Orribile articolo "per amore degli animali"

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1 Marina, 6/12/05 01:42

Nel numero 52 (di novembre) della rivista
dell'associazione Slow Food, e' stato pubblicato un articolo intitolato "Per Amore degli Animali", purtroppo pieno di affermazioni senza senso, banalita', luoghi comuni, conclusioni campate in aria sui vegan e vegetariani.

Non e' nemmeno possibile una analisi puntuale per indicare cio' che non va nell'articolo, perche' si dovrebbe dire "tutto".

Riporto qui sotto il testo, e vi invito a scrivere la vostra opinione all'associazione, scrivendo a: slowinfo@slowfood.com

Grazie a tutti, ciao.
Marina

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Religioni e cibo

Per l’amore degli animali
Di Anna Mannucci

In Italia, la maggior parte vegetariani fa questa scelta per una motivazione animalista, non vuole che si uccidano animali. Questi vegetariani, dunque, di base sono animalisti (che non vuol dire amanti dei cani e dei gatti, ma attivisti o perlomeno simpatizzanti per i diritti animali, mucche, maiali e polli compresi; sarebbe meglio dire antispecisti). Se sono iscritti a qualche associazione si tratta della LAV, la Lega antivivisezione, della Lac, la Lega per l’abolizione della caccia, di Oltrela Specie, o altre analoghe, ma più spesso non hanno nessuna tessera in tasca e non fanno vita di gruppo animalista. Le motivazioni salutiste, spiritualiste e simili sono decisamente in secondo piano. In questa cornice si possono individuare, ovviamente schematizzando, due modi di intendere il vegetarismo, due correnti di pensiero di solito non esplicitate. Non esplicitate perché, in generale, manca una riflessione critica sui precedenti storici. Anche quando vengono citati autori vari – di solito Plutarco, Tolstoj e Gandhi – è solo in modo propagandistico, per quel che serve ad appoggiare le proprie tesi. Come quando sono pubblicate lunghe liste di “personaggi famosi vegetariani”, dove compaiono atleti, modelle, attori e filosofi.
Tornando ai due modi di intendere il vegetarianismo, si può fare questa scelta per diminuire, per quel che si può, la sofferenza e la morte di alcuni animali, sapendo benissimo che è una goccia nel mare della sofferenza degli animali e senza nessuna pretesa totalizzante. Oppure si può essere vegetariani per salvare tutti gli animali, eliminare il male dal pianeta e avere un mondo migliore. Usando una terminologia fuori moda, si potrebbero definire queste correnti rispettivamente riformista e rivoluzionario. E ancora, il primo approccio è una sorta di politica di “riduzione del danno”, in una visione laica e realista, nella consapevolezza che nessuno si può tirare fuori dalle brutture e dalle contraddizioni della vita. Nel secondo caso, si è vicini a un progetto utopico, nel senso negativo usato da Hans Jonas nella sua polemica con Ernst Bloch. Negli ultimi tempo i vegetariani del secondo tipo sono diventati o cercano di diventare vegani. Necessariamente. Mangiare formaggi, usare scarpe di pelle, maglioni di lana e camicie di seta sono compromessi giudicati inaccettabili. Nel rifiuto del compromesso, della mediazione, compare una tendenza al fanatismo che porta a dire, per esempio, che i vegetariani sono in errore tanto quanto o addirittura più dei carnivori. Sembra di vedere vecchie brutte storie dei movimenti socialisti e comunisti, con i riformisti accusati di collusione con il nemico. E spesso nelle pratiche sociali dei vari vegetariani (propaganda, organizzazione di eventi, manifestazioni, ecc.) si intravedono le tradizioni del movimento operaio, nei suoi vari aspetti.
I “vecchi vegetariani” , quelli degli anni 1950 e ’60, erano abbastanza esoterici, chiusi, non erano animalisti e avevano qualcosa della setta religiosa. Per esempio, alcuni erano vicini alla teosofia. Questa situazione è completamente cambiata, in Italia, partire dagli anni ’80, quando è nato l’animalismo politico (nel senso buono). E’ all’interno del clima e delle associazioni animaliste è rinato il vegetarianismo, su basi completamente diverse e con uno stile diverso da prima, appunto più simile a quello dei gruppi che fanno politica (sindacati, partiti, associazioni).

