Quali caratteristiche mancano agli altri viventi?

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1 Haderian, 19/04/06 20:39

Premetto che se inutile non mi piace il danneggiamento e l'uccisione di vegetali o altri viventi non animali e mi è spontaneo non volerli danneggiare.
Premetto che anche ipotizzando che tutti i viventi possano soffrire, qui non è in dubbio l'importanza di essere
vegan.
Ecco cosa penso:

In tutti gli organismi che non appartengono al regno animale è assente il sistema nervoso e non vi è apparato analogo o che svolga la funzione degli organi e dei tessuti che nel nostro organismo ci permettono di avvertire sensazioni, piacere e dolore, sia fisico e sia emozionale. Gli organismi animali sono gli unici viventi capaci di provare tali sensazioni per cui un animale non può essere equiparato ad un vegetale.

Quando un organismo animale riceve uno stimolo (come ad esempio una lesione), i nervi recettori del dolore producono impulsi elettrici e li trasportano verso il sistema nervoso centrale dove queste informazioni vengono elaborate dal solo organo in grado di tradurle trasformandole in effettivo dolore conseguentemente riferito alla zona lesa.

Gli stimoli che ricevono gli organismi vegetali, funghi, monere e protisti, e le loro conseguenti reazioni, semplicemente non possono produrre sensazioni di dolore perché non vengono elaborate da un organo capace di svolgere la funzione del cervello, in essi assente.
Le reazioni di un organismo vivente non rivelano necessariamente capacità di percezione.
Anche la coscienza di se (che non è la conoscenza di esistere ma la percezione di esistere) è la funzione di un organo dell'encefalo.

Giustificare l'uccisione degli animali per nutrirsene
sulla base dell'assunto che "anche i vegetali soffrono"
è sintomo di fatalismo e indifferenza nei confronti dell'altrui sofferenza e frutto di un interpretazione scorretta della realtà, che non ha alcun fondamento scientifico.
Dal punto di vista scientifico gli animali sono considerati esseri senzienti (cioè in grado di "sentire") mentre agli altri viventi questo status è negato e io concordo.

2 Haderian, 19/04/06 20:42

Se così non fosse vorrei essere il primo a sapere perké.

3 Lucik, 20/04/06 10:00

Si, la differenza è evidente (che poi i criteri che adottiamo siano importanti o meno di fronte alla natura e alla vita, è un altro discorso... diciamo che la differenza è "umanamente" evidente). Noi diamo molta importanza alla complessita. E' per questo che siam disposti a prendere l'auto in autostrada d'estate sapendo che uccideremo centinaia di moscerini, cosa che non faremmo se si trattasse di centinaia di cani o gatti. Ma anche qui forse non è questione di complessità, ma di percezione... un tibetano sentirebbe la cosa in modo più grave, e forse rinuncerebbe. Benchè facciamo scelte chiare e determinanti, possiamo tendere all'oggettività, senza riuscire nella quotidianità ad adottarla in modo assoluto. Però diciamo che per certe forme di vita è fisiologico alla nostra vita. Camminare su un prato schiacciando inavvertitamente qualcuno che non si sposta fa parte della dinamica. Un topo si sposterebbe, una mucca può anche star ferma :-) La modernità pone nuove considerazioni. La velocità della macchina, le eliche delle barche... Inutile adottare il progetto SORF (Sofisticazione Oculata Riferimenti Facilitativi) per trovare un punto di distinzione teorica a cui rifarsi. Per me è un compromesso pratico, "la moderazione di un principio". Infatti a volte lo segui, a volte no. Trovi un insetto in mezzo alla strada e lo sposti... ma poi prendi l'auto quando ti salta in mente l'idea di fare un week end in più uccidendone tantissimi sapendolo a priori. Rispetti tutta la vita, anche quella dei vegetali... ma se vuoi abbellire un'aiuloa decidi di rivoltare tutto. In questo modo per i vegetali vien da chiedersi che se possono essere "distrutti" in assoluto, che non ci sia differenza tra uno o un miliardo, perchè non fai male. Eppure tutto va rispettato... evidentemente facciamo un misto di comportamenti, con un concetto di pseudoprincipio flessibile (in quanto non parliamo di necessità di un'azione... ma si arriva anche al semplice concetto di bellezza o di piacere del tutto fine a se stesso). Con conseguenze diverse, penso sia anche il modo in cui chi mangia carne, senza dover vedere dal vivo la trasformazione del maiale nel suo panino, consideri gli "animali"... materiale (in astratto), che si può usare e
da cui si trae prodotto e piacere.

4 Lucik, 20/04/06 10:17

Noi diamo molta importanza alla complessita. E' per questo che siam disposti a prendere l'auto in autostrada
d'estate sapendo che uccideremo centinaia di moscerini, cosa che non faremmo se si trattasse di centinaia di cani o gatti.

Momento. Va rivisto...
Non è che non lo faremmo di nostro perchè gli uni sono più complessi e gli altri no. Probabilmente è per il fatto che gli insetti sono meno complessi che finiscono schiacciati sull'auto. Magari se in natura (per assurdo) ci fossero frotte di cani e gatti che stan fermi sulle strade a farsi schiacciare, lo faremmo... Mi viene in mente la scena che ho visto tanto tempo fa in televisione in cui le auto passavano su una strada piena di granchi che la traversavano in un dato periodo ogni anno...

Però diciamo che per certe forme di vita è fisiologico alla nostra vita.

Qui volevo dire che "per certe forme di vita la morte è fisiologica alla nostra vita".

ma se vuoi abbellire un'aiuloa decidi di rivoltare tutto.

Momento... di mio ci penso. E nel pseudoprincipio ritengo che così debba essere (il pensarci).

