Aiuto, una pitonessa sta cerccando casa; pagina 4

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46 DaniellaVeg91, 4/06/13 20:31

aBetterWorld ha scritto:
Comprendo la (prima di tutto mia) sofferenza nel dover prendere determinate decisioni, ma sento di dover ripetere ciò che ho già scritto. Affidare la pitonessa ad un ente che mette la sua specie sopra le altre, quindi comportando l'uccisione (tra l'altro in modo abbastanza doloroso sia fisicamente che psicologicamente) quantomeno di altre centinaia di esseri viventi (con un grado di sensibilità piscofisica, mi sento di dire, quantomeno pari a quello della pitonessa) non è una "soluzione" vegan (e quindi non è una soluzione saggia nè giusta).

Innegabilmente vero.
Solo che al posto che fare l'eutanasia al serpente prenderei a bastonate chi l'ha fatto nascere in cattività, chi l'ha venduto e chi l'ha comprato.
E poi innegabilmente preferirei salvare centinaia di piccoli roditori (di solito sono loro le vittime) che un animale solo.
Però anche lì, che colpa ne ha? È un circolo vizioso.
Il punto è che questa situazione non dovrebbe proprio esistere, questi animali non dovrebbero stare qui.
Se fosse possibile un reinserimento nel suo habitat naturale sarebbe la cosa migliore, la natura farebbe il suo corso e amen.

47 Marina, 4/06/13 21:02

aBetterWorld ha scritto:
Marina ha scritto:
Io non credo esista una soluzione "giusta", anche perché il > problema di fondo è che questi animali non dovrebbero > proprio stare nelle nostre case, ma solo in natura.

Se per giusta intendiamo priva di qualsiasi dolore, sono d'accordo con te.

Sì, intedevo quello.

In ogni caso, è diversa la situazione per gatti e cani, > perché i loro mangimi alla fin fine sono scarti della > macellazione per gli umani, roba che comunque andrebbe > buttata, non vengono uccisi animali appositamente, mentre > per i serpenti sì.
Questo non vuol dire che va bene dare da mangiare non vegan > a cani e gatti, perché comunque si danno soldi ai macellai e > si contribuisce al loro guadagno, però è ben diverso da > uccidere gli animali apposta.

Personalmente non ho tutti gli elementi per esprimere un giudizio su questa situazione. Esistono cani che non possono in nessun modo rinunciare alla carne per sopravvivere in maniera "adeguata"?

Non parlo di cani, ma di gatti, e comunque ribadisco quanto detto sopra: che non va bene dar da mangiare non vegan nei casi in cui invece lo si possa fare.

Non vorrei infine immettere altri elementi nella discussione (già abbastanza impegnativa), però sento di dover porre una domanda. Mettiamo vi trovaste in una situazione di natura largamente incontaminata e vi si ponesse di fronte una scena di caccia "naturale". Un leone che si avvicina ad un cucciolo di zebra nella savana, ad esempio. Avendo la possibilità di sottrarre il cucciolo di zebra alle grinfie del leone, lo fareste oppure riterreste che la "natura" debba fare "il suo corso"?

Io salverei il cucciolo di zebra.

Ovvio, ma sono due cose diverse.
Salvare il cucciolo vuol dire che, semplicemente, il leone non uccide quell'animale; ma ne ucciderà un altro.
Diverso è dire: ammazziamo il leone, così non uccide più nessuno.

A qualcuno potrà sembrare uno stupido "gioco filosofico", me ne dispiaccio perchè credo profondamente che non lo sia e che, anzi, ci troviamo di fronte a situazioni di questo genere (ovviamente manifeste con modalità differenti) più volte nella corso della nostra vita.

Non dico sia stupido, ma rimane un gioco filosofico, perché immaginare un mondo senza predatori è solo fantasia.

Non è comunque quello il male del mondo: il male del mondo è la specie umana.
E su quella sì possiamo e dobbiamo intervenire, per quel che riusciamo.

48 aBetterWorld, 4/06/13 21:59

DaniellaVeg91 ha scritto:
Innegabilmente vero.
Solo che al posto che fare l'eutanasia al serpente prenderei a bastonate chi l'ha fatto nascere in cattività, chi l'ha venduto e chi l'ha comprato.
E poi innegabilmente preferirei salvare centinaia di piccoli roditori (di solito sono loro le vittime) che un animale solo.
Però anche lì, che colpa ne ha? È un circolo vizioso.
Il punto è che questa situazione non dovrebbe proprio esistere, questi animali non dovrebbero stare qui.
Se fosse possibile un reinserimento nel suo habitat naturale sarebbe la cosa migliore, la natura farebbe il suo corso e amen.