Salvare il mondo
La politica è, dovrebbe essere, lo spazio della mediazione. Il rifiuto di ogni prodotto animale che non ammette compromessi ha invece le stimmate dell’estremismo, dell’intransigenza. E può essere interpretato come un desiderio di purezza assoluta, distacco dalla carne (nel doppio senso permesso dalla lingua italiana), dalla materia. Vengono in mente, i Catari, i puri, che infatti erano vegetariani, o vegani, secondo Claudia Pastorino (www.veganitalia.com/religione.php) che ne parla esplicitamente come precursori. In questo senso, talvolta si cita il cristianesimo primitivo, dove si presume tutti fossero vegetariani, compreso Cristo. Tra l’altro, spesso si confondono varie forme di cristianesimo, talvolta vagamente new age, con il cattolicesimo. Comunque questi riferimenti non fanno parte del bagaglio comune dei tanti ragazzi e soprattutto ragazze che non mangiano carne, che preferiscono, giustamente, per esempio, fare volontariato nei canili e poi andare in pizzeria in gruppo, come tutti i giovani, magari in compagnia di qualche carnivoro. L’ideologia vegetariana di oggi persegue non la salvezza individuale, bensì quella di tutta l’umanità, anzi, di tutti i viventi, anzi di tutti i senzienti. Questo tipo di alimentazione, infatti, oltre a essere molto salutare, permetterebbe di proteggere l’ambiente, eliminare le malattie e di nutrire tutti gli affamati della terra. Perché la produzione di carne, secondo i vegetariani, e di latte e uova, secondo i vegani, oltre a far soffrire e uccidere gli animali, inquina il pianeta con i suoi residui chimici, disbosca l’Amazzonia, spreca l’acqua e toglie cibo ai popoli del terzo mondo, che si potrebbero nutrire con i cereali e la soia adesso utilizzati per le produzioni animali. Un discorso che ha degli aspetti di realtà, ma che nella sua pretesa totalizzante diventa un progetto salvifico molto poco realistico. Un’obiezione potrebbe essere relativa alla sovrappopolazione: se si salvassero tutti i bambini che si dice muoiano di fame, aumenterebbe enormemente il numero di esseri umani e sulla terra rimarrebbe sempre meno spazio per gli animali selvatici. Un bel guaio. Ancora nella tendenza generalizzante e che vuol salvare tutto il mondo, succede che i vegetariani siano pacifisti, non a livello individuale, ma come scelta politica generale. Finiscono così insieme ai no global e a estremisti vari, di solito carnivori impenitenti, anti americani e anti inglesi, anche se la Gran Bretagna è ufficialmente riconosciuta come il paese di nascita del vegetarismo. Per non dire della lotta a Mc Donald’s, un simbolo negativo universale che di nuovo unisce i vegetariani a terzomondismi e comunisti. Con cui si ritrovano anche nell’ostilità agli ogm. Ancora una volta, il vegetarismo pubblico assomiglia più a movimenti politici che a una setta religiosa (anche se poi nei movimenti politici qualche meccanismo settario c’è…).

