Scusate l'intrusione..

Pagina 1 di 2

1 Nsicuro, 8/06/06 21:05

Salve a tutti, mi scuso intanto per essermi introdotto "in casa vostra" ma ho sempre avuto amici e conoscenti vegetariani e alcuni vegani, le cui ragioni di questa scelta sono sempre rimaste un poco confuse, e essendo capitato per caso sul sito ho letto l'introduzione al modo di vivere vegan e vegetariano. Visto che c'ero anche se
non sono vegetariano mi sn permesso di leggere la lettera ai vegetariani come invito alla conversione.. dati molto interessanti e non ne metto in dubbio la veridicità, credo che l'autore o l'autrice ( perdonami nn ho memorizzato)
si sia informato, ma non potrebbe essere una parte della realtà che magari si comporta nel complesso in modo migliore rispetto a questi 2 casi?
Spero di non scatenare ire nei miei confronti, ma visto ke il sito mi pare seguito e sentito da chi sta dietro ne approfitto per capire o almeno ci provo. vorrei porre delle domande che spero qualcuno si senta buono per provare a darmi una risposta..
il ragionamento animalista fila come un treno, assolutamente d'accordo ma non ho capito come
l'allevamento a scopo lana di pecore (montoni compresi) e capre sia da criminalizzare..
Per quanto riguarda l'allevamento per il latte e le uova.. se il problema è la mattanza (scusate ma nn avevo un termine più appropriato) degli individui di sesso maschile.. beh credo che questo con gli anni sparirà per gli allevamenti è un costo anche solo generarli gli individui non profiqui, la biogenetica sta lavorando sulla possibilità di impedire il diffondersi di malattie genetiche e quando la tecnica sarà affinata, i produttori con tanti soldini la compreranno per avere il 90% dei nuovi individui come servono (femmine) e il 10% per mantenerne la specie ammesso che servano tutti questi maschi..

Mi scuso di nuovo per l'intromissione, per le frasi sconnesse e le idee poco consone al vostro pensiero.. ma parlarne aiuta a capire, e capire.. dovrebbe aiutarci a sceglere il meglio
Saluti

2 Lucik, 8/06/06 22:38

le cui ragioni di questa scelta sono sempre rimaste un poco confuse

Ciao.
Io sono vegano perchè per mè è sbagliato uccidere un animale quando non ce n'è bisogno. E quindi non lo
faccio.
Se le ragioni a cui ti riferivi erano di dettagli e non di principio, rispondo di mio al resto.

l'allevamento a scopo lana di pecore

Il problema (che so io) sta negli allevamenti. Talmente sono le pecore che gli animali singolarmente sono solo un numero. Si può quindi immaginare il livello di cura del singolo esemplare. Chi sa meglio potrà dare delucidazioni migliri, compresi i link in cui si parla delle menomazioni che subiscono e il motivo raccontato più precisamente.

la mattanza (scusate ma nn avevo un termine più appropriato) degli individui di sesso maschile..

Quello è uno. Poi c'è lo sfruttamento spinto delle mucche. E per sfruttamento non intendo qualcosa di puritano, bensì il far produrre in modo artificiale alle mucche 10 volte tanto il quantitativo di latte che avrebbero in natura. Questo porta a dolori e irritazioni, queste ultime portano alla somministrazione di antibiotici. Oltre a questo, le mucche vengono uccise appena diventano meno produttive, anche se vivrebbero ancora per parecchi, molti, anni.

la biogenetica sta lavorando sulla possibilità di impedire il diffondersi di malattie genetiche e quando la tecnica sarà affinata

Non fa una piega. Ma le scelte si valutano in un contesto dato. Nel presente il consumo di latte ecc. ha come conseguenza quella della "mattanza". La mia conseguenza,
è quella di essere vegano. Oltre a questo, uno si rende conto che il latte vaccino è l'alimento prodotto per i vitelli. Quindi anche se in un futuro ipotetico non si facesse male a nessuno, sarebbe comunque una cosa di cui ti rendi conto dell'improprietà nei confronti dell'alimentazione umana.