Sono d'accordo che questa situazione non dovrebbe esistere, ma, dal momento che c'è, una "soluzione" dovremmo pur trovarla. Perché se non la troviamo noi, la troverà qualcun'altro (fosse anche, questo qualcun'altro, il "non far nulla").

Marina ha scritto:
Non parlo di cani, ma di gatti, e comunque ribadisco quanto detto sopra: che non va bene dar da mangiare non vegan nei casi in cui invece lo si possa fare.

Sì, in effetti ho appositamente parlato di cani perchè so per loro essere più facile fare un'alimentazione vegan. Parlando di gatti però temo di dovermi porre un quesito "controcorrente", che ritengo essere giusto. Siamo sicuri che qualora non si possa dar loro un'alimentazione vegan, sia giusto "ordinare" a qualcun'altro di uccidere altri animali per far vivere loro? Non staremmo privilegiando la vita e la non-sofferenza del "nostro" animale domestico a scapito di "non nostri animali domestici", a cui siamo meno affezionati?

So che rischio di sembrare "cattivo" ponendomi questa domanda, soprattutto agli occhi di chi ha un gatto. Però il "problema" esiste (e far finta di non vederlo credo sia ben più "cattivo" di porsi la domanda). Il nostro animale domestico "vale" di più di un "non nostro animale domestico"?

So anche che sarebbe teoricamente possibile trovare una soluzione del tipo: raccolgo gli scarti della macelleria da sotto al bancone. Eppure non mi convince fino in fondo. Quanti, trovandosi nella condizione di cui sopra, lo fanno? Perchè se gli "scarti" li comprano, dal macellaio o dall'industria dei mangimi per animali, comunque alimentano l'industria della carne. E ben sappiamo che questo significa certamente aumentare il numero degli animali allevati e uccisi (fosse solo attraverso la maggiore potenza economica data all'industria, che rafforzerà la lobby che ferma la diffusione della consapevolezza vegana, pressa la politica per non far approvare leggi a favore del "benessere" animale, si può permettere di uccidere più animali senza "rendimento", etc.). E poi se si crea un mercato degli "scarti", essi cessano di divenire tali e diventano "non scarti" in quanto hanno un valore sul mercato. Per cui = altri animali uccisi per creare profitto attraverso i "non scarti". E ancora, nel momento (QUASI utopico) che la nostra società abbracciasse in toto la consapevolezza vegan, questo non sarebbe più possibile a priori.

Ovvio, ma sono due cose diverse.
Salvare il cucciolo vuol dire che, semplicemente, il leone non uccide quell'animale; ma ne ucciderà un altro.
Diverso è dire: ammazziamo il leone, così non uccide più nessuno.

Hai ragione, sono due cose diverse. Però mi sia consentito dissentire sul secondo capoverso. Poniamo che potessimo salvare tutte le prede del leone o quantomeno un numero tale da compromettere la sopravvivenza del leone. Lo faremmo o penseremmo che non sia giusto?

Io li salverei.

Magari in un'altra sede argomenterò il perchè. Ora preferisco evitare per non creare ulteriore confusione e perchè temo che qualcuno leggendo si potrebbe "spaventare" e potrebbe rifiutare la "causa vegan" creandosi l'alibi del "questi sono mezzi matti".

Non dico sia stupido, ma rimane un gioco filosofico, perché immaginare un mondo senza predatori è solo fantasia.

Preferisco non argomentare per le ragioni di cui sopra, ma non la vedo esattamente così.

Non è comunque quello il male del mondo: il male del mondo è la specie umana.
E su quella sì possiamo e dobbiamo intervenire, per quel che riusciamo.

Su questo mi trovi pienissimamente d'accordo. Parole verissime. L'uomo è il male più grande, per i suoi simili, per le altre specie e per il pianeta nel suo complesso. A volte mi domando come sia possibile concepire un mondo come questo, dove la specie "dominante" è la più spietata. Non resta che sperare nella sua "evoluzione" verso la compassione e credere che un giorno guardandoci indietro si penserà a tutto il male che c'è stato come qualcosa che è servito a creare un mondo migliore. Ma non sono troppo ottimista...

Ps: gioco filosofico a parte, mi pare che nessuno abbia ancora proposta per la pitonessa una soluzione "migliore" di quella suggerita (con sofferenza) da me...

