approcci coi non-vegan

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1 Vale_2O17, 30/12/20 16:47

Ciao a tutti,
mi sembra che ultimamente ci siano due approcci che vanno per la maggiore quando si tratta di attivismo e non vegani.
Ci sono quelli che vogliono mandare un messaggio completamente abolizionista, dicendo chiaramente in faccia alle persone che sono loro la causa della sofferenza animale e che sono degli ipocriti se continuano a supportarla. (Es. Anonymous for the Voiceless).
E poi ci sono gli autonominatisi "vegani gentili" che incitano anche a fare piccoli passi, a diventare "quasi vegan", perchè poco è meglio di niente e perchè tanto alcuni non diventeranno mai vegan, quindi è più funzionale almeno far loro ridurre i consumi. (es. Silvia Goggi, Carlotta Perego ma anche Tobias Leenaert). Anche alcune famose associazioni di tutto rispetto come essere animali ha adottato questa visione, con discorsi tipo "PROVA vegan per un mese" e simili.

Questi approcci sono molto in contrapposizione tra loro. I primi sono visti come estremisti dai secondi, e i secondi sono ovviamente visti come non animalisti dai primi. Perchè vegan = non uccidere animali, non puoi essere "un po' vegan" quindi "un po' contro la violenza"... O lo sei o non lo sei.
Secondo me c'è del vero in entrambe queste visioni. Ma sto riflettendo molto su quale sia la migliore, o se sia corretto usarle entrambe a seconda del contesto.
Soprattutto, se usiamo la prima visione sempre, siamo sempre focalizzati sul dolore degli animali e questo alla lunga diventa logorante psicologicamente. Invece il secondo approccio mi sembra più focalizzato sulla convivialità, si mette un po' da parte il principio morale per facilitare le interazioni e sperare di avere un impatto a lungo termine con un approccio meno diretto. Gli animali muoiono comunque ma noi siamo meno angosciati.
Cosa ne pensate di queste riflessioni? E di questi due approcci?

Grazie per l'attenzione,
Valentina.

2 Andrea, 30/12/20 22:06

Per come la vedo io non è che si debba scegliere tra:

1) Messaggio coerente ("non si uccidono animali") e toni che allontanano la gente
2) Messaggio non coerente ("ma sì, non rinunciamo alla mozzarella sulla pizza") e toni più gentili.

In realtà è possibile dare un messaggio del tutto coerente con toni estremamente adatti a tutti.

Il nostro progetto che funziona meglio è:
https://www.vegandiscoverytour.it/


La stragrande maggioranza degli iscritti sono onnivori e la maggioranza di loro diventa vegan, quelli che al sondaggio finale non si limitano a dire queste cose ma discutono meglio il progetto dicono proprio di aver trovato la lettura sempre gradevole. Eppure, non so se hai provato a farlo e letto i mail, viene dato un messaggio sempre senza compromessi nei contenuti.

Ogni frase di ogni mail è stata rivista non so più quante volte per mesi di lavoro ininterrotto, per evitare sia frasi che lette da chi non è vegan possano allontanare, sia per evitare di dare l'idea che si possano accettare compromessi sulla pelle degli animali.
E' un lavoro estenuante, noioso, del quale nessuno saprà l'esistenza, ma che alla fine dovrebbe essere alla base del lavoro di divulgazione.

3 Marina, 30/12/20 22:13

Ciao Valentina,

secondo me la stai ponendo in una maniera non proprio corretta, perché sembra che da una parte ci sia chi quasi insulta le persone e le fa sentire in colpa e dall'altra ci sia chi dice che se diventi vegan va bene, ma va bene anche se diminuisci un po' i consumi.
E fai sembrare che ci siano solo questi 2 approcci.

Ma non è così.

Intanto, non è che Anonymous sia insultante o faccia sentire in colpa: mostra la realtà e invita a cambiare, ma senza dirti "è tutta colpa tua". Piuttosto ti dirà "tu puoi fare la differenza". che è tutt'altra cosa.

Dall'altra parte, non è che dire "Prova vegan" debba per forza dare il messaggio "prova e poi se ti va bene e sennò va bene uguale". Il messaggio può essere anche "prova per vedere quanto è facile e positivo, e poi continua".

Senza contare che ci sono mille vie di mezzo, non è vero affatto che ci sono solo 2 approcci ai 2 estremi diversi!

Anche una stessa organizzazione può fare campagne più o meno forti, sull'etica o sulla salute, o sull'impatto ambientale, semplicemente per "colpire" target diversi, con messaggi diversi, perché le persone non sono tutte uguali.