Poi ci sono le questioni ecologiche (per produrre un chilo di carne occorono tot chili di verdure, acqua, deforestazione per far spazio a nuovi pascoli, conseguente desertificazione - il terreno non viene curato e si passa a ridisboscare nuovamente - ecc...), le questioni sociali (la terra utilizzata per creare nuovi pascoli viene
"sottratta" alle popolazioni che ne avrebbero bisogno per il proprio fabbisogno alimentare/agricolo) e chi più ne ha più ne metta.
Ma vorrei precisare che non bisogna essere per forza animalisti. Uno può anche disinteressarsi di tutto, ma voler comunque non fare del male in quanto sarebbe sbagliato farlo senza senso.

Ciao. Luciano.

3 ischan, 8/06/06 22:45

ciao.

ti rispondo a getto, poi magari se ti interessa vai a raccogliere altre info, segui i link e troverai ogni risposta, anche su altri siti di associazioni animaliste o prettamente antispeciste..

allora, per quanto mi riguarda, la questione lana, e tutto cio' che ne e' connesso, tipo il mulesing...e' una delle cose che piu' odio dello sfruttamento animale...
leggiti questo articolo. http://www.oltrelaspecie.org/abbigliamento.htm

il resto del tuo discorso e' la quintessenza dello
specismo industriale massificato.

sicuro della tua buona fede, spero che tu possa capire cosa muove
una persona a rifiutare completamente tutto questo.

la biogenetica, puo' anche risolvere delle esasperazioni che l'industria del 900 ha creato....ma per me rimane una soluzione
inpraticabile. macchiavellica.

gia' gli animali di quasi tutte le specie sono sfruttati massacrati e mangiati dall'uomo in migliaia di modi, se ci mettiamo anche a controllare roboticamente le nascite solo ed esclusivamente per la riproduzione e l'allevamento...(ovviamente a favore solo della logica capitalistica di ottimizzare la produzione e diminuire i problemi per l'uomo, visto quello che combinano con le varie aviarie..ormai vicine alla pandemia...)
distruggiamo anche l'ultimo spiraglio di luce che vede in quel poco di liberta' animale la speranza di poter avere ancora un centinaio di anni di acqua e vita su questa terra...

4 Marina, 9/06/06 01:58

Non vengono uccisi solo i maschi, ma anche le femmine (mucche e galline), e comunque nel caso delle mucche non cambia molto, se nascessero tutte femmine verrebbero uccise comunque, perche' solo 1 su 6 (circa) va a sostituire la madre a "fine carriera" (leggi: macello), le altre fanno
la stessa fine dei vitelli maschi.

Il punto e', comunque, che e' abbastanza inutile fare questi ragionamenti se non c'e' una rispetto di fondo per gli altri esseri senzienti, un senso di giustizia che faccia dire "ma perche' diavolo dovrei essere
giustificato ad ammazzare e far soffrire per il mio piacere personale?". Se questo non c'e', si troveranno sempre, dentro di noi, miliardi di giustificazioni, si faranno ragionamenti da "arrampicatore sugli specchi" senza
nemmeno rendersene conto, e si potra' discutere per anni senza mai arrivare a nulla.

Perche' se non senti l'ingiustizia, dentro di te, se non senti che il maiale e' come il cane che non ammazzeresti mai (almeno, spero che non ammazzeresti mai)... ogni ragionamento che va spaccare il capello in quattro per trovare qualche "difetto" nella "logica vegana" e'
solo esercizio di dialettica. E non serve a nulla.

Quando tutto quel che si cerca e' di giustificare il proprio "diritto alla bistecca"... beh, meglio lasciar perdere.