49 Marina, 4/06/13 22:19

aBetterWorld ha scritto:
Sì, in effetti ho appositamente parlato di cani perchè so per loro essere più facile fare un'alimentazione vegan. Parlando di gatti però temo di dovermi porre un quesito "controcorrente", che ritengo essere giusto. Siamo sicuri che qualora non si possa dar loro un'alimentazione vegan, sia giusto "ordinare" a qualcun'altro di uccidere altri animali per far vivere loro? Non staremmo privilegiando la vita e la non-sofferenza del "nostro" animale domestico a scapito di "non nostri animali domestici", a cui siamo meno affezionati?

So che rischio di sembrare "cattivo" ponendomi questa domanda, soprattutto agli occhi di chi ha un gatto. Però il "problema" esiste (e far finta di non vederlo credo sia ben più "cattivo" di porsi la domanda). Il nostro animale domestico "vale" di più di un "non nostro animale domestico"?

Non è controcorrente, anzi, è una FAQ ;-)
E' ovvio che un animale d'allevamento non vale meno di un cane o di un gatto.
Se non pensassimo questo, non saremmo nemmeno vegan.

Come ho detto qualche messaggio fa, però, gli animali d'allevamento non vengono allevati e uccisi per nutrire gli animali da compagnia. Vengono allevati e uccisi per nutrire gli umani.
Gli scarti sono usati per i pet-food.
E' sbagliato lo stesso comprarli, perché si danno soldi ai macellai, come ho già detto sopra.
Ma non è che si uccidano animali apposta.
Sono due cose abbastanza diverse.
D'altra parte, gli animali domestici esistono perché noi umani abbiamo creato il problema.
In un ipotetico mondo ideale, gli animali domestici semplicemente non esisterebbero, esisterebbero solo quelli selvatici, che non hanno bisogno che noi li nutriamo.
Quindi il problema non si porrebbe: non esisterebbero né i macelli per far mangiare carné agli umani, né animali domestici da nutrire.

Ovvio, ma sono due cose diverse.
Salvare il cucciolo vuol dire che, semplicemente, il leone > non uccide quell'animale; ma ne ucciderà un altro. > Diverso è dire: ammazziamo il leone, così non uccide più > nessuno.

Hai ragione, sono due cose diverse. Però mi sia consentito dissentire sul secondo capoverso. Poniamo che potessimo salvare tutte le prede del leone o quantomeno un numero tale da compromettere la sopravvivenza del leone. Lo faremmo o penseremmo che non sia giusto?

Io li salverei.

Il fatto è che siccome questa è una cosa che nella realtà non avviene e non può avvenire, non mi sembra sensato porsi il problema, rimane filosofia pura.

Non dico che siccome è filosofia pura non sia il caso di parlarne, dico solo che personalmente non lo trovo di alcuna utilità, per me non porta a nulla.

Personalmente, preferisco pormi degli obiettivi concreti per cercare di salvare un po' di animali dalla sofferenza e morte che NOI UMANI provochiamo.
E di lavoro ce n'è più che abbastanza, purtroppo.

50 Marina, 4/06/13 22:43

Marina ha scritto:
Il fatto è che siccome questa è una cosa che nella realtà non avviene e non può avvenire, non mi sembra sensato porsi il problema, rimane filosofia pura.

Non dico che siccome è filosofia pura non sia il caso di parlarne, dico solo che personalmente non lo trovo di alcuna utilità, per me non porta a nulla.

Ripensandoci, mi correggo: è molto meglio invece non parlarne affatto, perché discorsi di questo genere servono solo a dare ulteriori giustificazioni ai carnivori (umani), che si sentono legittimati a mangiare carne appunto perché in natura esistono altri animali (realmente) carnivori e quindi si mettono sul loro stesso piano.

Essendo che invece occorre combattere per diminuire i danni che gli umani stan facendo, penso sia molto meglio tralasciare questo tipo di discorsi (che uno può anche fare in privato, così, per sfizio dialettico), che non aiutano ad andare in questa direzione, anzi.

51 Andrea, 4/06/13 23:29

aBetterWorld ha scritto:
Però mi sia consentito
dissentire sul secondo capoverso. Poniamo che potessimo salvare tutte le prede del leone o quantomeno un numero tale da compromettere la sopravvivenza del leone. Lo faremmo o penseremmo che non sia giusto?

Io li salverei.