E questo infatti è quello che cerchiamo di fare noi (ma non solo noi ovviamente): avere campagne diverse, materiali informativi diversi, articoli su diversi argomenti, ecc. per diffondere il messaggio in tanti modi. E servono tutti.

Non esiste una contrapposizione tra 2 modi di fare le cose che stanno agli estremi. Magari a te sembra esista perché leggi delle discussioni sui social di gente che litiga su questo tema :-) ma la realtà è molto più complessa e sfaccettata.

Il Vegan Discovery Tour, per esempio, non colpevolizza nessuno, ma spiega chiaramente cosa accade agli animali e perché dobbiamo smettere di ucciderli. Allo stesso tempo dà consigli pratici, parla dei vantaggi per la salute, di cucina, ecc. Tutte queste cose servono, e tutte vanno divulgate.

Poi è chiaro che se uno alla fine non diventa vegan ma vegetariano è comunque un passo nella direzione giusta e quindi è positivo, non si può negare che lo sia; ma questo non significa che quella persona deve fermarsi lì e che vada bene lo stesso. La si invita ad andare avanti e diventare vegan: l'obiettivo rimane quello.

4 Andrea, 30/12/20 23:47

Marina ha scritto:
secondo me la stai ponendo in una maniera non proprio corretta, perché sembra che da una parte ci sia chi quasi insulta le persone e le fa sentire in colpa e dall'altra ci sia chi dice che se diventi vegan va bene, ma va bene anche se diminuisci un po' i consumi.
E fai sembrare che ci siano solo questi 2 approcci.

Ma non è così.

Però è vero che molti (certo, non tutti) la mettono in questi termini.

Ad esempio quando faccio notare a qualche associazione che sta diffondendo ricette con latticini e che queste uccidono animali come la carne le tipiche riposte sono: "ma noi non vogliamo aggredire la gente",

E se critichi chi si vanta di essere entrata in ristorante urlando come una pazza e aver fatto scoppiare a piangere dei bambini come se fosse un atto eroico la risposta tipica è: "ma io non accetto chi uccide animali".

Spesso sembra proprio che esistano solo questi 2 approcci, e il fatto di esprimere una posizione senza compromessi in modo non dannoso non venga considerato possibile.

5 Vale_2O17, 31/12/20 08:24

Buongiorno, innanzitutto grazie per le risposte.

Spesso sembra proprio che esistano solo questi 2 approcci, e il fatto di esprimere una posizione senza compromessi in modo non dannoso non venga considerato possibile.

Esatto... Io mi sento circondata da questi due estremi. È vero, AV non aggredisce le persone ma è estremamente diretta. Il lavoro con il vegan Discovery Tour è eccezionale, ma appunto avete lavorato per mesi sulla comunicazione. In strada non c'è la possibilità di correggere ciò che viene detto, bisogna pensarci bene prima, ed essere davvero tanto diplomatici.
Essere diretti ed efficaci è difficile, dire in faccia a un vegetariano che sta continuando a uccidere animali senza che questi si senta aggredito è difficile. O forse sono io che ultimamente non riesco a mantenere la calma... Ma se guardate gli outreach fatti da AV (su YouTube o facebook) si vede chiaramente quanto sono diretti. Ma ripeto, forse sono io che sono stanca di tutte le solite scuse che conosciamo e non riesco più a comunicare bene :-) per questo mi pongo il problema :-)

6 Andrea, 31/12/20 13:24

Vale_2O17 ha scritto:
In strada non c'è la possibilità di correggere ciò che viene detto, bisogna pensarci bene prima, ed essere davvero tanto diplomatici.
Essere diretti ed efficaci è difficile, dire in faccia a un vegetariano che sta continuando a uccidere animali senza che questi si senta aggredito è difficile.

Sì, sono pienamente d'accordo, per me questa è la grande difficoltà della divulgazione. E purtroppo quasi nessuno si preoccupa di farlo bene, cioè studiando bene la comunicazione, o preoccupandosi di come una certa frase viene recepita. Nessuno si mette nei panni dell'interlocutore (non per giustificarlo, ma per capire come una frase che per noi ha un senso per loro può averne un altro). Quindi è difficile prendere esempio dagli altri.


Vale_2O17 ha scritto:
O forse sono io che ultimamente non riesco a mantenere la calma...

Per me bisogna vederlo come il proprio compito principale. Se per lavoro devi avere a che fare con i clienti devi rispondere in modo gentile anche se sono dei cafoni altrimenti il capo ti licenzia. Qui è più difficile perché si parla di animali uccisi e non di lavoro, ma anche il risultato, salvare animali, è più importante.