5 shivers, 20/04/06 15:06

Allora se esistessero degli animali che non provano dolore si potrebbe ammazzarli la questione dolore è significativa ma non è sufficiente

6 shivers, 20/04/06 15:13

intendiamoci non sono entomolofobo due inverni fa ho avuto come animale d'affezione una mosca certo quando non l'ho più ritrovata non ne ho fatto un dramma come invece mi è accaduto quando mi è sparito il micio

7 demon_vegan, 20/04/06 17:03

shivers ha scritto:
Allora se esistessero degli animali che non provano dolore si potrebbe ammazzarli la questione dolore è significativa ma non è sufficiente

piu che dolore io parlerei di sentimenti. o consapevolezza di esistere.

8 shivers, 20/04/06 17:09

demon vegan ha scritto:
shivers ha scritto:
Allora se esistessero degli animali che non provano dolore > si potrebbe ammazzarli la questione dolore è significativa > ma non è sufficiente

piu che dolore io parlerei di sentimenti. o consapevolezza di esistere.

"consapevoli del mondo", non "consapevoli di essere nel mondo".

9 Lucik, 20/04/06 19:10

Quindi potremmo uccidere eventualmente "the elephant man" tenuto a vita sotto una campana di vetro, la cui porticina vviene aperta solo per passare da mangiare...?
Va beh... teorie estreme...

10 Haderian, 20/04/06 19:31

Per quanto ne sappiamo tutti gli animali hanno una coscienza ovvero la percezione di esistere (esistere nella realtà ovvio, eistere nel mondo kiamatelo come vi pare)
Per noi animali non è facile immaginare cosa può significare essere un vegetale perkè noi animali siamo sogetti di coscienza e percezioni, mentre a viventi come le piante mancano queste caratteristike, quindi non possiamo immedesimarci in qualcuno o qualcosa non-cosciente.
E' un po' come immaginare cosa si può provare una volta morti, ovvero niente. Avete mai provato il niente? Certo! Prima e poko dopo essere stati concepiti tutti quanti abbiamo "avvertito" il niente.
Questo non avvertire neppure qualcosa non significa non essere in vita ma significa non possedere coscienza.

Resta il fatto ke sul podio delle priorità (almeno per quanto mi riguarda) al primo gradino trovate la capacità di percepire il dolore fisico, al secondo la capacità di avvertire emozioni come la tristezza, la gioia l'allegria, la paura, la rabbia ecc, e al terzo posto trovate la coscienza, questa strana cosa ke erroneamente molto spesso kiamano vita.

Le tre cose sembrano andare di pari passo quasi in tutti i viventi ke ne possiedono almeno una ovvero quelli appartenenti al regno animale.

Sì lo ammetto dal test sono risultato VegEvangelista...

11 Haderian, 20/04/06 20:01

demon vegan ha scritto:
piu che dolore io parlerei di sentimenti. o consapevolezza di esistere.

Generalmente il termine sentimenti indica le emozioni come paura, angoscia, allegria, malinconia, gelosia, sensi di colpa ecc..
Più ke di sentimenti io parlerei di dolore altrimenti si escluderebbero quegli animali più elementari come gli echinodermi, certi vermi, certi artropodi, certi
molluschi.

la "consapevolezza di esistere" può essere facilmente interpretata come "ragionamento o apprendimento che porta
a riconoscere il fatto di essere coscienti" cosa ke ad esempio i neonati umani e molti altri animali non fanno nonostante siano tutti quanti coscienti o potenzialmente coscienti (nel caso si perda temporaneamente coscienza).

Forse sto parlando di concetti molto semplici con frasi troppo complesse. Affetto da sindrome del "mi complico la vita".

12 shivers, 21/04/06 16:43

Haderian ha scritto:
Per quanto ne sappiamo tutti gli animali hanno una coscienza ovvero la percezione di esistere (esistere nella realtà ovvio, eistere nel mondo kiamatelo come vi pare).

io la chiamo consapevolezza del mondo e gli insetti non ce l'hanno

13 Haderian, 10/05/06 21:43

La coscienza è più correttamente definita "io coscente".
Per identificarla concettualmente immaginate quello che si può provare senza: l'udito, la vista, l'olfatto, il
gusto, il tatto, la percezione del dolore, la percezione della presenza, delle funzioni e della mobilità di organi e tessuti..
La sensazione di stare esistendo, un pensiero, che eslua dalle altre percezioni. Quella è la coscienza.

14 Haderian, 10/05/06 22:01

E' la parte più profondamente spettatrice di noi.
E' la base di tutte le percezioni, la parte sensibile dei senzienti soggetta a percezioni fisiche ed emozionali.
Chi può percepire il dolore non può che possedere un io coscente, quindi gli insetti hanno coscienza.

ciao ciao

15 Haderian, 11/05/06 12:24

Voglio fare notare una cosa.

TROPPO spesso gli animalisti usano dire, "provo
compassione per tutti i viventi" o "rispetto tutti gli esseri viventi" e affermazioni simili.

Secondo me in questo modo forniamo ai nemici (quelli stupidi) un arma per criticarci e reputarci incoerenti e contraddittori perchè danneggiamo vegetali. In effetti se intendiamo riferirci agli animali quando diciamo viventi, ci stiamo sbagliando.

Allora invito tutti ad essere corretti (non mi sembra di essere troppo pignolo o rombiballe a dirvi questo) su questo concetto.

Quando intendete riferirvi agli animali dite io rispetto tutti gli animali.

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Cos'hanno in comune queste persone? Ciascuno di loro sta salvando migliaia di animali.

Siamo tutti diversi, trova il modo adatto a TE per aiutare gli animali!