Buonanotte,
Marina

5 lleo, 9/06/06 10:04

Ciao nsicuro.
Ben arrivato. Essendo vegetariano, diciamo quasi vegan, e meno propenso agli estremismi, almeno per quello che riguarda quello che hai scritto, rispondo alla tua
domanda.
A differenza di come si usa spesso e volentieri da parte di chi spinge una persona onnivora verso la conversione al veg*esimo, io non metto sul piatto motivi salutistici che pure ci sono. A me di quei motivi frega poco o niente. La mia scelta è basata esclusivamente sui motivi etici: non è giusto ammazzare un qualsiasi animale per nutrirsi, specialmente quando esistono altre cose da mangiare, e non è giusto sfruttare un qualsiasi animale per profitto. Ovviamente non è un discorso che potrei fare ad un membro di una tribù africana di quelle che vivono nel deserto e non hanno altro da mangiare che carne, ma visto che fortunatamente o sfortunatamente siamo nati nella parte "ricca" ed "evoluta" del mondo, allora a queste cose ci penso.
Non dico che una persona veg* sia migliore di un'altra onnivora solo per partito preso, anche perchè non è che se qualcuno è veg* deve per forza di cose essere un santo (Hitler era vegetariano), ma c'è un motivo inconfutabile che pone un veg* ad un livello leggermente superiore rispetto ad una persona "normale": il rispetto e l'attenzione per le cose.
Ho detto cose anzichè animali perchè generalmente il rispetto per gli animali ti porta al rispetto per la totalità, per il tutto.
Ed il rispetto che intendo io è molto diverso da quello della persona che ama gli animali, l'ambiente, il
prossimo, poi come secondo mangia una fetta di carne.
Io dico sempre, in qualunque situazione, che la persona interessata dovrebbe sempre mettersi nei panni dell'altro per cercare di capire quello che prova, che sia un'altra persona o un animale.
Devo dire comunque che la tua domanda mi ha fatto piacere, perchè non suona come "provocazione" nè come
"sfottimento".
Se poi un giorno o l'altro dovessi arrivare all'illuminazione che ti porterebbe a compiere la scelta
di diventare veg* a tua volta, non potrebbe che farmi piacere: prima per gli animali e l'ambiente, poi per te. Come dico sempre, capisco che è una cosa difficile, ma nel momento in cui lo fai ti si apre il terzo occhio.
;-)

6 ofelei, 9/06/06 14:48

lleo ha scritto:

non è che se
qualcuno è veg* deve per forza di cose essere un santo (Hitler era vegetariano),

ti dico una cuiosità: Hitler è stato sicuramente vegetariano ma leggiti questi copia e incolla dal sito Vegan3000

E' vero che Hitler era vegetariano?

1. La Vegetarier-Bund (Società Vegetariana Tedesca), fondata nel 1892, venne soppressa dal regime nazista (riaprì nel 1946). Chiusura bizzarra, se Hitler ne fosse stato un sostenitore.

2. La politica hitleriana non promosse mai il vegetarismo, né a beneficio della salute pubblica, né per motivi etici. Il non promuovere pubblicamente questa sana alimentazione è significativo, da parte di un leader che rinforzò rigorosamente altre politiche salutiste, come una legislazione che condannava il fumo e l'inquinamento, o le misure a tutela delle donne in gravidanza e partorienti.

3. Hitler non era vegetariano; furono i suoi medici a prescrivergli occasionalmente - per migliorare le condizioni della sua salute - di seguire una dieta priva di carne. Il Ministro della Propaganda, Goebbels, manipolò questo fatto per spingere il pubblico a considerare il Fuerer come un Santo, come il vegetariano - loro contemporaneo - Mohandas K. Gandhi. In realtà, Gandhi fu l'esatto opposto di Hitler anche in questo, dato che i medici, per migliorare la sua salute, gli consigliavano di bere brodo di carne. Mentre Gandhi rifiutò, Hitler si lamentava delle prescrizioni dei suoi medici e si spacciava per vegetariano nonostante mangiasse ravioli al ragù.

4. Il materiale biografico descrive spesso Hitler come un "vegetariano" con un debole particolare per salse carnee, caviale e prosciutti.

Il biografo John Toland ("Adolf Hitler"), riporta che l'alimentazione di Hitler, quand'era studente, consisteva in "latte, pasticci di carne e pane."

Un altro suo famoso biografo, Robert Payne ("The Life and Death of Adolf Hitler"), afferma che quella del
vegetarismo fu una deliberata montatura, veicolata dai nazisti per dipingere Hitler come figura pura e dedita al bene.

Payne scrive: "L'ascetismo di Hitler aveva un ruolo importante nella sua immagine pubblica in Germania. Secondo una leggenda ampiamente diffusa, non fumava, era astemio e non frequentava donne. Soltanto la prima affermazione era veritiera. Beveva spesso birra e vino, aveva una predilezione particolare per le salse a base carnea bavaresi e prese moglie... il suo ascetismo era una finzione inventata dal Ministro della Propaganda nazista Joseph Goebbels, per enfatizzarne la dedizione totale, l'autocontrollo e la distanza che lo separava dagli altri uomini...".

