Curiosità...
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Audrey,
19/06/05 12:19
Una curiosità....come mai alcuni vegani non mangiano le solanacee, le patate, le peschie e le arachidi? Non l'ho mai capito..
A.
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Andrea,
19/06/05 12:32
Una curiosità....come mai alcuni vegani non mangiano le solanacee, le patate, le peschie e le arachidi? Non l'ho mai capito..
Giuro che questa non l'avevo mai sentita!
Non mi risulta niente del genere..
Ma qual'e' la fonte?
andrea
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Andrea,
19/06/05 12:41
Mi rispondo da solo.. ho cercato su google e ho trovato la vergognosa pagina su wikipedia.. penso sia un mucchio di idiozie, dire che i vegan non mangiano patate e arachidi "per vari motivi" e' semplicemente ridicolo.
andrea
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Yaris1,
19/06/05 13:02
A me è capitato ad una cena da un amico(onnivoro)che ha cucinato vegan per me.Mi chiese se le patate,le melanzane e non ricordo cos'altro le mangiassi.Gli risposi di sì e lui replicò perplesso che non era tanto sicuro che un vegan le mangiasse.Bah!
Flavia
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Audrey,
19/06/05 16:03
La pagina di wikipedia è scandalosa, l'ho detto anche in
un altro forum...piena di pregiudizi. Ma io ho snetito di alcuni vegani che non mangiano patate e solanacee...non so perchè.
A.
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stregattina,
20/06/05 00:12
Credo che sia per un fatto energetico, una sorta di dieta macrobiotica-vegana. Una volta ho conosciuto un tale che mi ha spiegato che si tratta di purificare il corpo dalle sostanze impure (derivati animali), dalle sostanze tossiche (solanacee) e dagli alimenti acidi (quasi tutta la frutta). Credo centri anche l'equilibrio yin-yang.
Insomma una cosa del genere, spero di non aver detto troppe cavolate..
:-)
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Federica78,
20/06/05 07:54
Io so che ci sono i Jainisti che non mangiano cose come le carote e le patate perchè siccome sono radici oppure tuberi che crescono sotto terra estirpandoli poi la pianta non ricrescerebbe più.
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Audrey,
20/06/05 22:18
Io sapevo che i jainisti mangiavano solo foglie morte, per non uccidere nulla di nulla. Ma anche una lattuga se la estirpi muore :( !
A.
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demon_vegan,
21/06/05 09:16
solo foglie morte...bhe penso che in poco tempo loro facciano la stessa fine delle foglie.
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Skorpio81,
21/06/05 11:19
Allora avrebbe più senso mangiare solo frutta che cade da sola dagli alberi... così non estirpi nulla :-)
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demon_vegan,
21/06/05 17:07
però devi stare sotto l abero ad aspettarla!!! forse NEWTON era fruttariano e stava aspettando proprio la mela....
se non sei veloce potrebbe fregartela qualche animale o uccellino!
12
Skorpio81,
21/06/05 20:59
Ah ah ah!! Scusami ma sei troppo forte!!
13
Audrey,
21/06/05 21:15
Che forza l'uccellino! Trasporta una mela più pesante di lui!!! Sarà perchè è vegano? :-D
A.
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shivers,
22/06/05 15:27
demon vegan ha scritto:
solo foglie morte...bhe penso che in poco tempo loro facciano la stessa fine delle foglie.
I Jainisti stanno benissimo, ovviamente.
Probabilmente anche meglio dei vegani, dato che seguono un'alimentazione totalmente adatta all'uomo.
Naturalmente non mangiano solo "foglie morte", ma tutti i tipi di frutta, così evitando di uccidere anche i
vegetali.
Non mi toccate i jainisti, che sono semplicemente fantastici.
shivers
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Skorpio81,
22/06/05 15:45
JAINISMO: RESTRIZIONI GENERALI SUGLI ALIMENTI DI ORIGINE VEGETALE
Come regola generale, sono proibiti i vegetali e i frutti che crescono sottoterra (le radici). E' piuttosto evidente che per procurarsi questi vegetali e questi frutti bisogna estrarre la pianta fin dalla radice, distruggendo così essa e tutti i microrganismi che la circondano. La frutta fresca e i vegetali dovrebbero essere raccolti solo quando sono maturi e pronti a cadere o, meglio ancora, quando sono già caduti dalla pianta. Nel caso essi siano colti dalle piante, ne dovrebbe essere prelevata e consumata solamente la quantità necessaria, senza sprechi. Le granaglie, come il frumento, il riso, il mais e i fagioli, si ottengono quando le piante o i baccelli sono secchi e morti. (...)