Poi se non si riesce proprio a farlo si possono fare due cose:

- Limitarsi ad attività nelle quali non si interagisce più di tanto (distribuzione in buca, volantinaggio all'università dove pochi chiedono informazioni aggiuntive)

- Occuparsi di eventi di protesta nei quali non mantenere la calma perfetta non è un problema perché rivolti a sensibilizzare il pubblico generico (ex: una manifestazione contro la vivisezione o contro la caccia).

7 Marina, 1/01/21 20:03

Vale_2O17 ha scritto:
Esatto... Io mi sento circondata da questi due estremi.

Io non sono d'accordo su questa visione, cioè per me non è vero che nella divulgazione esistono solo i 2 estremi. Anzi, questi 2 estremi non sono nemmeno divulgazione, ma sono uno solo uno sfogo personale e l'altro ricerca di consensi. E non credo che la maggior parte delle iniziative concrete ricada in una delle 2 categorie.
Certo, le più grandi associazioni cercano consensi e sono molto soft, ma questo l'hanno sempre fatto, in tutti i settori.

E nemmeno credo in questa cosa che dicevi all'inizio:
"dicendo chiaramente in faccia alle persone che sono loro la causa della sofferenza animale e che sono degli ipocriti se continuano a supportarla. (Es. Anonymous for the Voiceless)."

Non mi pare proprio che questo sia l'approccio di AV, anzi, per me AV è anche troppo moderato ;-)

Vale_2O17 ha scritto:
È vero, AV non aggredisce le persone ma è estremamente diretta.

Appunto, non aggredisce, quindi la cosa scritta sopra non è il loro modo di procedere. Sarebbe stupido aggredire qualcuno che vuoi invece convincere a cambiare modo di vivere.

AV è diretta nel senso che fa vedere video cruenti, ma per forza, solo quelli funzionano per strada.
Ma certo non nel senso di essere aggressivi nella comunicazione con la gente.

Poi quello che non mi convince è dire "X sono diretti e colpevolizzano" e "Y chiedono solo piccoli passi senza dire cosa bisogna fare davvero per salvare gli animali". Chi lo dice che X è così e Y è cosà? Se lo dice qualcuno da fuori io non ci credo, perché anche di noi (intendo VeganHome, AgireOra, ecc.) ci sono persone che dicono che siamo in un modo e altre che dicono che siamo in un altro... ma hanno torto tutte, ovviamente, non possiamo essere sia l'uno che l'altro :-)

Vale_2O17 ha scritto:
In strada non c'è la possibilità di correggere ciò che viene detto, bisogna pensarci bene prima, ed essere davvero tanto diplomatici.

Questo è un discorso tutto diverso. Cioè il come comportarsi quando si parla con le persone.
Questo problema c'è sempre stato nei tavoli informativi o altri eventi per strada. Certo che non è facile, infatti la parte più difficile è parlare con le persone nel modo giusto. Chiaro che se trovi uno che insiste nel dire cavolate ti può anche scappare la pazienza, siamo umani e non robot, però in generale la cosa più importante è capire se quella persona è realmente interessata o meno. Se vedi che comunque se ne frega, lasciala perdere e basta, prima che ti scappi la pazienza. Chiudi il discorso e stop.

Con chi è un minimo ricettivo, cerca di far capire le cose, un minimo, e poi lascia qualcosa da leggere. Che poi è qui che secondo me AV sbaglia, nel non voler lasciare materiali informativi. Con le persone che sono un po' interessate è invece la cosa che funziona di più.

Comunque, il fatto di far fatica a essere efficaci nel comunicare non credo c'entri coi discorsi dei 2 schieramenti opposti, che secondo me non ci sono, ma col fatto di riuscire a farsi capire, che è sempre difficile, su qualsiasi argomento.

Bisogna cercare di capire fino a dove si può arrivare con quella persona, darle informazioni, se ribatte con le solite scuse spiegarle come stanno le cose davvero e invitarla a cambiare, dicendole che se cambia può fare davvero molto del bene. E poi lasciarle qualcosa da leggere e dirle di pensarci su. Non è facile, ma questo è quello che andrebbe fatto, a cui bisogna tendere.

E ancora più importante lasciar perdere subito quelli che se ne fregano, che fanno solo perdere tempo e venire il nervoso!

8 Vale_2O17, 3/01/21 10:32

Per quanto riguarda AV, il materiale informativo che diamo è un bigliettino da visita con tanti riferimenti consultabili online. C'è il vegan Discovery Tour ma anche il discorso di Gary yourofski, il sito della ssnv e altre cose, tutte con un'impronta chiaramente abolizionista. Secondo me è giusto così, perché in un piccolo bigliettino compatto ci sono tante cose, se uno è interessato andrà sicuramente ad approfondire. Chi invece non lo è non lo farà, ma non leggerebbe nemmeno altri opuscoli.