Il Professor Rynn Berry ha recensito "The Heretics Feast" (un libro che alimenta la leggenda di Hitler vegetariano) con queste parole:

"Mentre è vero che i medici di Hitler gli prescrissero una dieta vegetariana per curarne la flatulenza ed un disturbo cronico dello stomaco, diversi tra i suoi biografi, come Albert Speer, Robert Payne, John Toland ed altri, riportano la sua predilezione per salse a base di carne e carni trattate. Anche Spencer sostiene che Hitler divenne vegetariano soltanto a partire dal 1931: 'Si potrebbe affermare che dal 1931 seguì una dieta vegetariana, ma la trasgrediva in alcune occasioni' ".

Quando si suicidò in un bunker, nel 1945, aveva 56 anni; sarebbe quindi stato vegetariano per 14 anni. A dimostrare il contrario, esiste la testimonianza di Dione Lucas, la donna che fu la sua cuoca personale ad Amburgo, verso la fine degli anni Trenta. Nel suo libro "Gourmet Cooking School Cookbook," riporta che il suo piatto preferito - quello che richiedeva abitualmente - era il piccione farcito. "Non vorrei farvi passare la voglia di mangiarlo, ma potrebbe interessarvi sapere che il piccione farcito era in assoluto il piatto preferito del signor Hitler, che cenava spesso in quest'hotel."

Concludiamo citando un libro assai interessante e sicuramente non di parte: "The Medical Casebook of Adolf Hitler" (Leonard e Renate Heston, William Kimber & Co, 1979). Basato su materiale tratto da archivi medici tedeschi dell'epoca, chiarisce esaurientemente tanto le abitudini alimentari di Hitler quanto le loro motivazioni: "Dall'inizio degli anni 30, Adolf Hitler cominciò a soffrire di crampi ed acuti dolori nella parte destra dell'addome. Il dolore lo colpiva poco dopo i pasti.
Quando ciò accadeva, Hitler generalmente lasciava la tavola. A volte tornava dopo che 'era passata la crisi', come narra Albert Speer, altre volte non tornava affatto... All'epoca, aveva quarant'anni e non era mai stato seriamente malato... nessuno avrebbe potuto convincerlo a sottoporsi a degli esami per questi dolori addominali... si curò da solo... Indubbiamente a causa dei dolori provocatigli da alcuni cibi, eliminò pasticci elaborati e carni, continuando ad eliminare alimenti fino a limitare la sua dieta a vegetali e cereali - un cambiamento significativo, in un uomo famoso come goloso di dolci e pasticcini..."

Esiste un'altra leggenda, secondo la quale i nazisti erano contrari alla vivisezione. In effetti, vararono una presunta legge antivivisezionista, nel 1933. La rivista medica inglese Lancet la recensì nel 1934, ammonendo gli antivivisezionisti a non celebrarla, perché questa legge nazista non differiva affatto da una legge inglese risalente al 1876, che all'epoca ancora regolamentava alcuni esperimenti su animali, ma non li vietava affatto. Esistono prove schiaccianti di come i medici nazisti continuarono a condurre su animali un'enorme quantità di esperimenti. In "The Dark Face of Science," di John
Vyvyan vengono riassunti così: "Gli esperimenti condotti sui prigionieri furono molti e di diversa natura, ma avevano tutti una caratteristica in comune: ciascuno rappresentavano una continuazione di esperimenti condotti su animali, o ne era complementari. Per ogni esperimento, veniva citata in evidenza la letteratura [vivisezionista] antecedente e nei campi di concentramento di Buchenvald ed Auschwitz vennero portati avanti esperimenti simultaneamente su umani ed animali, come parte di un unico programma."

7 ofelei, 9/06/06 14:49

---e anche questo non è male!