Una scelta morale
Un esempio, piccolo ma significativo, della tendenza totalizzante, di per sé poco laica, è il dibattito sull’alimentazione di cani e gatti, che si vorrebbero far diventare vegetariani per un’esigenza di coerenza. E’ un tormentone apparentemente assurdo e minoritario ma che prosegue da anni e crea molte polemiche. I cani sono onnivori e dopo la crescita, da adulti, possono vivere senza carne ed esistono per loro cibi vegetariani., preparati industrialmente, ma c’è anche chi li vuole far diventare vegani. I gatti invece rappresentano un bel problema, dato che sono strettamente carnivori. Qui si potrebbe aprire un dibattito interessante su che cosa è naturale e quanto sia, in fondo, innaturale la scelta vegetariana, nella consapevolezza, allo stesso tempo, che, innaturale non significa sbagliato. Oppure si potrebbe ragionare sul fatto che nelle scatolette finiscono scarti di macellazione che altrimenti andrebbero buttati e dunque, alla fin fine, si tratta di prodotti ecologici. Ma questo non succede e tutto si riduce ad asperrime polemiche contro le scatolette a base di carne, spesso prodotte dalle odiose multinazionali, a costrizioni sui gatti e ad anatemi verso chi li costringe. Comunque, esiste in commercio anche un cibo vegetariano per gatti.
In queste campagne contro la globalizzazione, l’inquinamento e gli ogm, i vegetariani si sono avvicinati anche ai biologici, ma senza esserne ricambiati. Continuano a usare prodotti bio nelle loro cene e festival, ma i biologici continuano a fare la festa del maiale bio e le bistecche sane. Di nuovo, su questo si potrebbe aprire una riflessione sul “naturale” che però non avviene. Anche se continuamente l’alimentazione vegetariana o vegana è presentata come naturale e, dunque, sana. Su quel “dunque” non ci si interroga e forse questo è uno degli aspetti più religiosi, nel senso di non laico, del discorso vegetariano, quando assume che naturale , buono, giusto e scientifico siano la stessa cosa, con buona pace di Hume. Per esempio, sul sito della Società scientifica di nutrizione vegetariana (www.scienzavegetariana.it, dove si trovano peraltro anche molte informazioni valide e interessanti) si legge “sempre più studi scientifici dimostrano la validità di un’alimentazione vegetariana per la tutela dello stato di salute”, “alla luce di quanto è presente nella letteratura medica degli ultimi 20-25 anni (ma gli studi scientifici sull’argomento sono in netto aumento) il problema di scegliere se passare ad una dieta vegetariana potrebbe non essere tanto del “perché farlo”, ma piuttosto del “perché non farlo”. E così via, nella ricerca non solo e non tanto di consigli scientifici per essere vegetariani in modo sano, ma nella pretesa di trovare motivazioni scientifiche a quella che, fondamentalmente è una scelta morale.

2 Lucik, 6/12/05 16:17

Io ho mandato il mio. Se a qualcuno interessa è il seguente.

"Quelli di slowfood sono persone con molto tempo libero, che annoiati nella propria quotidianità cercano di fare dissertazioni estetiche su argomenti che, nonostante siano semplici ed evidenti, sono da loro manipolati, e trasformati in fronzoli e merletti decorati per il solo gusto di passarsi la giornata e compiacersi di aver trovato qualche collegamento tra le parole setta, comunismo, cristianesimo e l'argomento di turno. Compiaciuti della loro metodologia di presentazione che, nonostante si perda nell'inconsistenza della realtà e della sostanza, riesce a metter giù un'intera pagina corredata da tentativi di giravolte e piroette di "pensiero", in termini di collegamenti tra epoche e culture, senza aver detto nulla che poggi con onestà sul mondo reale delle persone di cui parla".

Se qualcuno dicesse così di Voi, Voi cosa direste?
E' quello che avete fatto "scrivendo" dei
"vegetariani".
Non so se i responsabili dell'edizione siano in buona
fede, o se siano consapevolmente in malafede.
In quest'ultimo caso potrei dire le cose più nobili del mondo senza che cambi nulla.
Nel primo, fareste una cosa molto utile all'informazione e alla verità se aveste la gentilezza di voler conoscere "qualche persona" che ha deciso di diventare/o ha capito
di voler essere vegatariana, nella sua semplicità, nella sua realtà, e nella sua quotidianità.
Non serve essere nè animalisti, nè filosofi, nè "religiosi", nè politici, nè altre cose che avete detto, per riflettere su queste questioni. Serve solo essere una persona che ha voglia di pensare alle cose in termini di oggettività e non in termini di banali pregiudizi legati in modo pigro al rozzo concetto che si sintetizza nella frase "il mondo l'ho trovato così... si vede che così deve essere". Serve solo essere consapevoli e non voler fare
del male quando non é necessario. Ma evidentemente siete così legati al pigro orticello dei riferimenti personali, da distinguere tra estremisti intolleranti e sapienti mediatori non sulla base di un criterio oggettivo, ma sulla base di ciò che è più o meno simile al modo di pensare della maggioranza (la storia è piena di questi esempi). Perchè non usereste con la stessa disinvoltura queste parole come mediazione per qualcosa di fortemente ingiusto, ma che è condannato dalla maggioranza stessa. Due pesi, due misure.
Prima di tutto, si é individui, e come tutti gli individui ognuno porta con sè il proprio modo di essere. Trovare una categorizzazione per gli INDIVIDUI e banalizzarli con cose effimere che VOI proponete e insinuate valere erga omnes è una grande superficialità. Chi si rivolge a un pubblico ha l'onore di poter scrivere le proprie parole, ma il dovere di non distorcere la verità. Quando succede é una cosa non solo triste, ma pregiudizievole per tante persone che con onestà e argomentazioni reali cercano di diffondere non il proprio "pensiero esasperato" o "puritano", ma la consapevolezza delle cose, su cui poter compiere le proprie decisioni. Soprattutto é pregiudizievole per tutti quelli che pagano con la propria vita le conseguenze di una "cultura" che fa del male senza che vi sia alcun senso
nel farlo. In questo articolo avete lavorato non per una maggior consapevolezza che sottende a una libera scelta, ma a dare in modo strisciante un'immagine penalizzante di un argomento e delle tante persone che hanno deciso e voluto essere vegetariane.