La morte naturale fa parte della vita stessa, senza la morte non sarebbero possibili nuove nascite. Purtroppo la natura è fatta così e per gli animali "prede" una delle possibili cause di morte naturale è diventare cibo per i predatori. Non dimentichiamo che si tratta solitamente degli esemplari più vecchi, deboli o malati, e che la natura li seleziona così.

La gazzella uccisa dal leone è paragonabile a una persona che muore di malattia o vecchiaia. Gli animali uccisi per carne, latte ecc. sono paragonabili a una ragazza violentata e uccisa da dei balordi, a una persona uccisa per una rapina. Non possiamo niente contro le prime cose, mentre possiamo tutto per evitare le seconde.

Sovvertire l'ordine naturale facendo morire i predatori non sarebbe una buona idea, non possiamo arrogarci il diritto di farlo. Non sono neppure certo che sarebbe un bene per le specie predate: la natura di solito funziona meglio quando non interferiamo.

Ps: gioco filosofico a parte, mi pare che nessuno abbia ancora proposta per la pitonessa una soluzione "migliore" di quella suggerita (con sofferenza) da me...

Anche se razionalmente potrebbe essere la soluzione che porta meno sofferenza, anche questo sarebbe un chiaro caso di specismo. Perché la povera pitonessa dovrebbe essere uccisa e non chiediamo lo stesso per tutte le persone non vegan che si conoscono? In fondo la pitonessa non ha scelta né consapevolezza di ciò che fa, mentre l'onnivoro (o vegetariano) consapevole è del tutto responsabile delle proprie azioni.

Però chiuderei qui il discorso, perché purtroppo questi argomenti vengono sistematicamente usati dagli onnivori per difendersi (lo so che è del tutto assurdo e illogico, ma per giustificare il consumo di cadaveri in putrefazione che accorciano la vita e distruggono la salute di argomentazioni intelligenti non ne hanno).

52 fiordaliso09, 5/06/13 11:25

E' un argomento delicato e sono d'accordo con Andrea e Marina che è meglio non dilungarsi, anch'io credo però che non sia bene interferire nei meccanismi naturali, per salvare la zebra forse condanneresti alla fame dei cuccioli di leone...insomma, dove la natura regna è meglio se riusciamo a restare con le mani in tasca...diverso è il caso di animali che vivono in ambienti ben poco naturali come la città, o animali che loro malgrado sono finiti a vivere con noi come quel serpente, lì secondo me dobbiamo riconoscerci una responsabilità. L'ideale sarebbe che nessuno acquistasse serpenti...e nessuno abbandonasse gatti o cani...

53 Marina, 5/06/13 12:22

fiordaliso09 ha scritto:
E' un argomento delicato e sono d'accordo con Andrea e Marina che è meglio non dilungarsi, anch'io credo però che non sia bene interferire nei meccanismi naturali, per salvare la zebra forse condanneresti alla fame dei cuccioli di leone...insomma, dove la natura regna è meglio se riusciamo a restare con le mani in tasca...

In realta' sul singolo animale io sono d'accordo che se abbiamo la possibilita' di proteggerlo dall'uccisione sia giusta farlo, lo farebbero anche i suoi compagni di branco, genitori, ecc., se potessero, e poi e' uno dei pochi istinti sani che ancora abbiamo come umani, quello di sentirci spinti a difendere chi e' indifeso e in difficolta'.

Diversa e' l'ipotesi di impedire a tutti i predatori di nutrirsi facendo in modo che non possano raggiungere nessuna preda.

Su questa ipotesi per assurdo per me vale quanto ho gia' espresso ieri.

54 aBetterWorld, 5/06/13 12:37

Marina ha scritto:
Come ho detto qualche messaggio fa, però, gli animali d'allevamento non vengono allevati e uccisi per nutrire gli animali da compagnia. Vengono allevati e uccisi per nutrire gli umani.
Gli scarti sono usati per i pet-food.
E' sbagliato lo stesso comprarli, perché si danno soldi ai macellai, come ho già detto sopra.
Ma non è che si uccidano animali apposta.
Sono due cose abbastanza diverse.
D'altra parte, gli animali domestici esistono perché noi umani abbiamo creato il problema.
In un ipotetico mondo ideale, gli animali domestici semplicemente non esisterebbero, esisterebbero solo quelli selvatici, che non hanno bisogno che noi li nutriamo. Quindi il problema non si porrebbe: non esisterebbero né i macelli per far mangiare carné agli umani, né animali domestici da nutrire.