Hitler e gli animali

Come molti degli umani a lui simili, Adolf Hitler usava epiteti animali per vilipendere altre persone. Spesso chiamava i suoi oppositori "suini" e "sporchi cani". I bolscevichi erano "animali" ed i russi "un popolo bestiale", "una famiglia di conigli" slavi che Stalin
aveva plasmato in uno stato totalitario. Dopo aver conquistato la Russia, Hitler voleva che "i ridicoli cento milioni di slavi" vivessero nei porcili. Chiamava i diplomatici britannici "piccoli vermi", e per quanto riguardava gli americani, "mezzi ebrei e mezzi negri", diceva: "hanno il cervello di una gallina". Hitler ne
aveva anche per il suo stesso popolo, che definiva: "il grande e stupido branco di montoni che è la nostra gente" e, quando la sconfitta si stava avvicinando alla fine della guerra, li accusava di non essere stati all'altezza della sfida. Hitler chiamava le sue sorelle "stupide oche".

Comunque, qualsiasi limite il Volk germanico potesse avere, Hitler credeva che la razza ariana/nordica fosse infinitamente superiore al circostante mare di subumane "mostruosità a cavallo fra l'uomo e la scimmia", come
rese chiaro in un discorso a Monaco nel 1927:

Vediamo davanti a noi la razza ariana che è chiaramente la portatrice di tutta la cultura, la vera rappresentante di tutta l'umanità. Tutta la nostra scienza industriale è, senza eccezione, opera dei nordici. Tutti i grandi compositori, da Beethoven a Richard Wagner sono ariani. L'uomo deve tutto ciò che ha di importante al principio della lotta e ad una razza che ha conquistato il successo. Eliminate i nordici tedeschi e nulla rimane se non la danza delle scimmie.

Hitler amava i cani, specialmente i pastori tedeschi (considerava i boxer "degenerati") e gli piaceva controllarli e dominarli.
Al fronte, durante la prima guerra mondiale, diventò amico di un terrier bianco, Fuchsl (Volpino), che era scappato attraverso le linee nemiche. Successivamente, quando la sua unità dovette spostarsi e non si riusciva a trovare Fuchsl, Hitler era sconvolto. "Gli volevo molto bene", ricordava. "Ubbidiva solo a me".

Hitler spesso portava con sé un frustino per cani e qualche volta lo usava per picchiare il suo cane nello stesso modo morboso con cui lo usava suo padre per picchiare il proprio cane.

Nel quartier generale del Führer durante la seconda guerra mondiale, la femmina di pastore tedesco di Hitler, Blondi, gli offrì la cosa più vicina all'amicizia che egli avesse mai avuto. "Ma con i suoi cani, così come con ogni essere umano con cui venisse a contatto", scrive Ian Kershaw, "qualsiasi relazione era basata sulla subordinazione al
suo dominio".

Sebbene Hitler consumasse prodotti di origine animale come formaggio, burro e latte, cercava di evitare la carne, per placare il suo "stomaco nervoso". Soffriva di disturbi digestivi ed occasionali dolori di stomaco, che lo avevano afflitto fin dall'adolescenza85 ed anche di eccessiva flatulenza e sudorazioni incontrollate.
La prima testimonianza dei suoi tentativi di curare i problemi di stomaco controllando la sua dieta appare in una lettera che scrisse nel 1911, quando viveva a Vienna: "Mi fa piacere portarti a conoscenza che, tutto sommato, mi sento già bene [.] Era solo un problema di digestione e sto cercando di curarmi con una dieta di frutta e verdura".

Scoprì che quando riduceva l'assunzione di carne, non sudava più copiosamente, e c'erano meno macchie sulla sua biancheria intima.
Hitler si convinse anche del fatto che mangiare verdura migliorasse l'odore delle proprie flatulenze, una condizione che lo aveva stressato terribilmente e che gli aveva causato molto imbarazzo.
Aveva una grande paura di contrarre il cancro, che aveva ucciso sua madre e credeva che il mangiar carne e l' inquinamento lo causassero.

Hitler però non rinunciò mai completamente ai suoi piatti di carne preferiti, specialmente le salsicce bavaresi, i fegatini, e la selvaggina farcita ed arrostita.

