fateve du risate và!
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devotchka,
7/08/05 13:05
forse qualcuno di voi già l'ha letto ma è bellissimo st'articolo!ahahhahahaha!!!ah lo divido in due parti che non c'entra
Da: STUDI CATTOLICI, Luglio-Agosto 1993, n.389/90 PSICOLOGIA: IL VEGETARIANO VIOLENTO
Non soltanto in sede psicologica o psicoanalitica, è facile osservare
come, frequentemente, persone che si dichiarano rigorosamente
vegetariane e che guardano con orrore al consumo alimentare di qualunque
tipo di carne animale, si rivelino straordinariamente violente; di una
violenza che, se qualche volta è solo implicita, si rivela in molti casi
in modo esplicito e clamoroso. Sono rissosi, vengono alle mani,
picchiano i bambini, sono preda di improvvise crisi di rabbia aggressiva
e guardano il mondo con diffidenza, come se temessero da ogni parte e
sempre di essere aggrediti. Sembrano inoltre gradevolmente affascinati
da spettacoli di violenza e di morte. Non voglio generalizzare troppo:
so infatti che ci sono persone che si astengono dal consumo delle carni
per ragioni strettamente igieniche. Però, dietro a molte razionalizzazioni dei vegetariani, traspare una predisposizione al
sadomasochismo, un piacere di macerarsi e tormentarsi, misto a un
desiderio talvolta irrefrenabile di far soffrire gli altri. Si nota in
costoro anche una
facilità all'ipermoralismo che costituisce un pretesto per accanirsi
nella condanna dei comportamenti altrui, con sadica soddisfazione.
Questi sono i partner e gli educatori peggiori: di rado infatti sono
capaci di slanci di affetto sincero e di sensualità, tanto sono
irrigiditi nella difesa, appagati della sofferenza dell'altro che
vogliono punire, per colpe immaginarie.
L'esperienza clinica e la vita mi hanno posto davanti a un quesito di
non facile soluzione: «Perché i vegetariani, che dimostrano spesso tanta
sensibilità ecologica e naturalistica, rispettosi come sono dell'ambiente e del suo equilibrio, sembrano così facilmente cadere in
comportamenti sadomasochistici?". Dopo molte riflessioni, mi pare di
essere riuscito a elaborare un'ipotesi verosimile: cioè
che in essi la
pratica alimentare è una difesa contro la loro stessa violenza; se
infatti si permettessero di cibarsi delle carni di quelli che
percepiscono come cadaveri avvertirebbero con troppa violenza il
contatto con la morte, facendo emergere dalle profondità dell'inconscio
la loro potenziale distruttività: con la «pietà» si difendono dalla
"spietatezza". Un mio conoscente, alcuni anni or sono, mi raccontò come
aveva deciso di diventare vegetariano. Era giovinetto quando gli era
capitato di veder uccidere dal nonno un coniglio: ricordava lo strazio
che gli avevano procuralo gli occhi di quella bestiola, i contorcimenti
del povero animale e altri orribili particolari. Mentre mi parlava, mi
accorgevo però del compiacimento inconsapevole che egli provava nel
riferire i particolari più cruenti, i dettagli più macabri e
raccapriccianti che chiaramente gli procuravano brividi di inconfessato
piacere. Era anche evidente una sorta di identificazione nella doppia
immagine del nonno e del coniglio. La sua scelta di non mangiare più
carne era stata un modo di difendersi dai pericoli di quelle
identificazioni, rifiutando le eventualità di un rapporto così diretto
con la morte. Per quel che mi riguarda, da allora mi ritraggo, con un
po' di orrore, dall'occasione di analoghi racconti.
È importante, in ogni caso, che il vegetariano si proponga di affrontare
le fantasie, le pulsioni e i desideri del proprio inconscio, in modo da
smascherare il fascino per la violenza e la distruttività che motivano
la sua scelta. Ci si può a questo punto chiedere quali effetti possa
avere la presa di coscienza e come possa conseguentemente evolvere il
comportamento del vegetariano consapevole. Come si modificano i suoi
gusti personali? Una volta guarito, si butterà voracemente su cosciotti
e insaccati, divorerà ostriche ancora palpitanti? Non è detto che debba
essere necessariamente così; in ogni caso sarà positiva la maggior
consapevolezza acquisita, che faciliterà anche la tolleranza verso i
"carnivori". In ogni essere umano ci sono contraddizioni enormi, tanto
nei vegetariani quanto nei carnivori, però è particolarmente pericolosa
la tendenza a nascondere la violenza che è in noi, dietro atteggiamenti
moralistici che stigmatizzano i comportamenti altrui o a un falso amore
per le creature. Chi rifiuta di riconoscere la componente distruttiva
che nasconde dentro di sé, rischia di perpetuarla e di permetterle di
esplodere al di fuori dì ogni controllo. II sacrificio di rinunciare a
cibarsi di animali può allora diventare l'alibi per ogni crudeltà.
