare comunque che siamo tutti d'accordo sul principio di fondo. L'unico disaccordo è sul catalogare il vino

a) tra i cibi tipo cotolette con una piccola percentuale di uova

oppure

b) tra cose tipo la colla che può avere ingredienti di scarto e di cui è assurdo preoccuparsi

Quindi casomai discutiamo su questo, ma senza accusarci l'un l'altro di cose poco belle, perché io sono del tutto sicura che tutti quelli che sono intervenuti nella discussioni sono dalle stessa parte.

Per me la gente che disquisisce sulle colle o altre cose di uso comune in cui EVENTUALMENTE vengono usate scarti animali non solpperde tempo, ma fa anche danno perché fa sembrare la scelta vegan più difficile di quello che è nella realtà, e quindi allontana la gente, dando il messaggio sbagliato che bisogan fissarsi sui dettagli aziché affrontane i macro-problemi, cioè allevamenti e macelli per la produzione di carne, pesce, latte, uova.

Il vino è un problema a parte, e vale quanto detto qui sopra da Andrea, quindi tutt'al più discutiamo di questo.

Ma vi prego, non lanciamoci accuse tra noi, perché nessuno che è intervenuto in questo thread le merita, e lo trovo molto demoralizzante.

Grazie, ciao.
Marina

51 zelia, 24/11/12 14:25

Non so se conta, ma anche il mio fidanzato che da anni è nell'ambiente ristorativo (diploma alberghiero e laurea in questo ramo, strano ma vero) mi ha detto che la chiarificazione con l'uovo viene usata solo in vini molto scadenti, ad esempio quelli nei ristoranti quando ordinate un "bianco" qualsiasi, ma per i vini in bottiglia non dovrebbe esserci questo problema. Prendetela così questa opinione, il mio non è un consiglio a fare o non fare niente.

Inoltre volevo chiedervi se qualcuno sa se la birra stout O'hara è vegan perchè nel sito barnivore stranissimo ma non c'è. In un sito ho trovato che è vegan, ma non so se fidarmi.

52 Carmen, 24/11/12 15:23

Beh, almeno abbiamo chiarito che le uova usate per chiarificare il vino NON sono prodotti di scarto e quindi, coloro che bevono vino bianco, meglio che prima s'informino, altrimenti, come dice giustamente Andrea, non ha senso che articoli che presentano nella lista ingredienti anche una parte infinitesimale di prodotti animali, li mettiamo giù perchè sono ben evidenti e altri che invece non sono ben a vista ma che sappiamo che sono stati impiegati, li compriamo. Il punto era proprio stabilire questa faccenda. Rimango d'accordo anche con Giorgia per quello che vuole intendere, poi il paragone del vino, come lei stessa ha detto, non era calzante, ma almeno chi, come me, non sapeva di questo processo di lavorazione e del fatto che è sempre meglio informarsi, adesso, se ha letto il thread, lo sa. Per il discorso di rubare tempo all'attivismo, non credo affatto che informarsi se un determinato vino venga fuori con quel processo o meno, possa influire. Scrivere 4 pagine di polemica per niente si che ruba tempo invece. E se non interveniva Andrea, diventavano anche 8.

53 Marina, 24/11/12 15:56

Preciso solo che la chiarificazione non si fa solo per il vino bianco, ma anche per il rosso.

54 seitanterzo, 24/11/12 17:02

Marina ha scritto:
Preciso solo che la chiarificazione non si fa solo per il vino bianco, ma anche per il rosso.

Infatti, e i motivi sono spesso dettati dall'aspetto che bisogna dare al prodotto affinchè risulti più attraente all'occhio, e quindi vendibile. Per questo motivo, come dice Zelia, i chiarificanti vengolo usati in genere per i vini di bassa qualità, dato che bisogna farli sembrare vini! Comunque basta guardare l'etichetta, segnalare la presenza di albumina o derivati è, come tutte le altre cose, obbligatorio.

55 Andrea, 24/11/12 17:07

zelia ha scritto:
solo in vini molto
scadenti, ad esempio quelli nei ristoranti quando ordinate un "bianco" qualsiasi, ma per i vini in bottiglia non dovrebbe esserci questo problema.

Io sapevo che lo stesso vale per i vini in bottiglia da poco prezzo, che non sono tanto meglio quelli serviti al ristorante (sempre da poco prezzo).

56 Andrea, 24/11/12 17:08

seitanterzo ha scritto:
Comunque basta guardare l'etichetta, segnalare la presenza di albumina o derivati è, come tutte le altre cose, obbligatorio.

No, è proprio questo il problema, non è obbligatorio perché sono usati nella lavorazione ma non ne rimane traccia nel prodotto finito.

57 zelia, 24/11/12 17:59

Andrea ha scritto:
zelia ha scritto:
solo in vini molto
scadenti, ad esempio quelli nei ristoranti quando ordinate > un "bianco" qualsiasi, ma per i vini in bottiglia non > dovrebbe esserci questo problema.

Io sapevo che lo stesso vale per i vini in bottiglia da poco prezzo, che non sono tanto meglio quelli serviti al ristorante (sempre da poco prezzo).

Si il concetto comunque è questo, il processo avviene su vini di qualità scadente. Come diceva seitan, anche secondo il mio fidanzato la cosa dovrebbe essere segnalata in etichetta in quanto l'uovo è allergene. Inoltre questa è una specie di "truffa" che delle cantine serie che lavorano in qualità non farebbero mai. Questo quello che diceva lui, io riporto solo e ripeto che non sto dando consigli per gli acquisti, ma semmai segnalare su quali vini stare più attenti.
Non sapevo invece questa cosa dei rossi, credevo fosse un problema dei bianchi.

58 Andrea, 24/11/12 18:04

zelia ha scritto:
anche secondo
il mio fidanzato la cosa dovrebbe essere segnalata in etichetta in quanto l'uovo è allergene

Non so se dovrebbero farlo (perché non so se rimangono tracce nel prodotto finito), però comunque non lo fanno perché alcune ditte a cui è stato chiesto hanno risposto che lo usavano e non era indicato in etichetta.

59 seitanterzo, 24/11/12 18:18

Andrea ha scritto:
No, è proprio questo il problema, non è obbligatorio perché sono usati nella lavorazione ma non ne rimane traccia nel prodotto finito.

Questo con la vecchia normativa, finalmente c'è un bel cambiamento!
;-)
A seguito della nuova normativa sulle nuove etichettature, per i vini imbottigliati dal primo luglio 2012 c'è l'obbligo di indicare la presenza di tali sostanze, anche se al di sotto del 5%, dato che sono stati riconosciuti dalle commissioni europee come allergeni.

Al momento capiterà ancora di imbattersi nelle vecchie etichette, in quanto le aziende hanno tre anni di tempo per poterle smaltire, ma si tratterà ormai di un problema in decadimento, che in un tempo relativamente breve scomparirà definitivamente.

60 seitanterzo, 24/11/12 18:22

Andrea ha scritto:
Non so se dovrebbero farlo (perché non so se rimangono tracce nel prodotto finito),

a ecco, rileggendo la tua frase devo aggiungere che se gli allergeni vengono utilizzati nella lavorazione ma non ne rimane traccia nel prodotto finito non c'è l'obbligo di segnalarli in etichetta, come dicevi tu, diversamente sì.

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