La cuoca Dione Lucas, che lavorava come chef in un albergo di Amburgo prima della guerra, ricorda di essere stata chiamata spesso per preparare a Hitler il suo piatto preferito. "Non voglio rovinarvi l'appetito per i piccioncini farciti [piccoli di piccione di circa quattro settimane]", scrisse nel suo ricettario, "ma vi potrebbe interessare sapere che era uno dei grandi piatti preferiti del Signor Hitler, che spesso cenava all'albergo. Su, non prendiamocela con un'ottima ricetta".
Uno dei suoi biografi dichiara che il consumo di carne da parte di Hitler si limitava perlopiù alle salsicce.

Quali che fossero le sue preferenze dietetiche, Hitler mostrò poca simpatia per la causa vegetariana in Germania. Quando salì al potere nel 1933, bandì tutte le associazioni vegetariane in Germania, ne arrestò i dirigenti, e chiuse le principali riviste vegetariane pubblicate a Francoforte. La persecuzione nazista costrinse i vegetariani, una piccolissima minoranza in una nazione di carnivori, a lasciare il Paese o ad entrare in clandestinità.

Un pacifista e vegetariano tedesco, Edgar Kupfer-Koberwitz, fuggì a Parigi e poi in Italia, dove fu arrestato dalla Gestapo, e mandato al campo di concentramento di Dachau (vedi capitolo 8). Durante la guerra, la Germania nazista bandì tutte le organizzazioni vegetariane nei territori da essa occupati, anche se le diete vegetariane avrebbero potuto contribuire ad alleviare la carestia alimentare del tempo di guerra.

Secondo lo storico Robert Payne, il mito del rigido vegetarianismo di Hitler fu soprattutto opera del Ministro della Propaganda della Germania nazista, Joseph Goebbels:

L'ascetismo di Hitler giocò un ruolo importante sull'immagine di sé che proiettava sull'intera Germania. Secondo la leggenda, a cui molti danno credito, Hitler non fumava, non beveva, né mangiava carne, né aveva niente a che fare con le donne. Solo la prima cosa era vera. Beveva spesso birra e vino diluito, aveva una speciale passione per le salsicce bavaresi, e aveva un'amante, Eva Braun,
che viveva tranquillamente con lui al Berghof. Ebbe anche altre storie discrete. Il suo ascetismo era un'invenzione di Goebbels per enfatizzare la sua totale dedizione, il suo autocontrollo, la distanza che lo separava dagli altri uomini. Con questa dimostrazione plateale di ascetismo, poteva rivendicare di essere completamente dedito al servizio del suo popolo.

In realtà, Hitler era "notevolmente indulgente con sé stesso, e non possedeva alcuno degli istinti degli
asceti", scrive Payne.
Il suo cuoco, Willy Kannenberg, era un uomo enormemente grasso, che preparava piatti squisiti e si comportava come un buffone di corte.
"Sebbene Hitler non avesse alcuna passione per la carne,
ad eccezione delle salsicce, e non mangiasse mai pesce, amava il caviale. Era un profondo estimatore di dolci, frutta caramellata, e torte di panna, che mangiava in quantità incredibili. Beveva tè e caffè affogati nella panna e nello zucchero. Nessun dittatore ha mai avuto un simile gusto per il dolce".

Per quanto riguarda la compassione e la gentilezza, queste erano un anatema per Hitler, il quale riteneva che il potere determina il diritto ed il forte merita l'eredità del mondo. Aveva una radicale avversione per la filosofia vegetariana non violenta, e si faceva beffe di Gandhi.

La convinzione di base di Hitler era che la natura è dominata dalla legge della lotta. Voleva che i giovani tedeschi fossero brutali, autoritari, impavidi e crudeli ("La gioventù che crescerà nella mia fortezza metterà
paura al mondo"). Non dovevano essere deboli o gentili, "deve di nuovo risplendere nei loro occhi la luce della libera e meravigliosa bestia predatrice. Voglio che i miei giovani siano forti e belli".

Hitler riassunse una volta la sua visione del mondo in una singola, breve frase: "Colui che non ha potere perde il diritto alla vita".

La presunta passione di Hitler e di altri capi nazisti per gli animali, specialmente per i loro cani, è stata analizzata da Max Horkheimer e Theodor Adorno. Per certe personalità autoritarie, scrivono, l'"amore per gli animali" è parte del loro modo di intimidire gli altri. Quando i magnati dell'industria ed i capi fascisti
vogliono avere animali domestici, scelgono sempre animali dall'aspetto intimidatorio, come alani e leoncini, per avere ulteriore potere attraverso il terrore che questi ispirano.

