dubbi su marche cruelty-free
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Gloriadominici.+,
15/03/14 14:01
Ciao a tutti , mi sono venuti dei dubbi sugli acquisti delle marche cruelty-free.. A farmeli venire sono stati questi 2 siti:
http://www.lindipendenza.com/massacro-animali-abbandonati-peta/ Questo articolo parla degli imbrogli della PETA "associazione animalista" americana le cui donazioni vengono utilizzate per tutto tranne che per gli animali. Sotto tra i primi commenti , cen è uno di "io" che dice che molte associazioni animali vengono create solo a scopo di lucro e tra queste cita la LAV .
Poi,
http://www.articolotre.com/2014/02/le-multinazionali-del-tabacco-e-il-trucco-delle-societa-cruelty-free/252758 (leggete attentamente l'ultima parte)
-Volete dirmi che la LAV è una società a scopo di lucro?? secondo me è impossibile verificarlo e secondo me non è da escludere che il suo comportamento possa essere simile a quello della PETA (v. primo articolo)
-Per quanto riguarda il 2°articolo, non avevo mai pensato al fatto che delle marche possono defnirsi cruelty-free e poi dopo un pò di tempo riassorbire i comportamenti precedenti ovvero test, vivisezione..
Sinceramente ho sempre più dubbi se esistano o meno delle vere e proprie marche CRUELTY FREE . . . tutto ormai dipende dai guadagni non dal benessere degli animali ..
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Andrea,
15/03/14 14:17
Non c'è nessuna relazione tra i due articoli e il cruelty-free.
1. La PETA (americana) non c'entra niente con lo standard cruelty-free (europeo).
2. Il secondo "articolo" non dice assolutamente niente di sensato e comunque parla di multinazionali di sigarette (non cosmetici) che si fingono "cruelty-free". Non so cosa volesse scrivere l'autore, temo non lo sappia nemmeno lui, comunque non ha niente a che vedere col cruelty-free inteso come cosmetici e prodotti per la casa che non incrementano la vivisezione. Che le multinazionali del tabacco finanzino la vivisezione si sa da sempre.
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Ilaveg,
15/03/14 14:50
Devi tenere presente che in molti paesi esteri è abbastanza normale che le associazioni abbiano soldi di quelle italiane. Molte - incluse la BUAV, PETA, ADI, la Vegan Society ecc.. funzionano come delle piccole aziende in cui lavorano dei dipendenti regolarmente stipendiati. Alcune sono serie e bilanciano il loro fare profitti con gli scopi prefissati, altre mettono prima l'immagine e la pubblicità e mettono in secondo piano gli animali (tipo la PETA).
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Gloriadominici.+,
15/03/14 16:11
Cmq secondo me non è da escludere che alcune marche si definiscano cruelty-free quando non lo sono ...
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Andrea,
15/03/14 16:40
Esiste uno standard internazionale ben preciso ("Standard internazionale non testato su animali", creato dalla BUAV) che garantisce che determinate ditte non incrementino la vivisezione.
Questo è uno standard sicuro, e le ditte che lo seguono sono quelle dell'elenco di cui sopra. Queste ditte sono sicure:
www.consumoconsapevole.org/cosmetici_cruelty_free/lista_cruelty-free.html Non sono ditte che dicono solo di essere "cruelty-free", hanno dovuto presentare tutta la documentazione per dimostrare che dicono la verità e che seguono i requisiti richiesti dallo standard della BUAV.
Poi ovviamente qualunque ditta può dire di essere cruelty-free senza esserlo, per questo occorre non fidarsi e controllare quella lista.
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Andrea,
16/03/14 16:13
Il marchio "Vegan OK" non garantisce niente sulla vivisezione infatti quasi tutte le ditte di cosmetici che hanno quel marchio NON sono cruelty-free. Alcune eccezioni però lo sono. Io ovviaemnte non le compro perché non darò mai i miei soldi a chi collabora con quel marchio.
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Gloriadominici.+,
16/03/14 17:16
Si si ero al corrente del fatto di non comprare il marchio Vegan.ok anche perché mi è stato riferito che quel marchio aveva denunciato degli animalisti..infatti non dovrebbero averlo! cmq penso che la BUAV faccia anche delle ispezioni nelle aziende cruelty-free..