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devotchka,
7/08/05 13:05
Superficiali gerarchizzazioni
Ricordo una «dama» molto per bene, che inorridiva alla sola idea di
indossare una pelliccia cucita con le pelli di qualunque animale, e che
assolutamente non mangiava carni o pesci, nutrendosi esclusivamente di
verdure e latticini. Una sera, al ristorante, la signora era lanciata,
come d'abitudine, in una lunga tirata contro i barbari consumatori di
carni: «La vita va rispettata, pensate agli agnellini, vitellini,
galline e quaglie che vengono uccisi per essere divorati in pranzi che
sono veri e propri atti di feroce barbarie!». Si dimenava e si agitava
vieppiù: mentre beveva calici di fresco vino bianco, giungeva a pestare
i piedi rivestiti di prezioso cuoio di capretto, tormentava con le dita
la fibbia d'osso della sua preziosa cintura di morbida pelle, firmata da
un noto stilista, apriva e chiudeva la borsa di coccodrillo, per
toglierne o rimettervi i costosissimi guanti
"scamosciati", vero e
proprio monumento vivente di frivola inconsapevolezza.
Oltre ai casi di superficialità, ci sono poi quelli particolarmente
fastidiosi di "gerarchizzazione" del mondo animale: fanno più pena gli
animali cosiddetti selvatici e persino quelli feroci, che non i polli o
i vitelli; quasi nessuno compatisce i pesci; in una sorta di vero e
proprio razzismo che trova alcune bestie troppo "carine" per essere
mangiate e altre meno. Certo, conta l'influenza delle
fiabe raccontate
dalle nonne o da Walt Disney. Molti di quelli che inorridiscono al
pensiero che il Papa mangi l'agnello il giorno di Pasqua, resterebbero
indifferenti se sapessero che mangia invece un piatto di tortellini in
brodo di carne. È sempre il solito discorso per cui, in altre
situazioni, si discriminano gli ebrei o i neri. Un vero e proprio
paradosso scandaloso è che la stessa cultura alla quale appartiene gran
parte dei vegetariani e degli animalisti è favorevole all'aborto: gente
che inorridisce nel veder uccidere un'allodola, propaganda la
legittimità dell'omicidio, se la vittima è il feto. Lasciando da parte
quello che per me resta un motivo di indignazione morale davanti a un
comportamento criminale e tornando entro i limiti della questione del
vegetarianesimo, si può notare come i vegetariani siano particolarmente
contrari alla caccia e non si impegnino allo stesso modo per la
scomparsa di mattatoi e batterie di allevamento, luoghi dove la vita e
la macellazione degli animali destinati all'alimentazione assumono
connotati di crudeltà.
Una sera, due amici in campagna, mentre fanno il loro jogging rituale,
scorgono un capannone illuminato, si avvicinano e scoprono una sorta di
inferno dantesco in cui centinaia di gallinacei, immobilizzati davanti
ai contenitori di mangime, alla luce abbacinante di potenti lampade,
sono costretti a mangiare continuamente, fino a raggiungere il peso e le
dimensioni richieste da una confezione sotto vuoto spinto, da vendere
nei supermercati. Io sono contrario alla caccia, ma non per un fasullo
pietismo: trovo infatti che, al di là della più che giusta difesa delle
specie in via di estinzione, gli animali selvatici abbiano almeno la
possibilità di condurre una vita sensatamente felice in un ambiente
naturale, prima del colpo che li trasformerà inevitabilmente in vivanda.
Del resto la stessa ecatombe è il risultato della passione per la pesca.
Eliminerei comunque cacciatori e pescatori perché mentre si dicono
strenui amanti della natura, invece la inquinano in mille modi col
piombo e con le lenze, con i loro fuori strada e fuori bordo.
In difesa dei ravanelli
Ho paura dei vegetariani, degli animalisti e dei troppo buoni, perché so
che cosa si annida sovente dietro le loro scelte dichiarate. Non escludo
però che quella del vegetarianesimo possa essere un'esigenza autentica,
a patto che il rispetto per la vita sia riconosciuto nella sua totalità,
sia pure con la consapevolezza che senza nutrirsi a prezzo della vita
altrui non sarebbe possibile sopravvivere.
Allora: che cosa davvero si può mangiare e che cosa non si deve? Da
sempre il consumo delle carni animali è sottoposto a molte regolamentazioni. La carne umana per lo più è vietata. Molti precetti e
limitazioni riguardano il consumo di carne degli animali terrestri,
aerei e acquatici: di fatto si mangia probabilmente troppa carne e la
nostra è una alimentazione squilibrata. I vegetariani dicono, fra
l'altro, che cibarsi di cadaveri aumenta l'aggressività; non
bisognerebbe mai uccidere per nutrirsi di altri esseri viventi: uomini o
animali. L'affermazione che l'uomo non abbia il diritto
di uccidere per
sopravvivere, mi trova, da un certo punto di vista, d'accordo, ma ho già
accennato al problema che si creerebbe per la sopravvivenza della stessa
specie umana. La vita è bella e sacra, la divinità ne è garante, ma non
sempre è facile riconoscerla e rispettarla in tutte le sue forme.