"Il colosso assassino fascista si pone così ciecamente di fronte alla natura, da vedere gli animali solo come un mezzo per umiliare gli uomini. L'interesse appassionato
dei fascisti per gli animali, la natura ed i bambini affonda le sue radici nel gusto della persecuzione". In presenza del potere, nessuna creatura è un essere portatore di diritti. "Una creatura è meramente una materia per gli scopi sanguinari del padrone".

8 lleo, 9/06/06 15:01

Azz un semi trattato di storia. Un pò (o mostruosamente) OT B-D
Però buono a sapersi.

9 Pazzerellona, 9/06/06 15:46

Io per prima cosa ti rispondo che chi è vegan si preoccupa in senso lato della sofferenza degli animali, e non esiste alcuna forma di "interazione a scopo commerciale" con gli animali che non sia per loro invasiva...
Se anche la manipolazione genetica dei caprini divenisse una realtà, resterebbe sempre il loro sfruttamento.

10 Lucik, 9/06/06 17:42

Dopo aver conquistato la Russia

Eh no.
L'hanno invasa.
Conquistata, MAI.

Lucik.

11 shivers, 9/06/06 18:12

Ma perché se ritieni che il discorso animalista "FILI COME UN TRENO" non diventi ALMENO VEGETARIANO?
Poi avrai tutto il tempo di informarti se sia sufficiente o se occorra diventare VEGAN, scoprendo, magari, che la vita che fanno le pecore da lana è tra le più TRAGICHE tra tutte le specie animali.

12 ofelei, 9/06/06 19:25

Lucik ha scritto:
Dopo aver conquistato la Russia

Eh no.
L'hanno invasa.
Conquistata, MAI.

Lucik.

Non posso che quotare.

13 Nsicuro, 9/06/06 21:01

Marina ha scritto:

[CUT
Il punto e', comunque, che e' abbastanza inutile fare questi ragionamenti se non c'e' una rispetto di fondo per gli altri esseri senzienti, un senso di giustizia che faccia dire "ma perche' diavolo dovrei essere giustificato ad ammazzare e far soffrire per il mio piacere personale?". Se questo non c'e', si troveranno sempre, dentro di noi, miliardi di giustificazioni, si faranno ragionamenti da "arrampicatore sugli specchi" senza nemmeno rendersene conto, e si potra' discutere per anni senza mai arrivare a nulla.

[CUT]
Ho passato realmente tutta la sera a pensare alle tue parole e ne sono rimasto molto sorpreso.. purtroppo oggi come oggi non sento quello che provi tu ed è vero, ho fatto un sacco di ragionamenti più o meno arrampicatori tipo.. : si ma gli animali si mangiano tra loro,
si ma se li allevo io nel terreno dietro casa che sono felici e contenti finchè nn s'addormentano per poi nn risvegliarsi eccetera eccetera..
Lo so sono discorsi da bambino, ed è effettivamente mettere la testa sotto la sabbia , molta sabbia, ma parlo per me, ho così tante beghe per la testa dalla mattina al tramonto che proprio non ho la forza di volontà di fare un passo per salvare il mondo

lleo ha scritto:

[CUT]
Devo dire comunque che la tua domanda mi ha fatto piacere, perchè non suona come "provocazione" nè come "sfottimento".
Se poi un giorno o l'altro dovessi arrivare all'illuminazione che ti porterebbe a compiere la scelta di diventare veg* a tua volta, non potrebbe che farmi piacere: prima per gli animali e l'ambiente, poi per te. Come dico sempre, capisco che è una cosa difficile, ma nel momento in cui lo fai ti si apre il terzo occhio.
;-)

Non era una provocazione e nemmeno uno sfottimento, ho solo cercato di capire un punto di vista diverso dal mio, e per quanto comprensibile così radicalmente fuori dalla mia portata.
Sarà che ho sempre vissuto la realtà dell'allevamento per il mantenimento della famiglia, i nonni pastori, con pecore, galline, conigli e via dicendo.. a cui non ho mai associato la violenza che a voi tutti è palese.
Vi ringrazio comunque per il tempo dedicato anche solo a leggere il post e a pensare una risposta.
Saluti Carlo

