Attivisti non vegan

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1 Vale_2O17, 18/08/17 18:09

Ciao a tutti,
vorrei sapere cosa ne pensate del fatto che alcuni attivisti vegani non accettano vegetariani a fare attivismo con loro. È una discriminazione che allontana persone che invece vanno avvicinate o una giusta pretesa di coerenza?
Grazie a chi risponderà,
Valentina.

2 Andrea, 18/08/17 18:24

Vale_2O17 ha scritto:
vorrei sapere cosa ne pensate del fatto che alcuni attivisti vegani non accettano vegetariani a fare attivismo con loro.

Spero che non siano "alcuni" ma tutti: come può invitare la gente a smettere di uccidere animali chi è il primo a farlo? E perché accettare vegetariani e non onnivori a quel punto?

È una discriminazione che allontana persone che invece vanno avvicinate o una giusta pretesa di coerenza?

Avvicinare le persone va benissimo, ma fintanto che decidono coscientemente e a mente fredda (perché non parliamo di un passante che magari non ha mai riflettuto su queste cose ma di una persona informata al punto da voler fare attivismo) di continuare ad uccidere animali non vedo come possano sensibilizzare altri a non farlo.

3 Marina, 18/08/17 18:39

Da un punto di vista semplicemente logico, basta pensare che non c'è differenza tra uccidere animali per produrre latte e uova o ucciderli per produrre carne, quindi chiedersi se far partecipare ad attività animaliste una persona vegetariana è lo stesso che chiedersi se far partecipare una persona onnivora.

Dunque, se l'attività è quella di sensibilizzare il pubblico, parlandoci, ovviamente chi non è vegan non lo può fare, perché darebbe un messaggio opposto a quello che si vuole far passare. Non è una discriminazione, ma semplice buon senso e razionalità. Sarebbe come fare un tavolo informativo per sensibilizzare a non fumare e avere una persona che fuma che parla con la gente... sarebbe follia, e nessuno penserebbe che i fumatori sono "discriminati" se non vengono lasciati partecipare a questa attività.

Se l'attività è di partecipare a un corteo o a una manifestazione in cui non si parla con la gente, ma magari si danno solo volantini, o si tengono cartelloni (ovviamente non sull'argomento della scelta vegan, ma su altro, esempio contro i circhi con animali), non fanno danno a partecipare, e può essere utile coinvolgerli per aver modo di sensibilizzarli stando a contatto con persone vegan. In sostanza, però, più che attivisti sono loro stessi un target da informare.

In generale, quando persone non ancora vegan chiedono come possono fare attivismo per gli animali, io spiego che per prima cosa devono fare la scelta vegan, perché prima di sensibilizzare gli altri devono farlo con loro stessi. Prima bisogna smettere di fare del male agli animali, poi si possono invitare gli altri a fare lo stesso.

Certo, se come attivismo si parla per esempio di accudire cani e gatti nei canili, è chiaro che tutti lo possono fare, però è anche chiaro che oltre a essere volontari si fa anche parte del pubblico da sensibilizzare, in questo caso.

4 Vale_2O17, 18/08/17 21:58

Grazie per le vostre risposte

5 Puzzola, 31/08/17 22:35

di recente sto facendo attività di divulgazione anche in campo antispecista con un mio amico vegetariano da anni, e ovviamente siamo finiti a parlare e discutere tantissimo sul tema, molto più che in passato, e toccando argomenti e punti di vista che difficilmente si affrontano in situazioni conviviali ma che escono fuori necessariamente dovendo organizzare contenuti ed eventi. ora è deciso a diventare vegano, ha eliminato da settimane alimenti animali e si sta informando a 360 gradi. è un passo importante secondo me. io sono per un approccio inclusivo: il dibattito può essere indirizzato tanto all'esterno quanto all'interno di un gruppo.

6 Marina, 31/08/17 22:38

Puzzola ha scritto:
io sono per un approccio inclusivo: il dibattito può essere indirizzato tanto all'esterno quanto all'interno di un gruppo.