A giudicare da chi ha scritto l'articolo in questione, sareste capaci di parlare di San Francesco in termine di ingratitudine nei confronti dei sacrifici della propria famiglia, o dei partigiani in termini di terroristi (come erano considerati all'inizio da qualcuno). Se non siete in mala fede, avete questa stessa "sensibilità" di visione e di approfondimento delle cose. Perlomeno in questo caso. "Etichetta" vorrebbe avere la possibilità del confronto.
Ma spesso la "versione unica" é preferita per diversi motivi (se non finalità).

3 shivers, 6/12/05 17:01

Ottimo lucik.
E' interessante notare che, a rigor di logica, l'articolista ritenga inevitabilmente necessaria la morte per fame di cuccioli di animali umani, affermando che l'eventuale salvezza di questi ultimi finirebbe per comportare una riduzione dello spazio vitale per le altre specie, così causando di fatto la denegata (asseritamente denegata) morte di animali non umani.
In fatto di sofismi e solipsismi, siamo al di là del bene e del male, con tutto il rispetto per Nietsche.

4 Lucik, 6/12/05 17:45

(Grazie Marco!).
Sì... l'autore ha dei "se", dei "dunque", e degli
"ergo" che ha montato con lo standard del lego... (oltre
ad essere cose che prescindono da qualcosa che abbia qualche legame con il pianeta Terra... oltre alle bugie... e oltre ai commenti "personali" del tutto gratuiti).
Quella che hai notato tu é "eccezionale", "fa vedere" quanto affronta le "teorie" in modo aperto, adattivo... rispondendoci con le NOSTRE stesse ipotesi. Matematica! Speriamo non faccia mai il marinaio... se ci fosse una falla che imbarca acqua, invece di dire "bisogna tapparla se non qui si annega tutti", passerebbe a trovare intrecci enciclopedici tra il termine falla, il buddismo, la storia dell'Ansaldo, i racconti di Giulio Verna... e cantando "mentre la barca va"... glu, glu, glu...

O forse questi divaganti voli pindarici li riservano solo AGLI ALTRI...?
La disinformazione é veramente una cosa molto brutta, e grave. In questo caso anche irresponsabile dato che le conseguenze si abbattono su delle vite.

5 milou, 6/12/05 18:46

bravo lucik, li hai proprio spiazzati con la tua risposta!

6 Lucik, 6/12/05 20:41

Se é servito a un minimo di qualcosa sono contento.
Ciao ;-)

7 LuisaTo, 10/12/05 23:21

Riporto qui sotto il testo, e vi invito a scrivere la vostra opinione all'associazione, scrivendo a: slowinfo@slowfood.com

Leggo solo ora e sono a dir poco vegan STRA inca... ta
Un articolo sul vegetarianesimo scritto da una che ne sa di vegan come me di astrofisica nucleare neutrina .
Mo' mi sentono .
Luisa

8 Bacca, 21/12/05 10:48

Lucik ha scritto:
Io ho mandato il mio. Se a qualcuno interessa è il seguente.

Cuttone <

Chapeau!

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Bacca

9 Lucik, 21/12/05 12:02

Merci beaucoup!

Luciano.

Cos'hanno in comune queste persone? Ciascuno di loro sta salvando migliaia di animali.

Siamo tutti diversi, trova il modo adatto a TE per aiutare gli animali!