Comunque penso che se ci fosse sufficiente richiesta di "mercato" il problema sarebbe in qualche modo risolvibile con ricerca e produzione di mangime vegano per le esigenze di ogni gatto.

Ad ogni modo, andando sul pratico, invito a tenere presente il "problema" prima di scegliere se adottare (e soprattutto, se far riprodurre) un cane o un gatto. Preciso anche che nel momento in cui si tratta di cani o gatti già al mondo (per esempio provenienti da canile o gattile) questa distinzione cade (in altre parole qualora fossimo chiamati a decidere se al mondo ci debbano essere più cani o più gatti domestici, teniamo presente il "problema").

Ripensandoci, mi correggo: è molto meglio invece non parlarne affatto, perché discorsi di questo genere servono solo a dare ulteriori giustificazioni ai carnivori (umani), che si sentono legittimati a mangiare carne appunto perché in natura esistono altri animali (realmente) carnivori e quindi si mettono sul loro stesso piano.

Essendo che invece occorre combattere per diminuire i danni che gli umani stan facendo, penso sia molto meglio tralasciare questo tipo di discorsi (che uno può anche fare in privato, così, per sfizio dialettico), che non aiutano ad andare in questa direzione, anzi.

Sono d'accordo.

Andrea ha scritto:
Anche se razionalmente potrebbe essere la soluzione che porta meno sofferenza, anche questo sarebbe un chiaro caso di specismo. Perché la povera pitonessa dovrebbe essere uccisa e non chiediamo lo stesso per tutte le persone non vegan che si conoscono? In fondo la pitonessa non ha scelta né consapevolezza di ciò che fa, mentre l'onnivoro (o vegetariano) consapevole è del tutto responsabile delle proprie azioni.

Sono d'accordo. Trattasi di caso di specismo, ma ineluttabile. Non abbiamo creato noi (che stiamo discutendo) la situazione, eppure di fronte al "problema" siamo in qualche modo chiamati a fare il "male minore" e attivarci il più possibile perchè situazioni di questo genere non si ripetano (ad esempio scoraggiando conoscenti dal comprare animali di questo tipo e chiedendo che venga messo un divieto per legge). O no?

Però chiuderei qui il discorso, perché purtroppo questi argomenti vengono sistematicamente usati dagli onnivori per difendersi (lo so che è del tutto assurdo e illogico, ma per giustificare il consumo di cadaveri in putrefazione che accorciano la vita e distruggono la salute di argomentazioni intelligenti non ne hanno).

Vero. Anche se penso in altro luogo sarebbe interessante (e "utile") discuterne.

fiordaliso09 ha scritto:
diverso è il caso
di animali che vivono in ambienti ben poco naturali come la città, o animali che loro malgrado sono finiti a vivere con noi come quel serpente, lì secondo me dobbiamo riconoscerci una responsabilità. L'ideale sarebbe che nessuno acquistasse serpenti...e nessuno abbandonasse gatti o cani...

Sì.

55 fiordaliso09, 5/06/13 13:14

Marina ha scritto:
In realta' sul singolo animale io sono d'accordo che se abbiamo la possibilita' di proteggerlo dall'uccisione sia giusta farlo, lo farebbero anche i suoi compagni di branco, genitori, ecc., se potessero, e poi e' uno dei pochi istinti sani che ancora abbiamo come umani, quello di sentirci spinti a difendere chi e' indifeso e in difficolta'.

Sì, per carità, a ben guardare un solo elemento influisce ben poco, come dici qui sotto in effetti è farne una regola per tutti che poi può fare danno.



56 Marina, 5/06/13 13:19

aBetterWorld ha scritto:
Comunque penso che se ci fosse sufficiente richiesta di "mercato" il problema sarebbe in qualche modo risolvibile con ricerca e produzione di mangime vegano per le esigenze di ogni gatto.

Certamente.
E' solo un problema contingente questo, in futuro ci saranno piu' mangimi per gatti tra cui scegliere.

Ad ogni modo, andando sul pratico, invito a tenere presente il "problema" prima di scegliere se adottare (e soprattutto, se far riprodurre) un cane o un gatto.

No no, per carita', non c'e' nulla da scegliere: cani e gatti NON vanno MAI fatti riprodurre, e' del tutto irresponsabile farli riprodurre, sarebbe come uccidere altri cani e gatti gia' in vita.