Un Jainista ortodosso digiuna due volte ogni quindici giorni, nell'ottavo e nel quattordicesimo giorno dei cicli della luna piena e della luna nuova del calendario lunare. Alcuni digiunano anche tre volte, includendo il quinto giorno dei due cicli lunari. Durante il digiuno vengono consumati solo cibi preparati con granaglie e non si mangiano frutta né verdure verdi.
Con riferimento ai frutti e ai vegetali estratti dalle radici, la maggior parte dei Jainisti moderni ha elaborato delle restrizioni autoimposte, non prescritte dalla religione. La maggioranza dei Jainisti, con l'eccezione
dei tradizionalisti ortodossi, mangia gran parte dei vegetali che crescono sottoterra (come patate, carote, rape ecc.) per ragioni di comodità sociale (dopotutto questi cibi rientrano nel regime dell'alimentazione vegetariana). Anche all'interno di queste eccezioni, una larga percentuale non consuma cipolle e aglio; la ragione addotta è il loro forte odore e il fatto che sono ‘tamasici’, ossia cibo che induce ad azioni apatiche.
Secondo un detto comune, "siamo ciò che mangiamo". Ma i Jainisti si spingono molto oltre nella definizione del carattere degli individui. Dal loro punto di vista "siamo ciò che pensiamo", come ogni psicologo criminale e sociale potrà confermare. La violenza nel pensiero è altrettanto nociva allo sviluppo del carattere quanto la violenza nelle azioni. A questo riguardo di solito nelle famiglie Jainiste non si mangiano dolci e cioccolatini sagomati a forma di animali. Immaginate un bambino che vada in giro mangiando la "testa di un coniglio" o la "gamba di un uomo". Come saranno la sua psiche e la sua personalità? Se volete mangiare cioccolato fatelo e basta, perché collegarlo con un disgustoso pensiero di crudeltà verso gli animali e/o di cannibalismo? I Jainisti ortodossi non mangiano neppure cibo cotto o preparato acquistato nei negozi. Tutto il cibo dovrebbe essere preparato dentro casa nelle condizioni più igieniche.
RESTRIZIONI SPECIFICHE SULLA FRUTTA E SULLA VERDURA
Cinque frutti della famiglia dei fichi, nominati i Cinque Udambar nella letteratura Jainista, non sono consentiti. Le moderne scienze biologiche hanno constatato che questi frutti, prodotti dall’impollinazione dei fiori da parte delle vespe, sono abitati da specie di vespe specifiche a ciascuno di loro. Per esempio, l'intero ciclo vitale della vespa "Blastophaga grossorum" si completa all'interno
del fico "Ficus carica". La vespa depone le sue uova nei fiori di galla e muore, le uova maturano all'interno del fico e generano maschi e femmine di vespe. I maschi senza ali fertilizzano le femmine e muoiono, e le femmine emergono dal fico per ricominciare il ciclo. In questo modo il fico contiene i resti delle uova e delle vespe morte (Vedi: The Earth, It's Wonders, It's Secrets: NATURE'S MASTERPIECES, Reader's Digest Publication, pp. 99, 1994).
I Jainisti rigorosamente ortodossi non mangiano nemmeno i frutti e le verdure con molti semi, come il brinjal (melanzana) e il guava. Spesso questi frutti e queste verdure risultano contenere vermi, anche se con l'uso di insetticidi in agricoltura ciò può non verificarsi. Ma cosa dicono i sostenitori del cibo sano e gli ambientalisti in merito all'uso di insetticidi e fertilizzanti chimici? Alcuni anni fa, chi scrive ha condotto di persona un esperimento controllato, anche se informale, per dimostrare ciò che segue:alcuni brinjal e guava estremamente puliti e lisci, senza tacche o difetti esteriori e senza segni esterni della possibile entrata di un verme, risultarono avere nugoli di vermi all'interno. Dalla discussione di questa constatazione con dei colleghi biologi all'università è emersa la spiegazione che certi insetti depongono nei fiori le loro uova, che vengono quindi sigillate dentro i frutti e le verdure e si sviluppano in vermi senza lasciare alcuna indicazione sulla superficie esterna. Ciò è in qualche modo simile al ciclo vitale della vespa nel fico. Ai giorni nostri, anche se la maggior parte dei Jainisti consuma questi frutti e queste verdure, essi vengono normalmente tagliati ed esaminati con attenzione prima della cottura, mentre il metodo più comune di cuocere il brinjal tra le altre comunità indiane è di arrostirlo intero finché si spacca con il vapore e poi di prepararlo per essere mangiato senza alcuna preoccupazione per i vermi all'interno e per i possibili effetti sulla propria
salute.