14 Andrea, 9/06/06 22:14

ho così tante beghe per la testa dalla mattina al tramonto che proprio non ho la forza di volontà di fare un passo per salvare il mondo

Ma non si tratta dai salvare il mondo, ne' di aiutare gli animali, ma di smettere di ucciderli. Nessuno pretende che tu dedichi energie e tempo a salvare degli animali o a diffondere il veg*anismo, qui si parla semplicemente di smettere di daneggiarli.

Perche' non ci vuole tempo ne' energie per decidere di mangiare un cibo piuttosto che un altro. Sarebbe come dire "ho troppe beghe per la testa per decidere di mangiare una pizza invece di un piatto di pasta". Qui e' la stessa
cosa.

E il benessere psicofisico che chiuqnue sia passato a un'alimentazione veg*ana puo' testimoniare non puo' che aiutare in tutti gli altri campi.

15 lleo, 9/06/06 22:34

Carlo, infatti il mio era un constatare che il tuo post è serio, o almeno così sembra.
Riguardo le tue beghe... beh casini vari li hanno tutti credo, nessuno escluso.
Ma attento: spesso e volentieri queste sono utilizzate come scuse per evitare di fare dei cambiamenti. Ovviamente non voglio obbligarti a fare quello che non senti, anche se questo costa materialmente molto a molti. Ma, come ho detto nel mio post, se fossimo in un paese da terzo o da quarto mondo e vivessimo in un ambiente completamente ostile senza altro di che mangiare se non carne, potrei anche capire. Magari penso agli Inuit, almeno ai pochissimi rimasti.
Ma dato che siamo qui mangiare una cosa anzichè un'altra non è che sia una rinuncia pazzesca.
Da parte mia penso di essere stato fortunato nel passaggio a vegetariano, dato che la carne mi è sempre piaciuta poco o niente e il pesce mi faceva direttamente schifo.
L'unica cosa di cui ho sentito la mancanza, se così posso definirla, è stata la pastasciutta con il sugo di tonno visto che era la mia pietanza favorita, anzi una delle tre. Fortunatamente le altre sono con il pestoe con la zucca, per cui almeno due piatti li ho salvati.
Però è una rinuncia che ho fatto volentieri, che mi è costata praticamente zero, e che non ha influito sulla mia salute, se vogliamo buttarla anche su questo piano.
Chi ci ha guadagnato di più naturalmente sono stati i tonni. Se entrasse nel forum un curioso o una di quelle persone che ragionano poco, leggendo quello che ho scritto mi prenderebbe per scemo. Ma siccome il tonno è un animale e come tutti gli animali, nessuno escluso, è dotato di un'intelligenza, un istinto, non so se di sentimenti ma sono propenso a crederlo, visto il comportamento di qualsiasi essere vivente al momento del parto, sia esso femmina che maschio. Credo fortemente che se un qualsiasi essere non abbia sentimenti o non provi emozioni nè altro, i parti non esisterebbero. Non credo che possano essere qualcosa di meccanico come in una catena di montaggio. Capisco quello che dici sul venire da una famiglia di contadini, o avere parenti o antenati che allevavano animali da cortile. Ed infatti capisco che sia difficile, essendo nato in un ambiente in cui questo è definito la normalità.
Ma come ti ho detto, arrivati al punto, avuta l'illuminazione, si cambia drasticamente.
E non significa nascondere la testa sotto la sabbia. Ognuno cerca di evitare alcune cose, più o meno grandi.
Ma non bisogna pararsi sull'impossibilità di curare i mali del mondo. Le termiti fanno costruzioni che paragonate alle loro dimensioni sembrano impossibili da realizzare. Ma ci si mettono in tante, ognuna fa un pezzetto.
Applicalo ai cristiani, intesi come umani, e avrai la soluzione.

Pagina 1 di 2

Cos'hanno in comune queste persone? Ciascuno di loro sta salvando migliaia di animali.

Siamo tutti diversi, trova il modo adatto a TE per aiutare gli animali!