Una sera mi trovavo a casa di un amico molto morale, ecologico,
vegetariano e non violento: mi stava preparando una cena tutta a base di
vegetali. Sul tavolo si allineavano i corpicini gialli, rossi e verdi:
carote, pomodori e lattughe. Con le faccine tonde ornate da una lieve
barbetta, braccia alzate, fibre vive e gonfie d'acqua, un mazzo di
ravanelli agonizzava in un canto: il mio amico ne prese uno per le verdi
braccine e con un morso ne addentò la rossa testolina. Gli occhi suoi
ebbero un guizzo e io un brivido: mi ricordai di Polifemo che ingoiava i
compagni di Odisseo. Perché i ravanelli sì? Loro che vivevano felici
nella terra umida, con le loro piccole braccia tese verso il sole?
Quanto desiderio di vita c'è nelle piante, nel loro strisciare,
palpitare, affondare radici e sollevare infiorescenze, quanto amore
forse! Se non bisogna mai uccidere, perché i ravanelli sì? Forse
bisognerebbe correggersi e dire che ciò che non si deve fare è uccidere
inutilmente, gratuitamente, per divertimento, o per sport. C'è però una
situazione in cui uccidere sia assolutamente necessario? Solo se saremo
pienamente consapevoli del nostro inevitabile ruolo di assassini, allora
forse potremo fare uno sforzo per evitare di sopprimere inutilmente la
vita di un altro essere, animale o vegetale che sia. Soprattutto
impareremo a rispettare maggiormente tutto ciò che vive: dal feto, agli
animali, con pelliccia, piume, o squame, agli alberi e ai fiori. Fino ai
piccoli teneri ravanelli.
Sandro Gindro
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devotchka,
7/08/05 13:06
mado com'è lungo...non credevo cosi' tanto!scusate...
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Cokolada,
7/08/05 16:56
Direi che è da denuncia, cmq già che c'è scritto da studi cattolici la dice tutta, almeno per me.
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Sara,
7/08/05 17:52
devotchka ha scritto:
picchiano i bambini
O____O
Questa mi è nuova :-D
6
nadia906,
7/08/05 18:50
devotchka ha scritto:
Perché i ravanelli sì? Loro che vivevano felici nella terra umida, con le loro piccole braccia tese verso il sole?
... Se non bisogna mai uccidere, perché i ravanelli sì? ...
Sandro Gindro
E si spaccia per psicoanalista, sessuologo e filosofo... Ma voi dite che ad una simile ca*z*ta ci crede davvero?!?
7
mat,
10/08/05 20:51
Beh, perché, voi non vi riconoscete neanche un po'? A me
la sofferenza piace tantissimo (ah, come mi piace quando i cacciatori si impallinano tra di loro! :-))). Rissosa, poi, lo sono notevolmente, ma più a parole che a sberle: la civiltà prima di tutto.
Quanto ai bambini che noi tendiamo a picchiare.... vorrei sapere in che percentuale i bimbi sottratti alle famiglie dai servizi sociali hanno mamma e papà veg*an.
Forte però 'sto tizio. Un mix esplosivo di ca**ate del genere non si era mai visto o quasi.
Ahah :D
8
willis,
10/08/05 22:38
Io invece vedo dalle mie parti che ancora tantissimi genitori cattolici picchiano i loro malcapitati bambini :(
9
vegan_mali,
10/08/05 22:38
Mamma mia! Non avevo micca capito di essere cosi mentalmente malatta.... meno male che sto tizzio mi ha illuminata!!!
Ma non lo si può dennunciare?
10
Sara,
11/08/05 14:29
willis ha scritto:
Io invece vedo dalle mie parti che ancora tantissimi genitori cattolici picchiano i loro malcapitati bambini :(
Ma no willis, guarda che ti sbagli!Non sono cattolici ma vegan!Si sa che i vegan sono violenti...sarà colpa della b12? :-/
11
blackberry,
27/08/05 16:17
ahuahuha
che poveraccio ignorante..
che coraggio cmq esporre le sue teorie su basi di aria fritta..
I
12
Federica78,
27/08/05 17:14
Da quello che penso tutti abbiamo studiato a scuola questi qua sono gli autori di torture e delitti perpetrati durante l'inquisizione e hanno bruciato viva tale Giovanna
d'Arco, a voi risulta?
E poi vengono a dare a noi dei violenti, ma vaaaa!
13
mirtilou,
29/08/05 05:28
Va beh dai, se l' articolo risale al '93 , spero
vivamente che dopo 12 anni nessuno creda più a certe stronzate.
14
demon_vegan,
29/08/05 12:40
io picchio solo i vecchi over 80 i bambini no...
15
Bastetpunk,
29/08/05 16:23
chi lo ha detto che i veg*ani siano pacifisti con gli uomini?io sono stra incazzata con certa gente della nostra specie (assolutamente non superiore)umana ,di certo non alzo le mani se non ho motivo,ma se ce l'ho...