Credo sia il caso di pubblicare un comunicato che spiega bene la linea della LAV nazionale.Ricordo che parecchie delegazioni si sono sciolte nell'ultimo periodo perchè non apprezzavano le cazzate made in lav...a seguire anche un'altro comunicato...parecchio gustoso ;)
"COMUNICATO STAMPA LAV DELEGAZIONE DI FIRENZE - 7 GIUGNO 2005
Dal gennaio del 2004 la Delegazione LAV di Firenze si è presa cura di alcuni
cani pit bull provenienti dallo Zoo di Napoli. La LAV nazionale si è occupata
di chiederne l'affidamento per portarli via dallo Zoo dove ogni cane viveva
rinchiuso un una gabbia di minuscole dimensioni senza mai uscire, per un periodo
di tempo che va dai 3 ai 5 anni.
Il centro di recupero dove la LAV ha sistemato in passato altri cani pit bull
provenienti da situazioni di grave maltrattamento non aveva posto per ospitare
altri 14 cani. Data la situazione di emergenza la Delegazione fiorentina si è
attivata per trovare loro un ricovero adeguato. Il dott. Alberto Alberti,
presidente dell'associazione Unione Amici del Cane e del Gatto, ha offerto di
ospitare i cani in una delle strutture rifugio da lui gestite.
Al loro arrivo i cani erano in cattive condizioni di salute: tre di essi sono
deceduti in breve tempo a causa della leishmania. Inutili sono state le cure
mediche tempestivamente fornite, data la gravità della loro malattia. Le loro
condizioni psicologiche erano pessime.
Dal gennaio 2004 ad oggi, grazie al programma di recupero comportamentale
stilato dalla dott.sa Cristina Volpini, i cani hanno fatto ottimi progressi: è
diminuito il loro stato di ansia, hanno cominciato ad avere fiducia nell'uomo,
hanno cominciato ad interagire anche con i loro simili. Le loro condizioni di
salute sono nettamente migliorate.
Adesso quasi tutti sono stati dichiarati tranquillamente adottabili. L'adozione
rappresenta lo stadio finale, la felice conclusione di un percorso per dei cani
ormai non più giovani e che hanno diritto, dopo tutto quello che hanno subito, a
vivere pacificamente e serenamente i pochi anni di vita che restano loro.
In questo periodo di un anno e mezzo, durante il quale sia personale
specializzato che semplici volontari della LAV e del canile si sono occupati dei
cani, si è formato uno stretto legame affettivo e di reciproca fiducia. Segnale
positivo nei confronti della politica di recupero
adottata.
La LAV nazionale in tutto questo tempo ha chiesto informazioni sui cani
esclusivamente per la pubblicazione del resoconto sulla rivista Impronte,
dimostrando ben poco interesse circa le condizioni di recupero di ciascun cane
e, nonostante i nostri numerosi inviti, non si è preoccupata di venire a
constatare di persona la situazione o di parlare con il dott. Alberti, tranne
che in qualche rara occasione.
Ieri, 6 giugno 2005, riceviamo una telefonata dal Direttore della LAV Michele
Grisanti, il quale ci dice che oggi alle 16.00 verrà un camion a prelevare i
cani per portarli nel centro di recupero del Lazio, dove sono ospitati gli altri
cani gestiti dalla LAV e dove viene seguito un metodo di recupero totalmente
diverso dal nostro.
Ci chiediamo, e vorremmo sapere dalla LAV nazionale, se questa decisione è stata
presa tenendo in considerazione il benessere dei cani: è evidente che spostarli
nel pieno svolgimento del programma rieducativo danneggerebbe la loro salute
fisica e psichica. E' impensabile, inoltre, che possa avvenire il trasferimento
in altra sede senza previo confronto fra gli educatori attuali e quelli futuri.
Delegazione LAV di Firenze - Via Sant'Agostino 19
50125 Firenze - Tel./fax 055 284422
lav.firenze@infolav.org -
lavfirenze@yahoo.itIl centro di recupero presso il quale la LAV nazionale ha deciso di spostare i
cani è oltre tutto stato recentemente oggetto di pesanti critiche da parte di
animalisti.
A questa decisione la Delegazione LAV di Firenze si oppone fermamente e chiede:
- che le siano resi noti i risultati della richiesta di dissequestro dei
cani fatta dalla LAV nazionale alla Procura di Napoli (il dissequestro è
condizione necessaria per dare in adozione i cani)
- che i cani gestiti fino ad oggi dalla delegazione di Firenze vengano
affidati al dott. Alberti in quanto responsabile della struttura dove essi sono
ospitati e seguiti da un anno e mezzo
- che la LAV nazionale si renda disponibile ad un pacifico confronto
circa il metodo di recupero comportamentale seguito nel centro di recupero del
Lazio e quello seguito a Firenze"