Vale quanto esposto in questa campagna, che vale sia per il "comprarli" che per il "farli riprodurre", non c'e' differenza. https://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=1135

Ciao!
Marina

57 aBetterWorld, 5/06/13 13:44

Marina ha scritto:
No no, per carita', non c'e' nulla da scegliere: cani e gatti NON vanno MAI fatti riprodurre, e' del tutto irresponsabile farli riprodurre, sarebbe come uccidere altri cani e gatti gia' in vita.

Vale quanto esposto in questa campagna, che vale sia per il "comprarli" che per il "farli riprodurre", non c'e' differenza. https://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=1135

Ciao!
Marina

Hai perfettamente ragione!

58 Andrea, 5/06/13 14:49

aBetterWorld ha scritto:
Ad ogni modo, andando sul pratico, invito a tenere presente il "problema" prima di scegliere se adottare (e soprattutto, se far riprodurre) un cane o un gatto. Preciso anche che nel momento in cui si tratta di cani o gatti già al mondo (per esempio provenienti da canile o gattile) questa distinzione cade (in altre parole qualora fossimo chiamati a decidere se al mondo ci debbano essere più cani o più gatti domestici, teniamo presente il "problema").

Farli riprodurre è del tutto sbagliato, adottarli mi pare invece ottimo perché ci sono buone probabilità che possano diventare vegan cosa che al rifugio non accadrebbe. Quindi non solo si dà una casa a dei gatti ma si riduce il consumo di carne (nell'ipotesi ad esempio di 3 gatti di cui 2 vegan e uno intollerante).

Sono d'accordo. Trattasi di caso di specismo, ma ineluttabile. Non abbiamo creato noi (che stiamo discutendo) la situazione, eppure di fronte al "problema" siamo in qualche modo chiamati a fare il "male minore" e attivarci il più possibile perchè situazioni di questo genere non si ripetano (ad esempio scoraggiando conoscenti dal comprare animali di questo tipo e chiedendo che venga messo un divieto per legge). O no?

Sì, certo, queste cose già le facciamo, essere vegan implica anche essere contrari a comprare o far riprodurre animali, ci mancherebbe altro. Si parlava però di una cosa ben più drastica: sopprimere il serpente. In questo caso dico che se di fronte al problema siamo chiamati a fare il male minore e se decidiamo che il male minor è uccidere il pitone, allora di fronte al problema di un umano non vegan dovremmo fare lo stesso.

59 DaniellaVeg91, 5/06/13 15:09

Andrea ha scritto:

Si parlava però di una cosa ben più
drastica: sopprimere il serpente. In questo caso dico che se di fronte al problema siamo chiamati a fare il male minore e se decidiamo che il male minor è uccidere il pitone, allora di fronte al problema di un umano non vegan dovremmo fare lo stesso.

Sopprimere l'umano non vegan? XD
ahah! Dialetticamente è ineccepibile...mi pare di ricordare vagamente un articolo del c.p. non proprio favorevole ecco...ma non ne sono sicura.
(per eventuali avventori: STO SCHERZANDO)

60 aBetterWorld, 5/06/13 15:15

Andrea ha scritto:
Farli riprodurre è del tutto sbagliato, adottarli mi pare invece ottimo perché ci sono buone probabilità che possano diventare vegan cosa che al rifugio non accadrebbe. Quindi non solo si dà una casa a dei gatti ma si riduce il consumo di carne (nell'ipotesi ad esempio di 3 gatti di cui 2 vegan e uno intollerante).

Sì, mi trovi d'accordo. Sarebbe un miglioramento notevole, anche se sul terzo gatto (quello non vegan) il "problema" sussiste. Ma nel gruppo dei tre gatti presi "in blocco" il miglioramento reale è indubbio.

Sì, certo, queste cose già le facciamo, essere vegan implica anche essere contrari a comprare o far riprodurre animali, ci mancherebbe altro. Si parlava però di una cosa ben più drastica: sopprimere il serpente. In questo caso dico che se di fronte al problema siamo chiamati a fare il male minore e se decidiamo che il male minor è uccidere il pitone, allora di fronte al problema di un umano non vegan dovremmo fare lo stesso.

Ammettiamo che sia esattamente così (quell'ammettiamo non sta per forza a significare che io non sia d'accordo). Una cosa non esclude l'altra. E analizzando il "problema" specifico pitonessa in cattività mi pare di capire (anche dal silenzio assenso) che quella sia la soluzione migliore.

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"Mamma, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."

La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.

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