Sicuramente, nel senso che in questo caso anche gli attivisti non ancora vegan fanno parte delle persone da sensibilizzare. Ma naturalmente non possono loro stessi fare divulgazione vegan, non essendolo...

7 Puzzola, 31/08/17 23:12

Marina ha scritto:
Sicuramente, nel senso che in questo caso anche gli attivisti non ancora vegan fanno parte delle persone da sensibilizzare. Ma naturalmente non possono loro stessi fare divulgazione vegan, non essendolo...

questo sicuramente. nel mio caso particolare, mi occupo io di fare divulgazione vegan. ma è anche successo che durante apericene o banchetti questo mio amico finisse per intavolare discussioni in ambito vegan con altri... per un bel po' è rimasto in quel limbo in cui le cose le sai, ma non le metti in pratica. non un bell'esempio di coerenza di sicuro, ma chi meglio di un incoerente può dirti che per cambiare non serve essere santi? nel senso, ho visto persone interessate e seriamente coinvolte nel discorso, che normalmente mi contraddicono solo perchè gli sta sulle palle che io sia vegana. non so, per voi ha senso?

8 Andrea, 31/08/17 23:50

Non sono d'accordo.. non vedo come si possa prendere sul serio una persona che è informata sui fatti, sa bene che sta facendo torturare e uccidere animali, continua a farlo, ma dice ad un altro (che non ci hai mai pensato) di smettere di farlo!

E non vedo come possa parlare di antispecismo chi quotidianamente fa torturare e uccidere gli appartenenti alle altre specie.

Solito discorso: una persona che picchia le donne può fare attivismo contro la violenza sulle donne? Metto le mani avanti: l'obiezione che la violenza sulle donne è molto più condannata di quella sugli animali non conta perché qui parliamo di persone informate dei fatti, che hanno già avuto modo di riflettere.

Io accetterei un aiuto pratico (ex: trasportare tavolo e materiali) e direi chiaramente che se vuole parlare alla gente di certi argomenti deve come prima cosa farli suoi. Chiederei anche perché se è disposto a dedicare ore a diffondere un ideale non lo segua lui stesso.

9 Puzzola, 1/09/17 00:31

Andrea ha scritto:
Non sono d'accordo.. non vedo come si possa prendere sul serio una persona che è informata sui fatti, sa bene che sta facendo torturare e uccidere animali, continua a farlo, ma dice ad un altro (che non ci hai mai pensato) di smettere di farlo!

E non vedo come possa parlare di antispecismo chi quotidianamente fa torturare e uccidere gli appartenenti alle altre specie.

Solito discorso: una persona che picchia le donne può fare attivismo contro la violenza sulle donne? Metto le mani avanti: l'obiezione che la violenza sulle donne è molto più condannata di quella sugli animali non conta perché qui parliamo di persone informate dei fatti, che hanno già avuto modo di riflettere.

Io accetterei un aiuto pratico (ex: trasportare tavolo e materiali) e direi chiaramente che se vuole parlare alla gente di certi argomenti deve come prima cosa farli suoi. Chiederei anche perché se è disposto a dedicare ore a diffondere un ideale non lo segua lui stesso.

viviamo in un mondo in cui è normale e del tutto accettabile fare del male agli animali. molte persone non sono in grado di cancellare da un giorno all'altro decenni di abitudini e pregiudizi. non perchè non lo vogliano, ma perchè il cambiamento non è puramente pratico (elimino tot ingredienti e materiali), ma è innanzitutto un cambiamento di punto di vista (perchè devo eliminare tot ingredienti e materiali?). questo presuppone un abbandono dell'antropocentrismo e di tutto il sistema di valori che ha guidato le nostre vite fino a quel momento, e che oppone ovviamente resistenza, ci vuole una riflessione, e per maturare e diventare consapevole una riflessione richiede tempo, energie, discorsi, confronti. non per tutte le persone questi processi avvengono nel tempo di lettura di un volantino, anzi quasi per nessuno. alle tue domande, io credo che il mio amico avrebbe risposto di averli fatti in gran parte suoi questi ideali, seppur conservando ancora dei dubbi soprattutto nei confronti di certe correnti di pensiero, e francamente non vedo il senso di imporgli il silenzio se una persona si avvicina a lui mente serve il cibo e gli chiede perchè l'aperitivo è vegan - col doppio risultato di mortificare lui, e far scappare il passante.