Grazie a entrambi per le risposte.
Mi sono molto d'aiuto. Tu Marina in pratica dici che ci sono tante sfumature, e queste due classificazioni sono superficiali, giusto? Forse sono anche creare ad arte proprio per farci litigare tra noi. Vedo tante di queste cose ultimamente.

Grazie per l'utile confronto.

9 Marina, 3/01/21 17:14

Vale_2O17 ha scritto:
Per quanto riguarda AV, il materiale informativo che diamo è un bigliettino da visita con tanti riferimenti consultabili online.

Lo so, ma la mia opinione è che invece è molto più efficace dare in aggiunta qualcosa di già pronto da leggere sul momento alle persone che si vedono realmente interessate. A seconda dell'interesse che la persone dimostra, si giudica cosa dare: il vegan starter kit, il pieghevole perché vegan, un volantino molto più semplice, o nulla.
Questo l'ho sempre detto, comunque.

Vale_2O17 ha scritto:
Secondo me è giusto così, perché in un piccolo bigliettino compatto ci sono tante cose, se uno è interessato andrà sicuramente ad approfondire. Chi invece non lo è non lo farà, ma non leggerebbe nemmeno altri opuscoli.

E invece no, perché se uno ha già in mano una cosa da leggere, è molto più probabile che la legga, rispetto a dover andare apposta su un sito. Insomma, bisogna massimizzare le probabilità di dare le informazioni a una data persona. Ce l'hai lì davanti, bisogna darle qualcosa, non perdere l'occasione.

Vale_2O17 ha scritto:
Mi sono molto d'aiuto. Tu Marina in pratica dici che ci sono tante sfumature, e queste due classificazioni sono superficiali, giusto?

Secondo me sì. C'è tutto uno spettro, e i 2 estremi è difficile che funzionino, mentre la parte di mezzo può funzionare, a seconda dei contesti e delle persone.

Vale_2O17 ha scritto:
Forse sono anche creare ad arte proprio per farci litigare tra noi. Vedo tante di queste cose ultimamente.

Non dico creato ad arte, ma sicuramente la contrapposizione, il litigio, è la cosa che è più visibile e quindi sembra ci sia solo quella.

10 Andrea, 6/01/21 15:17

Vale_2O17 ha scritto:
Secondo me è giusto così, perché in un piccolo bigliettino compatto ci sono tante cose, se uno è interessato andrà sicuramente ad approfondire. Chi invece non lo è non lo farà, ma non leggerebbe nemmeno altri opuscoli.

Questo lo pensano un po tutti, ma purtroppo non è così. Magari anni fa poteva funzionare questo approccio, ma ora le probabilità che una persona vada su un sito che viene segnalato senza sapere esattamente cosa ci troverà sono quasi zero. Mi stupirebbe se anche sono una persona su 100 che ricevono quel foglietto andasse su un sito.

In base ai vari articoli e libri studiati nel corso degli anni (per inciso la cosa più tediosa fatta in vita mia) e anni di esperienza i passi necessari sono:

1. Attirare l'attenzione sul problema
2. Indicare un solo obiettivo semplice e ben definito per contrastare il problema.
3. Spiegare velocemente come si fa a raggiungerlo e quanto sia facile
4. Dare gli approfondimenti per chi dopo aver saputo 1, 2 e 3 vuole farlo.

Esempio:

1. Facciamo vedere un video di un allevamento.

2. Diciamo che ciascuno di noi può evitare a migliaia di animali di fare quella fine, eliminando i prodotti animali (obiettivo chiaro, non generico).

3. Diciamo che farlo è semplicissimo: non importa se sappiamo cucinare o no, se abbiamo tanto o poco tempo, se siamo sedentari o sportivi. Si può continuare con le solite abitudini sostituendo degli ingredienti . E la salute non solo non ne risente, ma ci guadagna..

4. Indirizziamo verso il Vegan Starter Kit o il Vegan Discovery Tour per approfondire, avere guide passo passo per ogni aspetto ecc. Nota. sono guide passo-passo, non siti generici.


Adesso sì che chiunque è in grado di decidere se andare a consultare i siti oppure no, e anche chi non lo fa almeno ha avuto le informazioni di base e magari ci ripensa in seguito.


Spiegare I punti 2 e 3 richiede 60 secondi a voce o mezza pagina di volantino, ma molti non lo fanno. Eppure sono indispensabili. Senza di quelli la persona capisce: "Ci sono gli allevamenti, che peccato, ma io non posso farci niente.. cosa sono questi 5 siti? Boh.. li guarderò prima o poi..".

"Papà, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."

La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.

Scrivi la storia con noi