I Jainisti ortodossi non consumano i cavolfiori e i broccoli che hanno superfici vellutate: i piccolissimi insetti volanti che vivono nelle fattorie rimangono attaccati alle superfici vellutate e non possono essere completamente rimossi nemmeno con un attento lavaggio.
I funghi non sono usati dalle famiglie Jainiste perché si dice crescano in condizioni poco igieniche e perché sono parassiti. Il miele, l'aceto, la melassa e il vino sono ovviamente tabù. I vegetali come l’artocarpo, che perdono un liquido a sembianza di sangue quando vengono tagliati e che, una volta preparati, assumono l'aspetto di carne cotta, non sono molto invitanti per la maggioranza dei Jainisti.
Il cavolo dovrebbe essere pelato strato per strato, ogni foglia pulita e lavata prima di tagliarla e cuocerla, perché ci possono essere insetti e vermi tra le foglie; al giorno d'oggi non sono in molti però a tagliare il cavolo in questa maniera. Anche le altre verdure a foglia, come gli spinaci ecc., dovrebbero essere ispezionate e pulite foglia per foglia per essere preparate per la cottura e il consumo.
ACQUA E LATTICINI
L'acqua deve essere filtrata attraverso tre strati di
panno di cotone filato manualmente. Il panno di cotone bagnato si comporta come un tampone di cotone: l'acqua lo attraversa per il procedimento della tensione superficiale, e non filtra attraverso gli spazi tra le fibre del panno, come accadrebbe se si usasse un panno fatto di fibra sintetica o vegetale (le fibre sintetiche erano forse ignote, ma le fibre vegetali come la juta erano sicuramente note). Questo procedimento garantisce la filtrazione più efficace degli elementi contaminanti non solubili e in sospensione, e dei microrganismi, ma non impedisce il passaggio delle impurità disciolte. Tuttavia, questo tipo di contaminazione dell'acqua era quasi sconosciuto dato
che non c'era scarico dei rifiuti nei fiumi o in altre acque, e l'uso degli insetticidi in agricoltura non esisteva. L'acqua, con la sua caratteristica di favorire
la vita di tutti gli esseri viventi e la sua importanza in agricoltura, era guardata con rispetto. Anche con gli attuali problemi di approvvigionamento di acqua potabile pulita nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, filtrare l'acqua attraverso uno spesso panno di cotone rimane un mezzo pratico ed economico di depurazione dell'acqua da bere e per cucinare, laddove non siano disponibili altri mezzi, e viene praticato da molti Jainisti ancora oggi. Dopo aver filtrato l'acqua, il panno dovrebbe essere risciacquato in un fiume o in un pozzo per restituire ogni organismo vivente al suo habitat. Può esserci un miglior esempio di coesistenza dell'essere
umano con l'ambiente, fino al livello dei microbi?
I Jainisti non sono vegani. L'uso di latticini è permesso purché siano ottenuti e preparati secondo le regole di seguito riportate. Prima di mungere una mucca, ai vitelli, se ve ne sono, dovrebbe essere permesso succhiare fino a circa un terzo della produzione attesa di latte. Il latte dovrebbe essere riscaldato entro 48 minuti dalla mungitura, portato a tre bollori e consumato entro 24 ore. Paragoniamo questo procedimento alla moderna pastorizzazione del latte a 65 gradi per 30 minuti. Lo yogurt non è ammesso, a meno che sia preparato quotidianamente fresco da latte bollito, usando la foglia di una particolare pianta e consumato entro 24 ore. E' proibito usare lo yogurt del giorno prima come attivatore per il procedimento. I formaggi e gli yogurt, come li conosciamo ai giorni nostri, anche se vegetariani, devono essere classificati come stantii, e quindi non commestibili.