proseguendo il tuo paragone: se un uomo che proviene da una cultura fortemente misogina si mostrasse molto interessato e aperto a discorsi di parità di genere, e da anni avesse rinunciato alla violenza diretta sulle donne ma ancora attuasse forme meno gravi (secondo lui) di violenza o discriminazione - pratiche che lui stesso mette in dubbio e su cui si interroga - non lo escluderei dall'attivismo femminista per il fatto che ancora non ha raggiunto un livello adeguato di femminismo, lo incoraggerei piuttosto su quella strada e sarei contenta di vederlo prendere l'iniziativa e parlare con gente che magari le donne le picchia tutti i giorni.

10 Andrea, 1/09/17 09:07

Puzzola ha scritto:
questo presuppone un abbandono dell'antropocentrismo e di tutto il sistema di valori che ha guidato le nostre vite fino a quel momento, e che oppone ovviamente resistenza, ci vuole una riflessione, e per maturare e diventare consapevole una riflessione richiede tempo, energie, discorsi, confronti. non per tutte le persone questi processi avvengono nel tempo di lettura di un volantino, anzi quasi per nessuno.

Ma il semplice eliminare cibi, tessuti ecc. che uccidono richiede molto meno tempo. Infatti si vedono un sacco di persone che sono tecnicamente vegan ma è evidente che non abbiano un vero rispetto per gli animali. Ad esempio hanno deciso di non ucciderli, ma di fatto non sono contrari al fatto che altri lo facciano.

Quindi a maggior ragione chi non fa il primo semplice passo non vedo come possa diffondere il secondo.

alle tue domande, io credo che il mio amico avrebbe risposto di averli fatti in gran parte suoi questi ideali, seppur conservando ancora dei dubbi soprattutto nei confronti di certe correnti di pensiero

Ma qui non si parla di correnti di pensiero, siamo al livello base: per produrre il latte che bevi vengono uccisi mucche e vitellini. Quindi quando consumi quei prodotti stai condannando a morte mucche e vitellini. Quando consumi qui prodotti stai dicendo che la vita di chi appartiene a un'altra specie vale meno di un bicchiere di latte od i un biscotto.

e francamente non vedo il senso di imporgli il silenzio se una persona si avvicina a lui mente serve il cibo e gli chiede perchè l'aperitivo è vegan - col doppio risultato di mortificare lui, e far scappare il passante.

Ovviamente nessuno dice di intavolare discussioni con il pubblico presente, dico che chi organizza un evento che diffonde certi valori dovrebbe evitare di vivere in modo opposto. (perché condannare quotidianamente a morte animali significa questo).

proseguendo il tuo paragone: se un uomo che proviene da una cultura fortemente misogina si mostrasse molto interessato e aperto a discorsi di parità di genere, e da anni avesse rinunciato alla violenza diretta sulle donne ma ancora attuasse forme meno gravi (secondo lui) di violenza o discriminazione -

Ma è questo il punto;. non sono forme meno gravi, sono solo forme leggermente più ipocrite. Se uccido la mucca e ne mangio il corpo non va bene, se uccido il vitellino e la mucca e ne bevo il latte allora è meno grave perché non si vede il pezzo di cadavere?

Quindi o voi non siete stati in grado di spiegargli come stanno le cose, oppure parliamo di una persona che trova del tutto giusto far uccidere animali per il proprio tornaconto.


C'è poco da fare;: avere persone vegetariane, o persone che mangiano solo pesce e non carne e derivati, o persone che mangiano carne e pesce ma non i derivati (ne ho conosciuta una) tra gli organizzatori di un evento vegan o antispecista è come aver persone che quotidianamente picchiano le donne (in quanto donne) a un evento per la parità dei sessi o contro la violenza.

Cos'hanno in comune queste persone? Ciascuno di loro sta salvando migliaia di animali.

Siamo tutti diversi, trova il modo adatto a TE per aiutare gli animali!